“La lotta alla mafia non è fatta solo dal 41 bis e dalle leggi carcerarie, ma si nutre anche ovviamente di quelli che sono i grandi temi della giustizia. Quando sento parlare di riforma delle intercettazioni, quando sento il ministro Nordio che auspica addirittura che le intercettazioni non siano più ritenute un elemento di prova, quando sento ancora oggi che si discute sul limitarle per reati diversi da quelli di mafia e di terrorismo, mi preoccupo“. Sono le parole pronunciate a Piazzapulita (La7) dal magistrato Nino Di Matteo, che spiega: “Mi preoccupo perché non si tiene conto del fatto che, per esempio, i reati di corruzione sono sempre più connessi con le attività mafiose. Ci sono decine di importanti vicende mafiose che sono venute fuori da intercettazioni riguardanti altri reati, come rapine, bancarotte fraudolente e truffe”.
Il pm antimafia si pronuncia poi sulla trattativa Stato-mafia, alla quale ha dedicato 30 anni di lavoro: “In uno Stato di diritto, se c’è una ragione di Stato che giustifica determinate deroghe alla legge, la ragione di Stato deve essere dichiarata con un’assunzione politica di responsabilità che per quella trattativa non c’è stata. Le ragioni di Stato occulte sono contro il concetto di libertà e di democrazia. Come è scritto nella sentenza d’Appello sulla trattativa Stato-mafia, l’aver trattato con la mafia di Provenzano per arginare la mafia di Riina è gravissimo, perché Provenzano in quel periodo a sua volta ordinava omicidi”.
Circa il caso Delmastro-Donzelli, Di Matteo commenta: “L’utilizzo pubblico che è stato fatto in Parlamento del contenuto di quelle relazioni di servizio ha rischiato di compromettere degli approfondimenti investigativi molto utili per capire l’esistenza di una saldatura tra la mafia e gli interessi di Cospito o degli anarchici. Probabilmente – conclude – questo approfondimento invstigativo è stato compromesso dalla divulgazione di quelle informazioni. Conta poco che la relazione fosse secretata o meno: è stata in qualche modo compromessa l’efficacia della investigazione“.