E se in fondo avesse ragione lui? Sanremo “ventiventitre” pare più che altro la rivincita di Fedez. Nel pendolo di casa Ferragnez il rintocco del festival se lo prende, per una volta, quello che porta i pantaloni. La ruota della popolarità gira, si sa. Anche perché se proprio vogliamo dirla tutta nel panorama della musica italiana odierna Fedez è l’unico che dice quello che gli passa per la testa. E tra terzi palchi, crociere con piscina, duetti malandrini e posto da abbonato in prima fila, Federico Leonardo Lucia è diventato quello da “milioni di follower” che dentro al contenitore dei social, e alle canzoni monotono dei rapper tatuati dell’Ariston, ci mette un po’ di ciccia. Con gli Articolo 31 lancia un “Giorgia legalizzala” che è sì una provocazione antica, e inutile (se non ce l’hanno fatta nemmeno le maggioranze diversamente di destra, figuriamoci FDI), ma sentirla dire è diverso dal non dirla proprio.
Poi ancora: la foto del viceministro con la svastica sul braccio. Un altro oggetto d’antiquariato riemerso dal baule delle cose molto brutte e sviscerate fino alla nausea, ma anche qui: a Fedez gli fa schifo e lo dice, oltretutto fregandosene e scavalcando il Gran Consiglio della Rai. Infine il bacio con la lingua a Rosa Chemical. Che poi con un rewind adeguato diventa pure qualcos’altro. Perché l’autore di Made in Italy va a tirare per il braccio il silente Fedez e riceve un po’ quello che Stefano Coletta ha regalato ad Arisa che gli porge il microfono per cantare Destinazione paradiso: scena muta. È Rosa a imporre una posizione di Andromaca al contrario all’amico Fedez, che sghignazza ma, come dire, “non spinge”. A quel punto infatti scatta il coinvolgimento dell’autore di Comunisti col rolex nel quadretto del palco vero e proprio, con Rosa Chemical che lo trascina fino al fiocco clamoroso, a cui Fedez non si sottrae.
Chiaro, un mezzo calcolo commerciale nell’istante in cui Fedez opta per il limone c’è, e nelle immagini si vede. E allora via di mulinello. Detto questo, il ragazzo della via Citylife ruba la scena per onestà morale, mentre attorno si affastellano monologhi imbarazzanti e tiratine storiografiche d’orecchie. Così prima delle dimissioni del vertice Rai, Fedez lancia la volata per un nuovo gradino della saga Ferragnez, con Chiara in stand-by appesantita dal camiciotto Goldfinger firmato Schiapparelli. Così adesso se durante la seconda stagione della serie di Amazon Prime dall’armadio della camera da letto sbucasse Rosa Chemical pronto all’assalto di Fedez, come nelle pochade Banfi-Bouchet-Montagnani, la parte della comprimaria toccherà inevitabilmente alla Ferragni. È l’epoca della narrazione gender fluid, bellezze, e un pelo di Fedez tira più di un carro di click.