Non è escluso che, comunque, lo sciopero della fame di Cospito possa riprendere. Tutto dipenderà dalla decisione della Cassazione. Per raggiungere il suo scopo, ossia la revoca del 41-bis, può contare sul parere favorevole del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, che ha ipotizzato per l'anarchico il regime di Alta Sicurezza
L’anarchico Alfredo Cospito è tornato ad alimentarsi, con gli integratori e uno yogurt. A due giorni dal trasferimento dal centro Clinico di Opera al reparto di medicina penitenziaria del San Paolo e dopo 117 giorni di sciopero della fame, ha deciso di tornare ad assumere nutrienti in vista dell’udienza del 24 febbraio in Cassazione, dopo il parere del pg della Suprema Corte che ha chiesto per lui la revoca del 41-bis e contro il quale sta protestando privandosi del cibo. Intanto, la Procura di Milano ha aperto un fascicolo d’indagine dopo gli scontri di antagonisti e anarchici contro la polizia, sabato scorso, durante un corteo non autorizzato in solidarietà con il detenuto.
Non è escluso che, comunque, lo sciopero della fame di Cospito possa riprendere. Tutto dipenderà dalla decisione della Cassazione del prossimo 24 febbraio in vista della quale, però, ha deciso di iniziare a riprendere integratori per presentarsi il più lucido possibile, come trapela da ambienti giudiziari. Per raggiungere il suo scopo, ossia la revoca del 41-bis, può contare sul parere favorevole del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, che lo ha reso pubblico nella mattinata di lunedì dopo averlo inviato il 2 febbraio al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. In sintesi, Melillo suggerisce di trasferire Cospito in regime di Alta Sicurezza, chiedendo “all’autorità politica” di valutare “l’eventuale idoneità delle misure proprie del regime riferito al circuito della cosiddetta Alta Sicurezza e delle ulteriori opportune forme di controllo proprie dell’ordinamento penitenziario e dell’attività investigativa a contenere l’indubbia carica di pericolosità sociale del detenuto”.
Dopo i disordini di sabato scorso, la Procura di Milano indaga con le ipotesi di reato di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e porto abusivo di armi improprie dopo gli scontri, con tanto lanci di pietre e bombe carta verso la polizia, iniziati da antagonisti e anarchici a Milano, durante un corteo non autorizzato. Al procuratore Marcello Viola, che coordina il dipartimento antiterrorismo, è arrivata un’informativa della Digos nella quale risultano denunciati undici anarchici dell’area antagonista milanese, ma anche di Sondrio, Torino, Trento e Varese. I loro nomi saranno così iscritti nel registro degli indagati. E le indagini, soprattutto attraverso i filmati, andranno avanti per individuare anche altri responsabili. Il procuratore, inoltre, ha chiesto a tutti i magistrati di informarlo immediatamente su eventuali situazioni e azioni che possano essere collegate a proteste come forma di sostegno a Cospito. E gli inquirenti stanno studiando pure eventuali connessioni tra procedimenti, tra cui figura anche quello aperto nei giorni scorsi su due auto della Polizia locale incendiate. O le segnalazioni sulle scritte di solidarietà comparse in giro per la città e sugli altri cortei e disordini che ci sono stati anche fuori dal carcere milanese di Opera, dove Cospito era detenuto prima di essere trasferito nel reparto di medicina penitenziaria del San Paolo.
*In una precedente versione di questo articolo, Alfredo Cospito era stato erroneamente definito membro della Federazione anarchica italiana. FAI puntualizza che il detenuto non ha niente a che vedere con la loro organizzazione.