Sono passati ormai quasi tre giorni dall’intemerata di Blanco sul palco dell’Ariston ma ancora si continua a discutere dell’accaduto. Dopo la lezione di Gianluca Grignani e Pierluigi Diaco con il suo appello, adesso a commentare l’episodio è anche lo psichiatra Paolo Crepet. Ripassiamo in breve i fatti per chi (?) se li fosse persi: martedì sera, durante la prima serata del Festival di Sanremo, Blanco si stava esibendo in qualità di ospite con il suo nuovo brano L’isola delle rose quando a causa di alcuni problemi tecnici si è fermato e ha iniziato a distruggere i fiori presenti sul palco, in preda ad un attacco di rabbia. Poche ore dopo si è scusato e, per questo, secondo Crepet “non possiamo chiedergli molto di più. Sicuro non è stata una bella pagina e mi dispiace che qualcuno abbia approfittato per sottovalutare il suo gesto”.
Quindi, intervistato dal Messaggero, ha spiegato: “In nessuno spettacolo, nelle tante edizioni di Sanremo, abbiamo mai assistito a una cosa del genere. Il fatto di avere 20 anni non è una giustificazione, perché sei stato tu a voler arrivare lì. E quel mondo lì ti paga profumatamente. A quel mondo lì deve chiedere scusa. Agli spettatori, ai telespettatori e ai social media”.
“Credo che lo sforzo della Rai e di Sanremo sia quello di catturare un pubblico più giovane e i cantanti che attirano quel pubblico ce ne sono, da Mengoni fino a lui che ha 20 anni. Se io voglio quel pubblico lì devo anche rispettare quel pubblico lì”, ha proseguito lo psichiatra divenuto una star dei social grazie ai video dei suoi discorsi divenuti virali in Rete. “E far vedere un giovanotto che spacca tutto e in maniera iconoclastica butta via il lavoro di tanta gente, tra l’altro nella città che produce le cose che lui distrugge, i fiori, che sono un lavoro per centinaia di persone in quel luogo, mi è sembrato veramente di grandissima maleducazione, non giustificabile. Non è che tutti quelli a cui va via l’audio si trasformano in fiere feroci“, ha concluso lapidario. E con queste parole si spera di archiviare definitivamente anche questa polemica.