Politica

“Trasparenza sulle attività dei portatori d’interesse”: l’appello di The Good Lobby ai candidati governatore in Lombardia e Lazio

L'organizzazione non profit che si occupa di promuovere democrazia partecipativa chiede agli aspiranti presidenti di Regione d'intervenire sul controllo delle attività di lobbying e sul voto ai fuorisede. Alla richiesta di un impegno formale e pubblico sui due temi hanno risposto, al momento, solo Pierfrancesco Majorino e Attilio Fontana in Lombardia e Alessio D’Amato in Lazio

Le richieste sono semplici ma di rilevante importanza: intervenire sulla trasparenza delle attività dei portatori di interesse e impegnarsi per concedere il diritto al voto agli elettori fuorisede. The Good Lobby, l’organizzazione non profit che si occupa di promuovere democrazia partecipativa e politiche di trasparenza, ha rivolto così un appello a tutti i candidati alla presidenza della Regione in Lombardia e Lazio. Alla richiesta di un impegno formale e pubblico sui due temi hanno risposto, al momento, solo Pierfrancesco Majorino e Attilio Fontana in Lombardia e Alessio D’Amato in Lazio.

“Il Qatargate ha messo in luce i rischi” – Il recente scandalo che ha scosso Bruxelles e coinvolto a pieno titolo l’Italia ha fatto nuovamente emergere quanto sia necessario un meccanismo di prevenzione, in particolare in un periodo che vede l’Italia impegnata a investire i fondi del Pnrr. Un intervento che per The Good Lobby non è più rinviabile. “Il QatarGate ha messo in luce i rischi di una mancanza di partecipazione a processi decisionali trasparenti e la necessità di una rendicontazione puntuale degli incontri che i decisori pubblici fanno con i portatori di interessi”, spiega al ilfattoquotidiano.it Federico Anghelé, direttore di The Good Lobby. “Il rischio – aggiunge – è quello di generare altri scandali che possano minacciare ulteriormente la credibilità e l’integrità delle Istituzioni”.

“Dal Parlamento poca disponibilità su questo fronte” – Mentre a livello nazionale tarda ad arrivare una legge sul lobbying, nonostante le ripetute segnalazioni delle principali istituzioni internazionali, anche le Regioni, infatti, possono fare la loro parte per regolamentare la materia e prevenire la corruzione. “Purtroppo – sottolinea Anghelé – la legge a livello nazionale non è riuscita a essere approvata nella scorsa legislatura, così non vedendo una grande disponibilità da parte di questa maggioranza a portare avanti il provvedimento, ci siamo rivolti ai candidati alle regionali. Tutto questo considerando l’importanza che le Regioni hanno anche in virtù dei progetti di autonomia differenziata, che potrebbe fare spostare sempre di più l’asse decisionale su questi enti”.

“In Lombardia registrati solo 90 lobbisti” – Al momento solo 7 Regioni in Italia si sono dotate di una propria regolamentazione sul lobbying, ma quasi sempre i provvedimenti sono solo formali e non producono risultati sufficienti. Tra queste Regioni c’è anche la Lombardia che ha approvato una legge nel 2016 e dispone di un Registro della trasparenza. Ma le criticità segnalate da The Good Lobby sono tante: nel registro, ad esempio, “risultano iscritti meno di 90 portatori d’interessi, un numero davvero esiguo – sottolineano dall’organizzazione – considerato che la Lombardia governa oltre 10 milioni di abitanti e ha competenze su materie importanti come la sanità e l’ambiente”. Per questo c’è la richiesta di migliorare la normativa. “E’ necessario un sistema reale di controlli e soprattutto che sia tassativo che le Istituzioni incontrino solo portatori di interessi presenti nel registro. Altrimenti questo tipo di regolamentazioni rimangono solamente norme burocratiche e cosmetiche”, dichiara Anghelé. Dall’altro fronte, la Regione Lazio parte invece da zero, non essendosi ancora dotata di norme sul lobbying.

Il voto ai fuorisede – Altro tema presente nell’appello è quello portato avanti dalla “Rete Voto sano da lontano”, che riunisce 12 associazioni del terzo settore e movimenti studenteschi, per richiedere l’approvazione di una legge sul voto a distanza. Ai candidati è stato chiesto un impegno pubblico a portare sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni il tema: “Non possiamo permetterci di continuare ad ignorare questo grave vulnus del nostro sistema democratico”, sottolineano da The Good Lobby. Come si evince dai dati Istat, in Italia ai quasi 5 milioni di elettori fuori sede è ancora negato il pieno diritto di voto. Un problema che riguarda anche questa tornata elettorale delle regionali. In Lombardia il 2.20% di elettori abita fuori sede ad oltre 4 ore di viaggio dalla propria residenza. In Lazio il 3.50%. Due regioni che, rispetto a tante altre, non hanno un numero molto alto di fuori sede ma l’appello della Rete Voto sano da lontano è finalizzato a riaccendere i riflettori sul tema.

Majorino e Fontana rispondono all’appello – Dalla Lombardia il primo a rispondere all’appello è stato il candidato di Pd e M5s, Pierfrancesco Majorino, che si è detto favorevole ad apportare i “necessari miglioramenti” al registro della trasparenza, con la previsione anche dell’agenda degli incontri con i portatori d’interesse dei membri della giunta. Ad accogliere l’iniziativa è stato anche il candidato del centrodestra, il governatore uscente Attilio Fontana, che si è però limitato ad aprire “alla possibilità di eventuali revisioni e aggiornamenti in materia nel corso della prossima legislatura”. Entrambi hanno assicurato anche il loro impegno per chiedere un intervento legislativo sul voto per i fuori sede. Non pervenuta invece Letizia Moratti, candidata in quota Azione e Italia viva, che ad oggi ancora non si è espressa sui due temi.

Chi ha risposto nel Lazio – Dal Lazio, invece, l’unica risposta all’appello è arrivata dal candidato del Pd, Alessio D’Amato: “Credo – ha commentato – che un atto normativo finalizzato a promuovere la trasparenza dei processi decisionali delle nostre istituzioni, così come la loro tutela da interferenze indebite, rappresenti una fondamentale garanzia a beneficio di tutti i cittadini e un contributo concreto alla pienezza della nostra vita democratica”. D’Amato ha anche aderito all’appello della “Rete Voto sano da lontano”. Attesa ancora per gli altri candidati in lizza per il Lazio, Francesco Rocca del centrodestra e Donatella Bianchi del M5s, a cui The Good Lobby ha rinnovato il proprio appello affinché prendano posizione su questi due temi.