Siamo sicuri che il vero spettacolo sia all'interno del Teatro Ariston? La città ligure nei giorni del Festival si anima di vecchie glorie e gente improbabile alla ricerca di un posto al sole. Ecco in che cosa ci si può imbattere facendo un giro per le vie di Sanremo
Le tagliatrici di nastro, ex miss Italia chiamate a inaugurare gli eventi collaterali della kermesse, i cantanti di piano bar, ingaggiati dai ristoranti per allietare i divoratori di pasta al pesto nella famosa piazza Bresca, gli allievi delle scuole musicali che fanno i flash mob, i sosia dei cantanti vicino al green carpet dell’Ariston e le vecchie glorie che compaiono ai ricevimenti all’improvviso come portati dall’onda dei brindisi e delle tartine. Il Festival è anche questo. Non solo ciò che accade sotto i riflettori.
In giro, dove comincia il Corso dalla parte del Casinò illuminato, ci sono pure i ragazzi che vendono le cartoline con la foto di Anna Oxa in bianco e nero: “Ehi mamma, ne vuole una? Le abbiamo fatte noi”. Devono aver saputo che le over 50 impazziscono per quella bionda vagamente punk dell’epoca d’oro del Festival e si sono attivati fuori dal digitale.
Lavoro ce n’è per tutti nella cittadina rivierasca durante il Festival. E ce ne sarebbe anche per categorie da rispolverare. Come quella dei facchini. Dove sono? Portare le valigie al quarto piano su scale di ardesia nei bed and breakfast da 300 euro a notte (quelle con il linoleum color parquet incollato, mica i resort) è dura. Trovare alle otto di sera gran parte dei bar in chiusura invece è più sopportabile: “Abbiamo già pulito la macchina del caffè”. “Torta di riso ne è avanzata?”.
Il clou della manifestazione parallela, quella lontana dal palco dell’Ariston, si svolge nelle strade e all’ombra delle festicciole negli alberghi. Basta fare un giro in piazza Colombo all’ora di pranzo per accorgersene. Vicino al grande palco all’aperto la gente è accalcata. Ci sono le Miss Mamma Italiana, donne che hanno partecipato all’omonimo concorso nazionale di Bellaria, in Emilia Romagna, che si fanno fotografare con coroncina e fascia vicino alle auto della polizia. Con loro il cantautore Valentino Pero, 67 anni. È pronto a intonare uno dei suoi successi swing. Ha una bella voce e grande stile con il suo gilet di paillette rosso: “Ho cominciato a cantare tardi, ma mi diverto molto alle sagre e agli eventi in giro per tutta Italia”. Lo ascoltiamo e ci convince.
Poco distante, attorno al green carpet all’entrata del teatro, la gente è in attesa delle star. Ma intanto ci si accontenta del Pavarotti finto, il sosia del cantante lirico, e di Dante, l’uomo vestito da sommo poeta. Una coppia di ragazzi bresciani si lamenta: “Caspita, nemmeno questa volta siamo riusciti ad accaparrarci i biglietti e siamo qui a vedere chi entra e chi esce”. “Venite apposta?”, chiediamo. “Ogni anno”. Poi ci raccontano di aver visto Rosa Chemical con gli orecchini pendenti e l’ombretto fucsia comparire continuamente in luoghi diversi. Come lo stregatto astratto di Alice nel Paese delle meraviglie: appare e scompare, riappare e scompare di nuovo in luoghi sempre diversi della cittadina. Sarà la magia del Festival?
Una donna ci racconta che lei invece preferisce andare nei ristoranti alla sera per beccare qualche cantante. “L’altra sera non potevo essere più fortunata. Indovini chi c’era? Gianni Morandi con la moglie”. E spiega che altri fan lo aspettavano fuori dal locale. “Quando lo ha saputo era entusiasta. Ha detto: facciamoli tutti questi selfie con il pubblico”.
Anche dietro l’hotel Globo, dove risiedono molti artisti, la gente aspetta per ore al freddo pur di vedere un beniamino entrare. Ma è all’ora dell’aperitivo, quando tutti si preparano a vedere lo spettacolo, che si fanno gli incontri più interessanti. Fuori dagli eventi ufficiali ci sono piccole reunion di amici che si rivedono.
Enio Drovandi è stato un attore in moltissimi film di Carlo Vanzina e in molte produzioni televisive, fra cui “I ragazzi della 3a C” di Claudio Risi. È a Sanremo per contatti personali: ha in progetto un film sui mitici anni’ 60 dal titolo “Guance Rosse”: più che lo sballo il ballo della mattonella di Sapore di sale, sapore di mare. Nel gruppo troviamo anche la regista, cantante e attrice napoletana Lucia Cassini. Chiamata “Totò in gonnella”, ha lavorato con Walter Chiari, Pippo Franco, Enrico Beruschi, Don Lurio. Diretta da Pier Francsco Pingitore e persino da Fellini, è una caratterista che ha girato più di 30 film e serie tv. La sua Balla Concetta, una delle prime canzoni rappate, nel 1982 è stata un tormentone.
Insomma, anche fuori dall’Ariston si respira il Festival. Quello genuino, distante da eventi ufficiali e sale stampa dove il ritmo delle conferenze è estenuante. E poi quelle domande senza punto interrogativo di certi critici che cominciano con il solito “sarò breve”. Proseguono con la spiegazione a tutti i presenti di nascita, formazione e sviluppo dell’artista in questione e finiscono con l’esposizione, sul tablet, del soggetto parlante immortalato con il cantante ancora nella culla.
Ma siamo solo al mattino. Alla sera, davanti al mega schermo, quando ormai sono le due del mattino e Amadeus annuncia il telegiornale, vale tutto come a scuola: anche dormire, copiare o giocare ai Pokemon. Tranne in qualche occasione speciale. Un esempio? Quando Morgan se ne andò lasciando Bugo da solo sul palco, tutti si svegliarono di soprassalto e lanciarono un boato.
Meglio stare fuori o meglio stare dentro?