“La donna e madre guerriera”. È questa l’idea alla base del primo abito indossato da Chiara Ferragni durante la finalissima del Festival di Sanremo. L’imprenditrice digitale torna all’Ariston perfettamente padrona della scena e scende la scalinata come una dea dall’Olimpo. Il look di Schiaparelli con l’iconico bustino dorato trompe l’œil in resina metallizzata la fa sembrare simile ad una dea greca con il suo peplo monospalla, in questo caso in seta blu elettrico. Caschetto piastrato e maxi orecchini dorati coordinati alla catena con lucchetto a forme di cuore incastonata nel corpetto.
“Essere donne senza dover essere considerate solo delle madri. La lotta femminile contro la colpa di voler conciliare tutto è stato il tema che abbiamo chiesto di elaborare a Daniel Roseberry per questo abito realizzato dalla maison Schiaparelli”, le prime righe che si leggono nella didascalia. Continua poi spiegando che: “La durezza dell’armatura oro scolpita sui seni di Chiara rappresenta una forza che non ha bisogno di imitare quella maschile per essere considerata di pari livello – spiega il suo manager Fabio Maria D’Amato -. Mentre la sottoveste di satin è dipinta di blu perché è da sempre il colore associato alla sacralità della maternità qui rappresentata come stereotipo della donna mentre nutre un bambino d’oro”. Non essere considerate solo apparati riproduttivi è la scelta per cui combattere ogni singolo giorno!”.
La serata prosegue ed ecco che c’è un nuovo cambio d’abito. Il colore dominante e che fa da filo conduttore è il blu. Questa volta è un abito, anche lui lungo, con una stampa dorata del corpo di Chiara (un concetto simile con l’abito indossato durante la prima serata). È un abito che si chiama semplicemente Body Painting: “L’impronta oro di un corpo di donna impresso sul blu di un abito a colonna. L’audacia di quel gesto artistico e scandaloso dell’artista Yves Klein ha ispirato il look della SS 2023 di Schiaparelli che secondo Daniel Roseberry era la sintesi perfetta del nostro progetto sanremese”, spiega lo staff di Chiara Ferragni. Proseguendo poi: “Nel lavoro dell’artista francese i corpi delle donne erano liberati dalla loro immobilità di manichino e chiamati a imprimere autonomamente le proprie forme su grandi canvas bianchi da dipingere in blu. Liberate il vostro corpo e fatene ciò che volete perché il corpo della donna è il capolavoro massimo della creazione”.
Poi ecco tornare i dettagli anatomici nel terzo outfit: è un abito in crêpe di lana con scollo profondo e una collana dorata impreziosita da strass ma soprattutto da un pendente trompe l’œil raffigurante l’utero. “Composta da diverse sezioni di corpo di donna, è il simbolo dell’attivismo per i diritti riproduttivi“. Un messaggio forte che come sempre Chiara vuole lanciare e portare sul palco di Sanremo: “L’abito e il gioiello disegnati appositamente da Daniel Roseberry per Schiaparelli ricordano a tutti che i diritti riproduttivi sono diritti umani. Perché l’accesso all’aborto sicuro e alla procreazione assistita è una questione di diritti umani a cui non dobbiamo rinunciare. Non permettiamo che le lotte vinte dalle nostre madri debbano essere combattute anche dalle nostre figlie”. Anche il quarto look è una riflessione sul tema iniziale della dicotomia tra maschile e femminile: “La femminilità maschile“, è infatti il titolo del progetto che prevede per Chiara un completo con pantalone di velluto nero a zampa, giacca cropped dalle maxi spalle anni ’80 e sotto un corsetto in doppio raso bianco ricamato con un motivo iconico di perle, badla e lurex. A completare il tutto orecchini pendenti a forma di cuore e una spilla a forma di colomba. “In molti credono che una donna per essere presa sul serio in certi ambiti debba assumere comportamenti maschili o debba vestirsi da uomo per dimostrare capacità di leadership – si legge nel relativo post su Instagram -. L’abito pantalone in velluto nero, interrotto da un corsetto con ricamati di perle a forma di addominali, vuole essere una caricatura a questo stereotipo sessista. Un messaggio agli uomini ancora convinti nella narrazione del ‘mostrare i muscoli’ per essere definite donne degne di rispetto. Non rinunciate alla vostra femminilità perché da qualcuno è considerata un punto di debolezza perché è proprio lì che si trova la forza delle donne”.
Temi in linea con quelli affrontati attraverso gli abiti sfoggiati da Ferragni durante la prima serata del Festival, martedì 7 febbraio, tutti opera della stilista di Dior, Maria Grazia Chiuri, da sempre legata all’influencer. L’esordio è avvenuto con un vestito in taffetà di seta nera con corsetto drappeggiato e gonna ampia completato da un importante stola bianca con la scritta: “Pensati libera”: “È dedicato a tutte le donne che hanno voglia di sentirsi semplicemente loro stesse senza essere giudicate”, ha spiegato. Poche ma dirette parole per lanciare un importantissimo e potente messaggio. “Quando abbiamo iniziato a pensare agli abiti per le due serate di Sanremo abbiamo subito capito di non volere vestiti solo perché eccentrici o pretenziosamente belli, ma sentivamo la necessità di portare sulw palco più popolare d’Italia un messaggio sociale, anche attraverso la moda“. Ma il vero effetto woow è arrivato con l’abito dall’effetto nudo, sia per il colore che per il rilievo delle sue forme: è “il vestito senza vergogna”.“Non è trasparente, ma ha un disegno del mio corpo”, ha sottolineato l’imprenditrice vedendo le espressioni attonite dei due conduttori. E ha fatto subito subito la storia: “Questo è il corpo di una donna, quello di Chiara Ferragni che vorrebbe dare voce a tutte le donne del mondo a cui vengono imposti divieti e abusi, a tutte coloro a cui viene detto che il loro corpo genera vergogna, che è solo un oggetto del desiderio o che istiga al peccato. Questo è il corpo di tutte. Chi è senza peccato scagli la prima pietra!”, ha sottolineato poi su Instagram presentando il progetto.
Infine, l’abito contro l’odio: apparentemente un vestito a sirena semplice, lungo, bianco. Niente di particolare. Ma appena la telecamera si è avvicinata alcuni dettagli sono stati svelati: sul vestito erano scritti infatti alcuni dei tanti commenti negativi che Ferragni riceve quotidianamente dai suoi haters. L’intento è quello di portare “sul palco del teatro Ariston alcune delle critiche rivolte a Chiara sul suo aspetto, sul suo corpo e soprattutto sulla sua libertà di sentirsi donna oltre che mamma. Le frasi di disprezzo ricamate in perle nere sono le vere offese che ogni giorno gli haters rivolgono alle sue foto postate su Instagram”. Maria Grazia Chiuri, la firma anche di questo terzo abito della prima serata, “ha avuto l’idea di ricamare queste parole NERE su un peplo BIANCO come la pagina di un libro che racconta quel disprezzo infruttifero contro il quale lottare ogni singolo giorno. Portando queste frasi sessiste a Sanremo vogliamo spronare tutte a fregarsene e ricordare alle donne di non farsi abbattere da chi odia perché sono solo i pareri di chi ci ama a contare veramente”.