Nemmeno una settimana fa, l’avvocato del pentito Antonio Panzeri, l’ex parlamentare europeo di Articolo 1 considerato il grande manovratore del presunto giro di mazzette nelle istituzioni europee, aveva ipotizzato l’arresto dei due eurodeputati più coinvolti nella vicenda, stando almeno alle dichiarazioni rilasciate dai protagonisti, Andrea Cozzolino (sospeso dal Pd) e il belga Marc Tarabella. Adesso i magistrati belgi hanno trattenuto e in stato di fermo e interrogato proprio quest’ultimo, oltre ad aver perquisito e messo sotto sequestro i suoi uffici, una cassaforte in una banca di Liegi e anche le stanze del suo collega Cozzolino. Si allarga dunque, anche grazie ai racconti forniti da Panzeri che ha siglato un accordo con i magistrati della Procura federale, l’inchiesta sulla corruzione in seno al Parlamento Ue e quella di venerdì sembra essere un’altra giornata di svolta che potrebbe aumentare la portata dello scandalo che ha terremotato le istituzioni Ue. Liberata col solo divieto di espatrio, invece, la commercialista di Panzeri, Monica Rossana Bellini, ai domiciliari dal 18 gennaio scorso.
Tarabella è stato prelevato dalla sua casa di Anthisnes, un comune della provincia di Liegi, in Vallonia, del quale è sindaco, ed è stato portato in stato di fermo a Bruxelles per essere interrogato. Dopo la revoca dell’immunità per lui e l’eurodeputato del Pd, Andrea Cozzolino, per Tarabella è arrivato anche il momento di raccontare quale sia, se c’è, il suo reale coinvolgimento nell’indagine sulle mazzette in Ue pagate da Marocco e Qatar per influenzare le decisioni della Plenaria europea. Dopo averlo ascoltato, il giudice istruttore deciderà se trasformare il fermo in arresto. Intanto, però, la polizia ha perquisito e messo sotto sequestro i suoi uffici, anche al parlamento Ue, e la cassaforte all’interno di una banca di Liegi.
In mattinata Tarabella, considerato dagli investigatori uno dei rappresentanti vicini al sistema corruttivo guidato dell’ex eurodeputato di Articolo 1, Antonio Panzeri, è stato interrogato dal giudice istruttore Michel Claise, come reso noto dal portavoce della Procura federale che indaga sul caso. Quando sono andati a prenderlo, secondo quanto si apprende, l’europarlamentare ha reagito dicendo: “Finalmente, vi aspetto da due mesi, ora potrò essere ascoltato”. All’alba la polizia ha effettuato “diverse perquisizioni” concentrandosi sulla cassaforte di una banca situata a Liegi appartenente all’eurodeputato e su alcuni uffici del municipio di Anthisnes.
Per quanto riguarda la posizione di Cozzolino, ciò che si apprende è che anche il suo ufficio a Bruxelles è ora sotto sequestro. Da settimane il politico napoletano è finito al centro del Qatargate insieme al collega belga. In attesa delle decisioni dei giudici nei loro confronti, si assiste a una nuova svolta nelle indagini dovuta probabilmente alle rivelazioni fornite da Panzeri che si è pentito e ha sottoscritto un’intesa con i procuratori per ottenere un pesante sconto di pena. In cambio di un solo anno effettivo di carcere, del pagamento di una multa e del sequestro di beni per un totale di 1 milione di euro circa, oltre alla scarcerazione della moglie, Maria Dolores Colleoni, e della figlia Silvia, Panzeri si è impegnato a ricostruire con Claise e la sua squadra tutta la struttura della presunta organizzazione criminale dedita alla corruzione in seno alle istituzioni Ue, facendo i nomi di tutte le persone e i governi coinvolti. E le prime conseguenze di questo turning point si sono già viste: mentre l’assistente parlamentare, Francesco Giorgi, e la sua compagna, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, rimangono in carcere, a essere liberato è stato il segretario generale della ong No Peace Without Justice, Nicolò Figà-Talamanca.
Restano da capire le motivazioni dei magistrati che potrebbero portare anche alla richiesta d’arresto per l’esponente socialista belga. Un po’ come il suo collega Cozzolino, Tarabella è stato più volte tirato in ballo dai protagonisti di questa vicenda che lo hanno descritto come uno degli uomini più vicini al gruppo che operava tra i corridoi della Plenaria, intento a influenzare le decisioni all’interno dell’aula e delle commissioni. In cambio, negli anni, Tarabella, stando almeno alle dichiarazioni di Panzeri, avrebbe ricevuto tra i 120mila e i 140mila euro. Ma, da quanto si sa, fino a ora né lui né Cozzolino sono stati trovati in possesso di somme di denaro che facciano pensare a finanziamenti illeciti, come successo invece nei casi di Panzeri e Giorgi-Kaili, ai quali sono stati sequestrati centinaia di migliaia di euro in contanti.