Mentre il numero delle vittime per il devastante terremoto in Siria e Turchia sale vertiginosamente ora dopo ora, i soccorritori riescono a salvare molte vite. Dopo 70 ore sotto le macerie di un edificio crollato, una donna e il figlio sono stati tratti in salvo dai soccorritori nel distretto di Akevler di Hatay, in Turchia. Alle ricerche ha partecipato anche il vicesindaco di Yalova Mustafa Tutuk che ha condiviso la sua emozione sui social: “È un miracolo. Come si possono spiegare questi sentimenti, dopo le voci da sotto le macerie, ci siamo subito diretti lì con la nostra squadra e, per fortuna, li abbiamo tirati fuori”. Sempre ad Hatay, regione particolarmente colpita, un bambino di 2 anni è stato salvato dopo 79 ore. Le squadre di soccorso hanno sentito un lamento e hanno creato un corridoio tra le mura di cemento crollate per salvare il piccolo che è stato subito trasportato in ospedale. Un altro bambino è stato trovato vivo dopo essere stato per 80 ore sotto le macerie di un palazzo di quattro piani crollato nel distretto di Elbistan di Kahramanmaras, vicino all’epicentro. Il sito della tv turca Trt ha pubblicato anche le foto del salvataggio di Mohammed Emin: il bambino appena tirato fuori dalle macerie viene trasportato dai soccorritori su una barella. In pigiama e calzini a righe sembra avere tra i nove e i dieci anni.
“Non perdere la speranza” è l’incoraggiamento scritto su un muro un ragazzo di 24 anni mentre era sotto le macerie di un edificio, dove è rimasto intrappolato per 64 ore, ancora a Kahramanmaras. Il giovane è stato raggiunto dai soccorritori dopo aver scavato a lungo: “Tenendo stretta la mano del giovane, le squadre hanno chiacchierato per un po’ con lui in modo che non perdesse conoscenza”. Poi gli operatori della protezione civile lo hanno rassicurato spiegandogli che si spostavano per cercare di raggiungerlo da un’altra. Quindi è stato tirato fuori, ha rivisto la luce dopo tre giorni“.
Intanto un alto funzionario del gruppo europeo che si occupa degli aiuti ha detto alla Cnn che gli sforzi per aiutare le persone nelle regioni della Siria colpite dal terremoto sono “incredibilmente difficili”. “Quando avevamo più bisogno di strade percorribili, ponti, aeroporti, punti di passaggio attraverso le linee di confine, non c’erano più a causa del terremoto”, ha dichiarato Jan Egeland, segretario generale del Consiglio norvegese per i rifugiati. Inoltre, in Siria, questo accade nel bel mezzo di una zona di conflitto”. Egeland ha affermato che uno dei problemi principali è stato il numero limitato di valichi di frontiera dalla Turchia alla Siria aperti, incluso il punto principale che, secondo lui, è stato limitato a causa delle sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.” Da entrambe le parti di questo aspro conflitto, c’è stata opposizione a oltrepassare le linee per fornire aiuti in prima linea. Spero che tutte quelle idee politiche ora scompaiano. Hanno tutti un nemico comune che è questo terremoto e i bambini di entrambe le parti dovrebbero avere il sollievo di cui hanno bisogno”, ha detto. Egeland ha aggiunto che spera che ci sarà una revoca delle restrizioni – un “accordo di pace” o una “riconciliazione” – per aprire i confini e consentire il passaggio degli aiuti in Siria.