Moda e Stile

Ad Altaroma i brand del futuro: artigianali, innovativi e Made in Italy. L’esempio di Canaku: dalle passerelle al Festival di Sanremo con Olly

Tra sfilate e emergenti, ecco le novità da Altaroma 2023. I brand made in Italy di abbigliamento e accessori da non lasciarsi sfuggire, da Canaku a Gentile Milano 

di Rita Bossi

Si sono spenti i riflettori sull’edizione invernale di AltaRoma, che dal 31 gennaio al 2 febbraio al PratiBus District ha animato la Capitale. La Roma Fashion Week da sempre mette in luce i talenti emergenti, con un occhio vigile per i giovani studenti delle scuole di moda e dei brand Made in Italy, e l’affermazione di Showcase, giunto all’undicesima edizione, vetrina d’eccezione per designer selezionati – cinquantasette – che hanno esposto contemporaneamente per tre giornate consecutive le loro collezioni Autunno-Inverno 2023/2024, negli spazi di PratiBus District. “Altaroma ha consolidato la sua vocazione di vero e proprio acceleratore di Start Up e ha posizionato la Roma Fashion Week come un evento di rilevanza internazionale”, così Silvia Venturini Fendi, Presidente di Altaroma, ha affermato in chiusura della manifestazione. Oltre 7mila visitatori, con 80 addetti ai lavori provenienti dall’estero – dal 2019 al 2023, il +68% di buyer stranieri.

AltaRoma arriva a Sanremo. Qui nomi da non perdere di vista – In passerella, a distinguersi è Canaku, brand protagonista di Sanremo 2023 con i look di Olly, giovane cantante genovese tra i Big in gara alla 73esima edizione del Festival. Sulla passerella di Roma, il brand di abbigliamento maschile disegnato dallo stilista albanese Jurgen Çanaku, pugliese d’adozione, ha presentato la sua collezione ispirata alle icone del rock mixati con la cultura delle origini: cappotti Principe di Galles very chic, uniformi rivisitate, dettagli di rose e pugnali, fusciacche di seta in vita o sulla spalla per un tocco dandy. I suoi capi sono stati indossati, in passato, da artisti come Irama, Ghemon, Annalisa e i Måneskin. Purificazione e rinascita: sono queste le parole chiave che definiscono la collezione “Imbolc” di Saman Loira, che, tra ricami, intarsi, plissé e lavorazioni dal gusto artigianale celebra la natura ispirandosi alla tradizione pagana, svelando così ciò che si cela nella data del logo del brand stesso. Da Setchu drappeggi e trasformazioni in 3D: modelli classici alternati a modelli sperimentali disegnate da Satoshi Kuwata, con un processo di trasformazione del tessuto da 2D a 3D. Un oggetto 2D può essere manipolato e drappeggiato sul corpo per creare un indumento tridimensionale. Questo semplice processo dà vita, secondo la sperimentazione del designer, a infinite creazioni. “Più sperimento con il drappeggio e uso l’ironia come modo di pensare, più posso di creare qualcosa di unico” rivela lo stilista che ha alternato nella sua sfilata abiti con esaltazioni bidimensionali ed abiti con inserti tridimensionali, un passaggio alla terza dimensione che comunque consente, secondo la filosofia Setchu di vestire con una dose sostanziale di raffinatezza, qualunque sia il contesto.

Il Made in Italy protagonista a Showcase – Il progetto di punta, oltre agli show collettivi di Rome is my Runway, lo spazio espositivo di Showcase di Altaroma. Nomi nuovi, che la manifestazione ha messo in risalto: un mix di brand no-gender (30%) e brand sostenibili (l’80% del totale). Molti sono nuovi all’evento romano e indipendenti: nell’abbigliamento, interessanti i capi di Gentile Milano, da un’idea di Gioacchino Gentile, neo laureato alla NABA – Nuova Accademia di belle arti, proprio una delle scuole che partecipano ad Altaroma. Per le calzature, i sandali super femminili di Karim Daoudi, giovane designer di San Mauro Pascoli dalle origini arabe che ha già partecipato anche alla MFW e ha vinto il premio Pitti Tutoring & Consulting Award 2022 di Pitti Immagine. Per le borse, si è distinto Euterpe, il brand di bag minimal della designer italiana Sofia Nardi. Nei gioielli si sono fatte notare le creazioni pop di Manùfatto, della designer e creativa pescarese Manuela Paolemilio. I suoi coloratissimi bijoux, realizzati in laboratori di artigiani italiani con materiali come argento, ottone, pietre dure e galvaniche, sono un vero e proprio concentrato di energia da indossare senza moderazione. Il jewelry brand Invaerso, nato dalla mente creativa di Maria Clelia Scuteri, sperimenta tecniche produttive differenti che spaziano dalla fusione a cera persa alla stampa 3D, dall’upcycling di materie industriali all’antica lavorazione della filigrana. L’originale conformazione e i volumi asimmetrici ne fanno dei veri e propri oggetti di design da indossare.

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