Alberto Motta, 29 anni, è morto sotto il peso di una cassa mobile che stava trasportando su una delle banchine. Si tratta del secondo decesso trai portuali in poche ore. L’Unione Sindacale di Base e i confederali annunciano una protesta nazionale per il 25 febbraio: "Basta sacrificare i lavoratori per aumentare i profitti delle multinazionali"
Aveva 29 anni Alberto Motta, l’operaio morto la mattina del 10 febbraio a Civitavecchia, mentre lavorava al porto. L’incidente è avvenuto all’alba: Motta, che era dipendente della società che gestisce il terminal dei container, è rimasto schiacciato dalla cassa mobile che stava trasportando su una delle banchine. Dopo il decesso di Paolo Borselli, caduto in mare con il muletto al porto di Trieste, quello di Civitavecchia è il secondo incidente mortale per un lavoratore portuale in poche ore. Per questo l’Unione Sindacale di Base ha proclamato uno sciopero immediato in entrambi i porti e una protesta nazionale per il 25 febbraio. Le sigle confederali – Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti – si sono unite poco dopo. Per i sindacati “è urgente un intervento fattivo e concreto che fermi questa strage. Ci impegniamo fin da subito nel mettere in campo iniziative con le istituzioni e parti datoriali, mirate a produrre azioni concrete e tempestive, a partire dall’attuazione dei dispositivi che prevedono l’accompagnamento all’esodo dei lavoratori portuali”.
“Alberto Motta è la seconda vittima in meno di 24 ore, dopo la morte nel pomeriggio di ieri di Paolo Borselli”, scrive l’Usb Mare e Porti. “Non è più tempo di sacrificare lavoratori alle dinamiche del risparmio e ai tagli del personale e della sicurezza per aumentare i profitti delle multinazionali che schizzano alle stelle grazie alla guerra in corso”, afferma la sigla sindacale. “Se c’è una guerra da dover combattere – continua la nota -, l’unica è quella contro gli omicidi sul lavoro, istituendo il reato specifico, come Usb chiede da anni. Così come da anni chiediamo il riconoscimento del lavoro nei porti come usurante”. Proprio per portare l’attenzione su tutti questi temi, l’Usb Mare e Porti ha proclamato per il 25 febbraio lo sciopero in tutti i porti italiani, con manifestazione nazionale alle 14,30 nel porto di Genova.
L’incidente che ha causato il decesso dell’operaio Borselli, avvenuto il 9 febbraio al Molo VII del porto di Trieste, è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza: il 58enne è finito in acqua mentre era impegnato a fare retromarcia. Il cadavere è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco: era sul fondo del mare, ancora a bordo del mezzo. Poco dopo la morte di Borselli, i lavoratori hanno organizzato una protesta e si sono raggruppati davanti al Varco 4 del porto dove hanno organizzato un sit-in a cui hanno partecipato anche alcuni familiari della vittima e altre persone in segno di solidarietà.
“La sicurezza sul lavoro è un impegno sul quale non arretreremo”, dice il ministro del lavoro, Marina Elvira Calderone, replicando agli attacchi dei sindacati alla luce degli incidenti mortali al cantiere del Terzo Valico e nei porti. “E’ una delle priorità delle linee programmatiche del Ministro del Lavoro per il 2023 e siamo impegnati a pieno ritmo per garantirla. Gli infortuni mortali sono una ferita per tutti”. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini ha convocato una riunione settimana prossima al dicastero di Porta Pia per discutere di sicurezza nei porti con le autorità portuali, alcune associazioni di categoria e il viceministro con delega ai porti Edoardo Rixi.