"Credo che non andasse indebolita la forza dell’immagine di unità dei 27 a Bruxelles", dice la premier in riferimento al caso diplomatico innescato dall'esplosione dell'Italia. E lancia una provocazione: "Chi dice che l'Europa ha una prima e una terza classe, pensi al Titanic". Sulle conclusioni del Consiglio europeo si dice "soddisfatta del protagonismo dell’Italia" e festeggia il cambiamento "nell’approccio alla questione migratoria"
“Credo che non andasse indebolita la forza dell’immagine di unità dei 27 a Bruxelles. A Parigi c’erano due presidenti e non gli altri 25″. Così, in conferenza stampa a Bruxelles dopo il Consiglio europeo straordinario, Giorgia Meloni torna sul caso diplomatico aperto dal vertice di giovedì tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader di Francia e Germania, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, a cui l’Italia non è stata invitata. “Quello che era giusto era la foto dei 27 con Zelensky, anticipare la compattezza con una riunione a Parigi era politicamente sbagliato“, afferma la presidente del Consiglio. E attacca la stampa per aver raccontato le dinamiche tra lei e Macron “coome fossimo alle medie“: “Confesso che trovo alcune letture italiane un po’ provinciali. Il tema non è “gelo”, “problemi”, il tema è che l’Italia è una nazione abbastanza centrale in Europa da dover dire quando su qualcosa non è d’accordo, rispetto al passato in cui per noi era sufficiente stare in una foto e questo bastava a descrivere la nostra centralità”. Quanto successo “non compromette i miei rapporti”, con l’Eliseo, rassicura, “ma quando c’è qualcosa che non va devo dirlo”. E lancia una provocazione: “Chi pensa a un’Europa di serie A e serie B, chi pensa che l’Europa debba essere un club in cui c’è chi conta di più e di meno, sbaglia. Secondo me, quando si dice che l’Unione europea ha una prima classe e una terza classe, vale la pena ricordarsi del Titanic. Se una nave affonda non conta quanto hai pagato il biglietto”.
Commentando l’esito del vertice dei capi di Stato e di governo, concluso con l’espressione del proposito di rafforzare i confini esterni dell’Ue, Meloni si dice “soddisfatta del protagonismo dell’Italia: sette-otto proposte italiane sono entrate nelle conclusioni, ci siamo arrivati dialogando, non solo ieri ma nei giorni scorsi, ho avuto diverse telefonate con i miei omologhi, anche quelli che potevano sembrare più distanti, e alla fine siamo riusciti a costruire un equilibrio e un documento che secondo me rappresenta una grande vittoria per l’Italia”, rivendica. “L’approccio che il Consiglio mette nero su bianco nella giornata di ieri parte da una frase che non si era mai riusciti a mettere su un documento di questo tipo: l’immigrazione è un problema europeo e ha bisogno di una risposta europea. Dal mio punto di vista questo cambia moltissime cose nell’approccio europeo alla questione migratoria, ma non è l’unico risultato che abbiamo portato a casa”, afferma: “Ci siamo concentrati sulla necessità di seguire e occuparsi della protezione delle frontiere esterne, dopo che per anni il dibattito si è concentrato tutto sulla dimenisione interna, sui movimenti secondari. Abbiamo chiesto e ottenuto che le conclusioni del Consiglio si concentrassero sulla protezione dei confini esterni dell’Ue, tenendo conto della differenza che che esiste tra quei confini, e particolarmente della specificità dei confini marittimi“.
A proposito della fornitura all’Ucraina dei jet da combattimento richiesti da Zelensky (su cui Macron ha frenato) Meloni afferma: “Noi siamo disponibili a fare la nostra parte a 360 gradi. Preferisco non dire di più. Dipende dagli equilibri della comunità internazionale, ma noi ci siamo e ci siamo sempre stati. Dei timori, sentiti più dall’opposizione che dalla maggioranza, sul fatto che aiuti militari portino ad un’escalation della guerra io non sono assolutamente d’accordo”. La premier conferma invece l’invio, insieme alla Francia, del sistema di difesa aerea Samp-T: “Assolutamente sì, siamo da tempo impegnati in joint venture su una materia molto importante per l’Ucraina. Credo che si stia procedendo speditamente e nei prossimi giorni saremo in grado di annunciarlo definitivamente”. Nelle conclusioni del Consiglio europeo, ricorda, c’è “la conferma del pieno sostegno alla causa ecraina, alla sovranità, alla libertà del popolo ucraino. È stata ribadita a 360 gradi non solo la compattezza dell’Europa, ma anche il fatto che l’Unione europea intende rimanere al fianco dell’Ucraina per tutto il tempo che sarà necessario e con tutti gli strumenti che saranno necessari“.