Di solito la serata delle cover è la più bella del festival. In passato ci ha regalato momenti indimenticabili. Questa volta non so, anzi direi di no. Mi sembra che qualcosa non abbia funzionato del tutto, che la serata sia trascorsa lentamente tra improvvise accensioni persino eccessive (il duetto tra Arisa e Gianluca Grignani indubbiamente coinvolgente, ma che non sembrava in grado di concludersi) e lunghi momenti sottotono.
Forse non ha giovato la scelta di troppi medley prevedibili o di versioni sussurrate di canzoni dotate, nell’originale, di ben altro tono: La notte vola, l’esempio più clamoroso, ma anche Azzurro, benché in quel caso ci sia la giustificazione della presenza di Carla Bruni e del suo celebre “vocino”. Di sicuro non ha giovato la presenza di Chiara Francini con i suoi continui birignao, le sue gag telefonatissime (l’umiltà che l’ha spinta a nascondersi in platea), le sue battute da oratorio (i consigli della nonna Orlanda furiosa).
Chi invece ha fatto ancora una volta un’ottima figura è stato Amadeus. A lui è stata affidata la patata più bollente della serata. Riassumiamo: in Italia c’è un ministro della Cultura piuttosto singolare. Non contento di aver attribuito, nel recente passato, a Dante Alighieri la fondazione della destra italiana e di aver invitato la Rai a realizzare biografie di personaggi scomodi che la Rai ha già realizzato da tempo, nella settimana sanremese decide di intervenire direttamente sulla scaletta della serata di venerdì.
Poiché, quest’anno, la quarta serata coincide con la giornata del ricordo, una complicata ricorrenza che unisce in una stessa data il ricordo dei crimini delle foibe e quello della cacciata degli italiani dalle terre conquistate dalla Jugoslavia, Sanremo – dice il ministro – non può esimersi dal ricordare. Un bel problema per autori e direzione artistica risolto dal conduttore con la lettura pacata, sobria e intensa di un brano del diario di una delle vittime della tragedia. E come se non bastasse stasera gli tocca fare il bis con la lettera di Zelensky. Se gli riesce bene anche questa “santo subito”.