Oltre a Roma prendono posizione Parigi, Belino, Londra e Washington. Ieri sera il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu ha aperto ad "un dialogo" con l’opposizione sulla contestata riforma giudiziaria in questo momento all'esame del parlamento
Dopo l’ennesima manifestazione e le dure parole del presidente Isaac Herzog, il governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu ha aperto ad “un dialogo” con l’opposizione sulla contestata riforma giudiziaria in questo momento all’esame del parlamento. In una lettera inviata ai leader centristi Yair Lapid e Benny Ganzt, il ministro della giustizia Yariv Levin (autore della legge) e il capo della Commissione della Knesset (il parlamento israeliano, ndr) Simccha Rothman si dicono pronti a discutere della riforma. La legge prevede una riduzione delle capacità di intervento della Corte Suprema sulle decisioni del governo e un ruolo dell’Esecutivo nella nomina dei giudici. La condizione “necessaria” per l’avvio di un dialogo è “il fermo immediato di tutti i processi legislativi per un tempo limitato” alla Knesset. “Se il ministro della giustizia Levin e il presidente della Commissione della Knesset Simcha Rothman concordano in questo senso – ha aggiunto – potremo vederci domani dal presidente”.
Oggi i ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia e Stati Uniti hanno dichiarato di essere “profondamente turbati” dalla decisione del governo israeliano di procedere con la costruzione di migliaia di insediamenti in Cisgiordania. I ministri hanno dichiarato: “Ci opponiamo fermamente a queste azioni unilaterali che serviranno solo ad esacerbare le tensioni tra israeliani e palestinesi e a minare gli sforzi per raggiungere una soluzione negoziata a due Stati”. Il governo Netanyahu pianifica la costruzione di ulteriori 10mila alloggi in Cisgiordania. E sempre oggi si registra l’ennesima vittima degli scontri tra israeliani e palestinesi. Un ragazzo palestinese di 17 anni è stato ucciso in scontri con l’esercito israeliano a Tubas, nei pressi di Nablus, in Cisgiordania. La vittima si chiamava Mahmoud Majed Al-Aydi ed è stato colpito alla testa da un proiettile. Secondo la versione dell’esercito israeliano, che non viene confermata dalle autorità palestinesi, il ragazzo stava lanciando “un ordigno” contro i soldati. Da inizio anno sono morti 50 palestinesi e 10 israeliani.