“Sanremo? Ho seguito qualcosa, io tifavo per Giorgia”. Così il candidato del centro-destra alla Regione Lazio, Francesco Rocca, uscendo dal seggio dove ha votato stamattina al quartiere Trionfale rispondendo ai giornalisti sul festival di Sanremo che si è concluso ieri.
“Se è stata un’edizione politicizzata? Non mi sono sentito coinvolto, è stata una bella edizione, con tantissimo pubblico per quello che ho letto sullo share – ha aggiunto – Le trasmissioni di intrattenimento, secondo me, devono essere anche occasioni di informazione per veicolare messaggi sociali, senza però ovviamente radicalizzare mai, questo non va bene. Non lo so se è stato radicalizzato, non l’ho mai visto in questi giorni, tranne ieri sera qualcosina”, ha concluso.
Politica - 12 Febbraio 2023
Sanremo, Francesco Rocca: “Se è stato politicizzato? È stata una bella edizione, tifavo per Giorgia”
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- 18:47 - Violenza su donne: Meloni in Cdm, 'politica sia unita, su obiettivo 'mai più' no a divisioni'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Nel contrasto della violenza contro le donne "siamo determinati a dare vita ad una grande svolta culturale, donne e uomini insieme, alleati, affinché si possa davvero dire: mai più. La politica ha già saputo dare in più occasioni un segnale di unità e mi auguro che si possa continuare su questa strada, al di là delle differenze e oltre gli steccati ideologici. Perché sulle soluzioni ci si può confrontare e anche scontrare, ma su un obiettivo come questo non ci possiamo dividere". Lo ha detto, a quanto si apprende, la premier Giorgia Meloni in apertura del Consiglio dei ministri.
"Oggi è 25 novembre, e ricorre la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. La violenza sulle donne è un fenomeno complesso - ha esordito la presidente del Consiglio in Cdm -, che si manifesta in mille forme e comincia in mille modi. Il femminicidio è il suo volto più estremo e brutale, ma sono tanti i modi in cui si manifesta. C’è la violenza che si sviluppa all’interno delle relazioni o per la fine di una relazione che l’uomo non accetta. C’è la violenza che si consuma sui luoghi di lavoro, con molestie o ricatti. C’è una violenza più legata al tema della sicurezza, pensiamo agli stupri o alle aggressioni nelle nostre città".
"Le cronache ci raccontano ogni giorno storie drammatiche e descrivono una realtà, pur nel lieve calo di femminicidi rispetto allo scorso anno, che deve spingerci a fare sempre di più e a non abbassare mai la guardia", ha esortato Meloni.
"La lotta alla violenza contro le donne è una priorità del governo. Abbiamo aumentato i fondi per i centri anti-violenza e le case rifugio. Li abbiamo quasi raddoppiati, portandoli a livelli mai visti prima. Abbiamo reso strutturale il cosiddetto “reddito di libertà”, e abbiamo fatto in modo che fosse compatibile con altre misure di sostegno al reddito. Abbiamo investito in campagne di sensibilizzazione attraverso la cultura, lo sport e le scuole. Abbiamo promosso la conoscenza del 1522, il numero della Presidenza del Consiglio a disposizione delle vittime di violenza e stalking".
"L’aumento delle chiamate - ha rimarcato ancora la premier - ci racconta di un fenomeno che siamo ancor ben lontani dall’aver sconfitto ma è anche un segnale positivo, perché molto spesso chiedere in tempo aiuto e assistenza è un passo decisivo per salvare la propria vita e iniziare un percorso di libertà e di rinascita. Con una legge approvata all’unanimità dal Parlamento, abbiamo messo a disposizione delle donne e di chi lavora ogni giorno per impedire che una tragedia si possa consumare nuovi strumenti normativi e operativi. Ciò per rendere più efficace la prevenzione, perché riconoscere i campanelli d'allarme e intervenire tempestivamente può essere determinante per evitare che una donna venga uccisa, che ci siano figli costretti ad assistere ai maltrattamenti o a piangere la morte della propria madre".
"È centrale, da questo punto di vista, la formazione degli operatori perché le Forze dell’ordine, la magistratura, gli operatori sanitari e chi lavora nel sociale devono essere sempre di più in grado di riconoscerne i segnali, e rapportarsi con le vittime in modo adeguato. Intercettare questi segnali prima che sia troppo tardi è fondamentale e richiede sensibilità e competenza".
- 18:37 - **C.sinistra: Borghi (Iv), 'nuovo M5S? Sospendo giudizio, a Schlein spetta sintesi coalizione'**
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Enrico Borghi, capogruppo Iv al Senato, sospende il giudizio al momento sul nuovo M5S nato dalla Costituente. "Vedo ancora possibili strascichi interni, ma è chiaro che il Movimento di Grillo e Casaleggio è al capolinea e avanza il partito di Conte". Un possibile compagno di strada? Iv non mette veti. Quanto a quelli degli altri -5 Stelle e Avs- il presidente dei senatori renziani li definisce "rumore di fondo". Ed è a Elly Schlein che spetta la sintesi. "Con il centro riformista è possibile archiviare la stagione meloniana, si parta da qui", dice Borghi interpellato dall'Adnkronos.
Presidente Borghi, come valuta gli esiti della Costituente M5S? "Sospenderei il giudizio politico finale in attesa dell'evoluzione completa della loro discussione interna. Mi pare che siano ancora impegnati in una discussione molto profonda, con possibili strascichi. Anche se appare chiaro che il Movimento 5 stelle pensato e voluto da Casaleggio e Grillo è al capolinea, e al suo posto avanza il partito di Giuseppe Conte".
Conte e Avs confermano che, per loro, Iv è fuori dal perimetro dell'alleanza di centrosinistra. Come risponde? "Nella storia della sinistra italiana c'è da sempre una componente che non vuole farsi carico del governo, ma che si crogiola nell'enunciazione di un rivoluzionarismo verbale cui non corrisponde mai l'assunzione delle responsabilità. Ogni volta che si affaccia sulla scena un riformista che è in grado di far vincere alla sinistra la sfida della modernità del governo, viene vissuto da costoro come il nemico pubblico. Perché è più facile e più comodo raccontare di puntare al programma massimo, salvo rimanere all'opposizione perché non si vuole fare la fatica della sintesi".
"E' un film che abbiamo già visto -prosegue Borghi-, e che ha caratterizzato tutta la Seconda Repubblica a sinistra, coi risultati noti. Vince Prodi, e lo si manda a casa due volte. Si candida Veltroni, e lo si impiomba. Vince Renzi, e lo si sabota. Peraltro, una coalizione imperniata esclusivamente sulla riedizione aggiornata della foto di Vasto con Schlein, Fratoianni e Conte a prendere il posto di Bersani, Vendola e Di Pietro continuerebbe ad avere lo stesso limite: non parlare all'elettorato di centro e riformista, che chiede pragmatismo e modernizzazione e non ideologismo. Noi abbiamo accettato un dialogo perchè lo ha proposto il Pd, e lo ha confermato anche in questi giorni. E a quello ci atteniamo. Il resto è rumore di fondo".
Spetta a Elly Schlein tenere tutti dentro? "E' evidente! Nessuno può disconoscere che, anche alla luce delle elezioni regionali, al Pd e quindi alla sua leadership spetti il compito del raccordo e della sintesi della coalizione. Che deve basarsi su alcuni, ma essenziali, principi di fondo. Il primo: pari dignità di tutte le forze politiche che la compongono. Il secondo: programma condiviso come elemento di vincolo e di raccordo tra tutti. Il terzo: puntare sulle ragioni che uniscono, anzichè sui motivi di diversità. Il centro riformista può portare alla coalizione quel 'quid' in termini sia di consensi che di qualità politica tale da rendere il nuovo centrosinistra competitivo su tutto il territorio nazionale. Se si vuole archiviare la stagione della destra meloniana, si deve partire da qui".
Superato il limite dei due mandati, ora Fico potrebbe candidarsi. Iv in Campania sarà con De Luca, se si ricandiderà, o è pronta a valutare una candidatura della coalizione come potrebbe essere quella di Fico? "Il futuro della Campania va deciso a Napoli, non a Roma. E comunque ancora non ho capito il motivo per il quale a De Luca dovrebbe essere precluso quello che è stato possibile per Errani, Formigoni e Zaia. In generale, ogni volta che a sinistra si mette in campo la logica dei due pesi e delle due misure, condita di una presunta superiorità etica, non finisce bene. Possibile che la lezione della Liguria non sia stata ancora appresa?".
- 18:25 - Governo: al via Cdm
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - E' iniziato il Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi. Sul tavolo -dove non arriverà l'atteso dl sulla giustizia, rinviato alla prossima settimana- figurano, tra le altre misure, un ddl sul mare e un decreto legislativo sulle rinnovabili. Al termine del Cdm si terrà una conferenza stampa con i ministri interessati dai provvedimenti vagliati.
- 18:03 - M5s: Grillo ha chiesto ripetizione voto
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Beppe Grillo ha chiesto ufficialmente la ripetizione del voto dell'Assemblea costituente. Come scrive Il Corriere della sera, il garante ha inviato una richiesta formale per una nuova votazione. Contattato dall'Adnkronos, l'entourage del co-fondatore del Movimento 5 stelle ha confermato l'indiscrezione, precisando che la richiesta è stata inoltrata oggi.
- 17:59 - **Migranti: governo pone fiducia su dl flussi**
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Il ministro Luca Ciriani ha posto in aula, a nome del governo, la questione di fiducia sul dl Flussi.
- 17:55 - Quirinale: Mattarella incontra delegazione Giovani imprenditori Confindustria
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto oggi pomeriggio al Quirinale una delegazione dei "Giovani Imprenditori" di Confindustria, guidata dal presidente, Riccardo Di Stefano.
- 17:49 - Violenza su donne: Boccia, 'destra cerca nemici per giustificare Albania, ma femminicidi italiani'
Roma, 25 nov. (Adnkronos) - “Colpisce che in una giornata come questa da destra e nel governo continuino a cercare nemici e a individuare colpevoli ‘stranieri’ per reati, come quelli della violenza contro le donne e del femminicidio, che le statistiche, non il Pd, ci dicono essere di natura non etnica ma nella maggioranza dei casi assolutamente ‘nostrana’". Lo dice il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia.
"Sono i fidanzati, i mariti che per lo più picchiano o uccidono le loro compagne, mogli o fidanzate. Mettere in rapporto migranti e violenza sulle donne può servire solo alla propaganda cara a Salvini ma da una premier donna come Giorgia Meloni ci saremmo aspettati più amore di verità. Questa narrazione non aiuta quella che dovrebbe essere una battaglia comune. Non riconoscere la violenza maschile come ragione culturale non aiuterà certo la tutela dei diritti delle donne".
"Può essere forse utile per giustificare lo spreco del centro migranti in Albania, ma i dati ci dicono che in più del 70% dei casi il femminicida è un familiare o un conoscente: il partner o l’ex partner. Quelli della violenza sulle donne e del femminicidio sono fenomeni che non riguardano l’etnia, la classe sociale, e non conta se sei andato all’università o meno: siamo di fronte a problemi di natura culturale. Che oggi, ancora, la destra cavalchi solo il problema securitario significa solo fare propaganda, non aiutare il paese a crescere e soprattutto non aiutare le donne”.