Le pagelle, come ogni anno
Uno si chiede, perché mai dovrei guardare anche stasera il Festival di Sanremo? Potrei mettermi ad ascoltare Meddle. Mi rilassa. Echoes, dico, e le altre anche. Potrei guardare The Makanai, Cooking for the Maiko House. È la trasposizione di un manga, una serie incantevole (quante volte vi capita di usare questo aggettivo? Bene, in questo caso potete farlo, a proposito). Potrei finire la Trilogia del Batzan. Invece no, guarderò Sanremo. E darò dei voti, alti per lo più. Non amo chi aspetta proprio il Festivàl per sfoderare zero e uno (o due e tre): è un campionato a sé, una gara a sé. Teniamone conto.
Will, Stupido. Possibile che la tenerezza – “dai ma è giovane, il pezzo caruccio, è molto gentile” – mi freghi? No. 5
Modà, Lasciami. Possibile che la tenerezza – “dai ma sono una band che ha radunato grandi folle” – mi freghi? Un po’ sì, perché lui i ritornelli li sa scrivere, dai. 6
Sethu. Cause perse. Possibile che la tenerezza – “dai ma ha un suo stile, fa un po’ Mercoledì” – mi freghi? No. 5
Io voglio per me le tue carezze, si io t’amo più della mia vita. 10