“La posizione del governo è sempre la stessa. Berlusconi è un uomo di pace, non ha cambiato di certo le sue posizioni a sostegno dell’Ucraina, della Nato e dell’Occidente. Abbiamo sempre votato nella stessa maniera e continueremo a votare così”. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, storico esponente di Forza Italia, prova a mediare tra l’atlantismo del governo e la nuova uscita anti-ucraina del fondatore del suo partito, che domenica sera, dopo aver votato alle regionali lombarde, ha detto ai cronisti di giudicare “molto, molto negativamente” il comportamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, affermando che se fosse stato lui il premier, al posto di Giorgia Meloni, non lo avrebbe incontrato. Parole a cui lunedì il governo di Kiev ha risposto accusandolo di “baciare le mani insanguinate“ del presidente russo Vladimir Putin, e invitandolo a “gettare la maschera e dire pubblicamente di essere a favore del genocidio del popolo ucraino”. Lodando invece “la pronta risposta” di Meloni, che in una nota ha ribadito subito il sostegno “saldo e convinto” dell’Italia all’Ucraina.
Così dal governo, e soprattutto dagli esponenti di Fratelli d’Italia, parte la corsa a rassicurare Zelensky e gli alleati occidentali. In mattinata anche il ministro della Difesa Guido Crosetto taglia corto: “Parlano gli atti di questo governo, quelli approvati da questo Parlamento e da tutte le forze politiche. La posizione dell’Italia non può essere messa in discussione e non è messa in discussione da nessuna forza, né di maggioranza, né di larga parte dell’opposizione”. Sulla stessa linea il ministro per il Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani: “Per quanto ci riguarda, la politica estera del governo e del centrodestra era chiarissima in campagna elettorale, è stata chiarissima quando la presidente Meloni si è rivolta alle Camere per la fiducia e non cambia neanche adesso, soprattutto alla luce dell’incontro internazionale che abbiamo svolto. Quindi la politica estera è quella che ha disegnato e confermato la nostra residente, per quanto mi riguarda nulla è cambiato“.
Poco dopo l’ora di pranzo è il turno di un ministro in quota Lega, il titolare dell’Interno Matteo Piantedosi: “La posizione del governo Meloni sull’appoggio all’Ucraina è granitica. Non c’è nessuna titubanza, nessuna compromissione della volontà di essere dalla parte giusta, che è quella parte degli aggrediti e non degli aggressori. Poi qualsiasi opinione è autorevole ed è legittima in uno stato democratico, ma il governo, e credo sia stato chiaro prima e dopo, non ha nessuna possibilità di ripensamento e nessun incrinamento della convinzione ferma e granitica sul sostegno all’Europa, alla Nato e all’Ucraina per quella che è stata una aggressione che è contraria ai nostri principi e ai nostri valori”. Mentre da Bruxelles fonti del Consiglio europeo dicono all’Ansa di non voler commentare le parole di Berlusconi: “La premier Giorgia Meloni è stata molto chiara nel suo messaggio sull’Ucraina ai leader europei, la scorsa settimana. È questa l’unica cosa che conta”. Nel pomeriggio, durante una conferenza stampa a Bruxelles, interviene anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg: “Sono assolutamente fiducioso che l’Italia rimarrà un forte sostenitore del deciso impegno della Nato per l’Ucraina”.