“Questa sera non sono qui a dare lezioni di vita, cerco di ricavare da ogni giorno un insegnamento e così è stato anche nelle ultime settimane”. Inizia così il monologo di Paola Egonu. È emozionata, e fa emozionare. “Spesso in passato sono stata definita ermetica così ho provato a raccontarmi di più. Questo non ha evitato che alcune frasi venissero estrapolate dal contesto con titoli usati per far rumore. Ogni pensiero quando si trasforma in parola non è più sotto il controllo di chi l’ha pronunciata”. La pallavolista continua: “Io sono la prima di 3 fratelli e devo tutto ai miei genitori, mi hanno fatto vivere un’infanzia felice e mi hanno insegnato che se vuoi qualcosa devi guadagnartela. Mi hanno aiutata a trovare il mio percorso […] Le vostre carezze mi sono mancate ma so che questa è la mia strada”. In una recente intervista rilasciata Vanity Fair, Enogu ha parlato dei timori di diventare, in futuro, madre e di far vivere a suo figlio lo stesso “schifo” del razzismo che ha vissuto lei. Lo ha ripetuto anche in conferenza stampa, questa mattina, quando ha detto: “Sì, l’Italia è un paese razzista, il che non vuol dire che lo siano tutti, che siano ignoranti. Sta migliorando, sicuramente. Non voglio fare la vittima ma solo dire come stanno le cose”. E durante il suo monologo ha raccontato la sua esperienza: “Da bambina ero fissata con i perché. Perché sono alta? Perché mi chiedono se sono italiana? Col tempo ho capito che la mia diversità è la mia unicità, io sono io. Sono quella che quando mi fanno la domanda sul razzismo risponde: ‘Siamo tutti uguali oltre le apparenze‘. Sono quella a cui lo sport ha dato tanto e che non crede che la sconfitta sia solo quando perdi una partita […] Sto ancora imparando ad accettare l’errore […] Le critiche non sono mai mancate: alcune sono costruttive, altri sono veri macigni. Ho imparato che sta a noi dare il giusto peso. Sono stata accusata di vittimismo e di non avere rispetto per il mio Paese e questo solo per aver mostrato le mie paure. Amo l’Italia, vesto con orgoglio la maglia azzurra che per me è la più bella del mondo. Ho un senso profondo di responsabilità nei confronti di questo Paese […] Non è perdente chi a scuola prende il voto più basso o non riesce a realizzare subito il suo sogno. Dalle sconfitte più dure possono nascere i successi più grandi, come ci ha insegnato Vasco Rossi che su questo palco arrivò penultimo”. Sulle note e le parole di Vita Spericolata, “ognuno col suo viaggio, ognuno diverso“, ha concluso, tra gli applausi.
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