Questa storia comincia con una parrucca blu, di quelle che si comprano online. “Ho comprato una parrucca blu/e ho messo un po’ di trucco in più/per nascondere la sofferenza/o per dirmi che non è una sentenza”, canta Joia B nella sua nuova canzone, Un tempo per volare. È un brano che ti avvolge, ti accarezza, ti porta con sé alla scoperta di un nuovo modo di guardare. Una vera chicca. Non solo per la voce vellutata e potente dell’artista, per la qualità della musica composta da Bruno Illiano e per il testo delicato e mai eccessivo. Ma per il tema che affronta, mai trattato nel pop rock italiano.
Joia B, 41 anni, racconta in questo suo singolo la storia di una donna che scopre di avere il cancro al seno e decide di vivere il presente, di cogliere la malattia come un’opportunità per rivoluzionare il suo essere. Quella donna è lei. Ma è anche migliaia di altre donne che vedi in giro con il foulard arrotolato, la bandana, oppure nulla. E sai già tutto.
Incontriamo Joia B al Palafiori, dove si svolgono molti degli eventi legati al Festival. È stata invitata a presentare alla radio di Casa Sanremo alcune sue canzoni, fra cui questo Un tempo per volare, già ospitato all’Ariston lo scorso aprile nella rassegna Sanremo Sol. Arriva da Napoli, ha lasciato i bimbi a casa con il marito per prendersi qualche giorno per sé e per il suo lavoro. “La consapevolezza che dedicare tempo a se stessi e ai propri sogni è fondamentale per stare bene è stata uno degli insegnamenti che mi porto dietro dalla malattia – dice – In due anni di cure ho imparato che sognare, immaginarsi e immaginare sono le più grandi risorse che abbiamo. Ed eccomi qui a cercare un produttore che creda in ciò che ho da raccontare al pubblico”.
Condividere la sua esperienza di rinascita: “Non racconto la malattia – spiega – ma la liberazione dalle paure, la libertà che si prova quando si decide di rovesciare una situazione negativa, di coglierne il senso per se stessi e la propria vita”.
Ma a questa consapevolezza Joia B è arrivata giorno dopo giorno, cura dopo cura. All’inizio è stato difficilissimo accettare la diagnosi. E dire agli altri: “Ho il tumore, devo operare e ricostruire entrambi i seni, non so se ne uscirò”. “La gente ti etichetta – rivela – lo fa in buonafede ma quando ti chiede come stai con quell’aria di compatimento ti fa sentire una condannata a morte”. Joia B invece voleva ridere il più possibile, divertirsi, sentirsi in uno stato provvisorio di difficoltà. E se non poteva andare al mare si portava i libri e la musica in ospedale e leggeva, studiava, progettava: cercava un piano B, appunto, per sdrammatizzare.
“Sapevo che avrei perso i capelli e allora mi sono fatta rasare prima. Ma con il disegno di una piuma sulla nuca. Poi, diventata calva, ho iniziato a immaginarmi con parrucche colorate: perché sono estrosa e bizzarra ma non avevo il coraggio di indossarle, temevo di essere ridicola a coprire gli effetti delle terapie con capigliature sgargianti e vistose”.
Invece, arriva il giorno in cui la cantante si decide e acquista una parrucca blu. È il momento della svolta: da quella cascata di capelli finti nasce una persona nuova. Capace di ridere anche appena prima dell’intervento chirurgico: “Beh, è l’occasione per rifare le tette!”. Ma soprattutto per Joia B è l’occasione di rinascere. Come? Anche con una canzone.
L’ambientazione del video di Un tempo per volare è il tendone di un circo. Ma un circo vuoto. Non ci sono animali né pagliacci, non ci sono domatori e giocolieri: c’è una ragazza sola al centro della pista che prova a fare acrobazie con gli sputafuoco attorno che le lanciano addosso fiamme. Ma lei si arrampica sul drappo di tessuto e danza. “Vorrei essere un faro per le altre donne – rivela la cantante – dar loro una luce con la mia musica. C’è una forza interiore in ognuna di noi che può addirittura rovesciare la situazione e farla diventare un’esperienza alla scoperta di sé”.
Ne è passato di tempo da quando Joia B era una studentessa talentuosa dell’accademia Bellini di Napoli e dell’Università popolare dello spettacolo. Dal primo concorso vinto, a soli 14 anni, che le è valso una borsa di studio per un corso con i Matia Bazar e Bobby Solo, ha collezionato tanti riconoscimenti: dal premio E. A. Mario fino al recente Ritratti di territorio che si svolge in Campania.
Canta nei concerti e nelle rassegne nazionali e del suo amato territorio, ha cantato come testimonial alla Notte dei Ricercatori, il grande evento dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli. Fa parte del programma Vela Rosa, che raccoglie le donne che hanno subito la mastectomia. “Faremo la nostra prima regata a giugno in Puglia”, dice. E aggiunge: “Se il vento cambia noi cambiamo rotta”.
“Mi hai trasmesso tanta positività già dall’immagine del profilo – scrive sul suo Instagram una follower – mi sembra di vedere l’uscita dal tunnel ascoltando la tua bellissima canzone”. Ma non chiediamole quanti follower la seguono sui social. “Non lo so nemmeno – risponde – non mi sono posta l’obiettivo di diventare influencer. Ho solo condiviso la mia musica. Per me ogni donna che scrive è gioia pura. Anche fosse solo una”.