La morte di due persone sul posto di lavoro, in porto, in due giorni, ha scosso profondamente i lavoratori portuali in tutta Italia. Sciopero a Trieste, dove giovedì 9 ha perso la vita il 58enne Paolo Borselli e a Civitavecchia, dove ieri è morto Alberto Motta, 29enne precario.
“Non è più tempo di sacrificare lavoratori alle dinamiche del risparmio e ai tagli del personale e della sicurezza per aumentare i profitti delle multinazionali – dice il portavoce Usb Mare e Porti Josè Nivoi – Se c’è una guerra da dover combattere, l’unica, è quella contro gli omicidi sul lavoro, istituendo il reato di omicidio sul lavoro, così come da anni chiediamo il riconoscimento del lavoro nei porti come usurante: se la nostra richiesta fosse stata accolta, Paolo Borselli non sarebbe stato a 58 anni su un carrello a movimentare carichi pesanti e oggi sarebbe vivo”.
Per il delegato alla sicurezza di sito per la Filt Cgil di Genova Luca Franza, la questione è anche legata alla scarsa accessibilità che viene concessa ai rappresentanti dei lavoratori che per legge dovrebbero poter controllare che i lavori vengano svolti in sicurezza in coordinamento con le Autorità Portuali e le aziende sanitarie locali. Oltre agli scioperi di questi giorni a Trieste, Civitavecchia e nei principali porti italiani (oggi dalle 7 è in corso a Genova anche il volantinaggio dei sindacati confederali al varco portuale di ponte Etiopia), l’USB Mare e Porti ha già proclamato per il 25 febbraio lo sciopero in tutti i porti italiani, con manifestazione nazionale alle 14.30 nel porto di Genova “abbiamo legato lo sciopero sulla sicurezza a quello già programmato contro il transito di armi dai porti, perché oltre alla questione etica c’è anche lì al centro una questione di sicurezza sul lavoro e perché i soldi che non si trovano per la prevenzione vengono invece utilizzati senza remore per finanziare l’escalation bellica e gli investimenti nell’industria militare”.
Anche la Filt starebbe comunque lavorando a uno sciopero nazionale sulla sicurezza: “Stiamo spingendo per dichiarare una giornata di sciopero per potenziare e rendere realmente efficace la figura dei RLSS, responsabili dei lavoratori per la sicurezza di sito portuale” spiega Luca Franza dal varco principale del Porto di Genova, dove proprio durante lo sciopero per il 32esimo morto sul lavoro all’interno dell’area portuale venne lanciata, nel 2009, la proposta di legge che obbliga le autorità portuali a dotarsi di responsabili dei lavoratori per la sicurezza che tuttavia, a oggi per il delegato sindacale “non ha reale ed efficace agibilità all’interno dei terminal”.