Andrea Cozzolino va agli arresti domiciliari e potrà uscire per due ore al giorno in attesa della decisione sulla richiesta di estradizione prevista il prossimo 14 febbraio. È questa la decisione della giudice Gabriella Gallucci della Corte d’Appello di Napoli che ha convalidato l’arresto del Gico della Guardia di finanza in esecuzione del mandato europeo spiccato dalle autorità belghe contro l’europarlamentare del Pd, coinvolto nella scandalo Qatargate.
Cozzolino torna quindi nella sua abitazione al Vomero dopo aver trascorso a Poggioreale quasi 24 ore, in seguito all’arresto avvenuto venerdì pomeriggio in una clinica di Napoli dove si trovava per accertamenti. Il giudice ha infatti valutato “esistente” il pericolo di fuga ritenendolo “moderato” e lo ha anche autorizzato a uscire due ore al giorno per “provvedere alle proprie esigenze di sostentamento e sanitarie”.
Le contestazioni che vengono mosse all’europarlamentare – si legge nell’ordinanza di convalida dell’arresto – fanno riferimento al periodo che va dal primo gennaio 2018 al 15 luglio 2022, nella sua veste di parlamentare europeo nonché presidente dal 2019 della Delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e co-presidente della Commissione parlamentare congiunta Euro-Marocchina, oltre che componente della commissione speciale Pegasus.
In associazione con l’ex eurodeputato di Articolo 1 Antonio Panzeri, l’assistente Francesco Giorgi, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, nonché i colleghi eurodeputati Marc Tarabella e Maria Arena, scrivono gli inquirenti, avrebbe “indebitamente ricevuto, per conto del governo del Marocco, verosimilmente da tale” Abderrahim Atmoun, diplomatico di base a Varsavia che per gli inquirenti avrebbe svolto il ruolo del portatore dei soldi che si muovevano sull’asse Bruxelles-Rabat, “danaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo da favorire gli interessi del Marocco all’interno del Parlamento Europeo”.
Il mandato di arresto, ad avviso dei suoi legali, è “illegittimo e ingiusto” perché basato “su un quadro indiziario del tutto evanescente e si fonda su mere presunzioni e sospetti, prive di riscontri oggettivi basilari per un’accusa di corruzione”. Cozzolino, sottolineano gli avvocati Federico Conte e Dezio Ferraro, “da mesi ha chiesto, ripetutamente, di essere sentito dal giudice, prima e dopo la revoca dell’immunità” di cui godono gli eurodeputati e ribadirà “la sua estraneità ai fatti e lo documenterà in tutte le sedi, ma è ovviamente provato da una misura umiliante quanto immotivata, a maggior ragione per la disponibilità” che “ha sempre mostrato alla magistratura belga”.