Poco meno di un anno fa la richiesta di fallimento per il gruppo, poi le indagini. Oggi la Procura di Milano ha chiuso le indagini per bancarotta fraudolenta nei confronti di Vincenzo, Achille e Alessandro Onorato i quali in qualità di amministratore della Compagnia di Navigazione Italiana spa (CIN) e della Moby spa, perché, stando all’ipotesi dell’accusa, durante le fasi di concordato preventivo, ne “depauperavano il patrimonio” privandole della “liquidità corrente per il regolare adempimento delle proprie obbligazioni”. Tra le contestazioni per le quali i pm Roberto Fontana e Luigi Luzi potranno chiedere il rinvio a giudizio dei tre membri della famiglia Onorato anche i compensi percepiti da Vincenzo Onorato nel triennio 2016-2018 in qualità di presidente del consiglio di amministrazione – 3 milioni di euro all’anno – una cifra che gli inquirenti ritengono “manifestatamente incongrua” rispetto ai “compensi pagati da società italiane operanti nel settore di dimensioni comparabili” e “irragionevole con riferimento all’andamento economico dell’impresa” che proprio dal 2016 al 2022 ha manifestato “con progressivo aggravamento uno stato di crisi, registrando perdite di esercizio tra il 2016 e il 2018 per complessivi 34,5 milioni” e un patrimonio netto negativo per 76 milioni di euro già nel 2017 in seguito alle svalutazioni.
A Vincenzo Onorato viene contestato l’impiego di soldi societari di CIN e Moby per auto di lusso, ville durante le fase di concordato. Nel capo di imputazione l’acquisto nel luglio 2017 di un immobile a Milano in Piazza San Babila (in pieno centro) per 7 milioni di euro, 2 milioni in più del valore di mercato e di cui 640mila euro per spese notarili, utilizzato dall’armatore per ripianare debiti personali verso le banche nonostante fosse stato falsamente indicato da una delibera del cda come immobile di “rappresentanza della società”. Vi è anche l’acquisto e la ristrutturazione della Villa Lilium ad Arzachena in Sardegna (4,45 milioni di euro tra 2016 e 2019), ufficialmente sede di rappresentanza e convention per la società di navigazione ma in realtà utilizzata come casa vacanze dalla famiglia Onorato. Nel “depauperamento del patrimonio” societario i pm di Milano hanno inserito anche i 700mila euro per la ristrutturazione di una proprietà a Napoli della madre di Vincenzo Onorato, Maria Grazia Carminio e altri 700mila per il noleggio di auto di lusso sia da parte sua quanto di Achille e Alessandro Onorato. Si tratterebbe di Aston Martin V8, Roll Royce, Wraith, Mercedes SLK, Range Rover Velar, Maserati Levantepiù altri 2,8 milioni di euro per il noleggio di un aero Falcon 2000EX e 400mila per l’affitto di case a Milano.
C’è poi la contestazione di pagamenti ad alcuni istituti bancari e finanziari per oltre 50 milioni di euro “al fine di favorire le banche facenti parti del cosiddetto ‘pool finanziamenti bancari” mentre le società affondavano nelle perdite (34,5 milioni fra 2016-2018) e un patrimonio netto negativo per 76 milioni a fine 2017. Secondo gli inquirenti sarebbero stati disposti nel corso del 2019 pagamenti per 54 milioni – di cui 50 a titolo di restituzione del capitale – a vantaggio di J.P. Morgan Securities plc, Goldman Sachs International, Unicredit, Banca Imi, Monte dei Paschi, Popolare di Milano, Banca Popolare e Ubi in violazione delle legge fallimentare che vieta di eseguire pagamenti o simulare titoli di prelazione “prima o durante la procedura fallimentare” allo scopo di favorire “a danno dei creditori, taluno di essi”.
“Nessuna sorpresa, eravamo a conoscenza di queste indagini da tempo. Abbiamo collaborato in totale trasparenza con gli organi inquirenti. I rilievi più significativi mossi ai miei assistiti hanno a oggetto valutazioni relative ad attività molto complesse” dice Pasquale Pantano, l’avvocato che rappresenta la famiglia Onorato. “Non condividiamo gli esiti di tali valutazioni per un fondato e corposo ordine di ragioni sia fattuali che giuridiche, che avremo presto modo di rappresentare ai magistrati per dimostrare la perfetta legittimità dell’operato della famiglia Onorato. Naturalmente continuiamo a manifestare profonda fiducia nelle istituzioni e nella magistratura in particolare” conclude il difensore.