“Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo Paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili. Bastava che cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”. Così il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi fermato dai cronisti dopo il voto per le regionali in Lombardia. L’ex premier torna così ad attaccare il presidente ucraino dopo che lo scorso mese di ottobre era trapelato un suo audio nel quale esprimeva giudizi pesanti su Zelensky, generando reazioni imbarazzate nella maggioranza.
Sollecitato sul tema della pace in Ucraina, Berlusconi continua: “Per arrivare alla pace penserei che il presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e mettergli a disposizione un piano Marshall a 6, 7, 8, 9 mila miliardi di dollari per ricostruire l’Ucraina, a una condizione: che da domani ordini il cessate il fuoco anche perché noi da domani non daremo più dollari e armi, solo una cosa del genere potrebbe convincerlo”. Berlusconi non fa però alcun riferimento alla guerra di aggressione in corso da un anno (e che non accenna a cessare) da parte della Russia sull’Ucraina.