Il leader di Forza Italia è imputato insieme a Karima el Marough - la Ruby spacciata per la nipote del presidente egiziano Mubarak - e altri 27 imputati perché accusato dalla procura di Milano di aver corrotto le ragazze che erano state ospiti delle feste di villa San Martino. I pm di Milano sono riusciti a pronunciare la requisitoria solo tra l'autunno del 2021 e la primavera dell'anno scorso. Otto anni per arrivare a un verdetto di primo grado anche per gli innumerevoli rinvii richiesti dalla difesa, ora per motivi di salute ora per questioni istituzionali
Il processo Ruby ter – che oggi arriverà a sentenza salvo ulteriori sorprese – è uno dei processi più complicati, lunghi e anomali che si siano visti nelle aule del Tribunale di Milano. Dopo le indagini scaturite dalla trasmissioni degli atti dai giudici dei processi per concussione e prostituzione minorile per cui Silvio Berlusconi è stato assolto in via definitiva e per favoreggiamento della prostituzione per cui sono stati condannati Emilio Fede e Nicole Minetti, nell’aprile del 2019 il giudice per l’udienza di Milano Laura Marchiondelli – dopo oltre tre anni di discussioni e dopo che le indagini erano state chiuse nel 2015 – ha smembrato il procedimento in sette parti con il relativo trasferimento dei fascicoli a Roma, Torino, Monza, Siena, Pescara, Treviso lasciando il troncone principale a Milano. Procedimenti che sono ripartiti dalla fase della chiusura indagine salvo in parte tornare a Milano per competenza territoriale perché lì erano le sedi della banca da cui erano partiti i bonifici. I pm di Milano sono riusciti a pronunciare la requisitoria solo tra l’autunno del 2021 e la primavera dell’anno scorso. Otto anni per arrivare a un verdetto di primo grado (se sarà oggi) anche per gli innumerevoli rinvii richiesti dalla difesa ora per motivi di salute ora per questioni istituzionali.
Il pianista e il cantante – A Roma e Siena l’ex premier è stato assolto perché i due coimputati, il cantante Mariano Apicella e il pianista Danilo Mariano, erano retribuiti da Berlusconi da tempo per le loro prestazioni professionali. Pagati per le loro esibizioni. A Roma durante la requisitoria il pm Roberto Felici aveva affermato che “la circostanza rilevante” era legata alle “date dei versamenti, 2012, ma ho potuto verificare, anche consultando le consulenze, che i pagamenti risalgono di gran lunga a prima quindi è difficile immaginare che siano dovuti alla presunta falsa testimonianza. Tra Berlusconi e Apicella c’era un rapporto amichevole di lunga data”. Anche a Siena l’amicizia era stata la chiave del successo o quasi: il pianista ha vissuto però uno strano destino processuale, condannato per falsa testimonianza dopo che la sua posizione era stata stralciata da quella di Berlusconi perché per vari impedimenti (soprattutto di salute) il processo andava a rilento. Condannato per aver mentito, ma assolto per corruzione in atti giudiziari insieme al suo mecenate perché le bugie erano state dette “per amicizia e non per soldi”. Mariani, che secondo l’accusa aveva intascato 470mila euro, aveva sostenuto che le ospiti ballavano anche in maniera sexy, ma che tra loro e Berlusconi c’erano state al massimo strette di mano.
I tira e molla di alcune ragazze testimoni – Durante il processo sono state molte le testimonianze ventilate e poi evaporate che certamente non hanno contribuito alla serenità. Per esempio Barbara Guerra, che oggi renderà dichiarazioni spontanee, durante le pause di alcune udienze aveva spiegato di essere pronta a “parlare in aula, visto che chi è imputato non si prende la responsabilità di venire e metterci la faccia”. Nell’ottobre del 2021 la ragazza aveva detto che la sua vita era stata “bloccata e danneggiata, la mia dignità messa sotto terra e sono qui per far luce e riprendere la mia vita prima di questo schifo”. Quindi aveva annunciato l’intenzione di voler valutare “se ci sono cose in più da dire”. Aggiungendo che a una cena “nella villa in Sardegna (Villa Certosa, ndr) sono scappata per aver visto delle scene un po’ oltre. Era una delle volte che frequentavo quella casa che per me era diventata un po’ al limite della decenza”. Nella stessa occasione Alessandra Sorcinelli, anche lei imputata, aveva detto: “Cene eleganti? Mi viene da ridere“. Due settimane dopo le due ragazze avevano spiegato di essere state contattate nelle ore successive a quelle dichiarazioni: “Il giorno dopo la mia presenza in Tribunale ho ricevuto una telefonata da Berlusconi che mi invitava ad Arcore, io ho negato l’invito dicendo che, se voleva, di contattare i miei legali. I toni non erano molto amichevoli”, aveva raccontato Guerra. Versione quasi identica a quella di Sorcinelli.
Anche la posizione di Marystelle Polanco era stata ondivaga: nel 2012 aveva raccontato che durante le cene eleganti di Arcore si travestiva da “Boccassini con la toga e da Obama” per far ridere Silvio Berlusconi e che le ragazze che partecipavano agli eventi a Villa San Martino “non si facevano toccare né toccavano nelle parti intime Berlusconi e Fede”. Insomma, serate tranquille, “cene in cui si cantava con il karaoke”. Qualche tempo dopo la versione era cambiata: al Daily Mail disse che l’ex premier aveva avuto rapporti sessuali con Ruby quando era ancora minorenne e successivamente aggiunse: “Può darsi che la mia versione davanti ai giudici sarà diversa rispetto a quella del processo Ruby bis, ho deciso di dire le cose come stanno, adesso mi sento una donna con dei figli e voglio dire la verità. Magari la mia posizione non è tanto diversa da quella di Imane Fadil”, la modella marocchina la cui morte fece urlare alla Polanco: “No, il polonio”.
Il caso di Imane Fadil – La modella marocchina – che tra le altre cose aveva raccontato le performance ad Arcore delle ragazze travestite da suore e le richieste di eseguire la danza del ventre – nell’aprile del 2018 aveva rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano annunciando l’intenzione di scrivere un libro. “Voglio raccontare tutto. La cosa non si limita a un uomo potente che aveva delle ragazze. C’è molto di più in questa storia, cose molto più gravi”. Poco prima di ammalarsi, nel marzo del 2019, aveva raccontato di aver subito tentativi di corruzione perché aveva detto la verità. Il suo decesso, avvenuto nella clinica Humanitas di Rozzano dove avevano faticato a identificare la malattia, una rara forma di aplasia midollare, è stato oggetto di una indagine lunga e complessa per stabilire cosa potesse avere ucciso una 34enne apparentemente in salute. E che con un amico aveva sostenuto di essere stata avvelenata. A tre anni dalla richiesta di archiviazione da parte della procura di Milano, il 23 settembre dell’anno scorso si era chiuso definitivamente il caso e il giudice per le indagini preliminari di Milano ha disposto, come chiesto dai pm, l’archiviazione anche per i 12 medici che erano stati indagati per omicidio colposo in nuove indagini ordinate dal giudice. Nel corso di una delle udienze dedicate alla requisitoria la procuratrice Siciliano aveva detto: “La veridicità delle dichiarazioni che in tre diverse escussioni come persona informata sui fatti ci avevano davvero convinto che nelle sue dichiarazioni non ci fosse nessun tentativo di alzare prezzo di un eventuale silenzio, ma ci fosse una ferita profonda e ancora aperta. Ascoltare le testimonianze di Imane Fadil aveva alimentato in noi quel profondo desiderio di giustizia. Era una persona davvero ferita”.
L’ordinanza che annulla la gran parte delle testimonianze – C’è poi l’ordinanza del 3 novembre 2021 con cui, a sorpresa e a due anni dalle istanze delle difese, il collegio del Tribunale di Milano presieduto da Marco Tremolada, ha dichiarato inutilizzabili le dichiarazioni di 19 giovani (testimoni all’epoca dei processi Ruby e Ruby bis) inclusa Karima el Marough perché “non avrebbero mai potuto assumere la qualità di testimoni”. Fuori da quel provvedimento sono rimaste solo le testimonianze della modella brasiliana Iris Berardi (“Ho visto cose che vuoi uomini…”) e una parte di quelle di Barbara Guerra che oggi farà dichiarazioni spontanee. Per Berardi e Guerra era stato già aperto e poi archiviato un fascicolo. Tutte le altre testimonianze invece sono state escluse e dichiarate nulle. La motivazione? Secondo il collegio già nell’aprile del 2012 i pm di Milano avrebbero dovuto iscrivere le ragazze nel registro degli indagati per corruzione in atti giudiziari e sentirle nei processi a carico di Silvio Berlusconi, di Lele Mora, di Emilio Fede e Nicole Minetti con tutte le garanzie previste per le indagate: quindi assistite da un avvocato e con la facoltà di non rispondere. Identica eccezione era stata già respinta in sede di udienza preliminare davanti a due gup.
Nel processo Ruby ter il leader di Forza Italia è imputato insieme a Karima el Marough – la Ruby spacciata per la nipote del presidente egiziano Mubarak – e altri 27 imputati perché accusato dalla procura di Milano di aver corrotto le ragazze che erano state ospiti delle feste di villa San Martino. I legali dell’ex premier, gli avvocati Franco Coppi e Federico Cecconi, hanno chiesto l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”: nessun “germoglio” di un presunto accordo corruttivo con le ragazze, a cui il leader di Forza Italia avrebbe dato soldi solo “come ristoro” per i danni dello scandalo mediatico e che in alcuni casi (citata Barbara Guerra) avrebbero pure tentato di ricattarlo. Crollando gran parte delle false testimonianze, comunque, nell’ottica difensiva dovrebbe cadere anche la connessa accusa di corruzione dei testimoni. Ma alcune sentenze della Cassazione dimostrano che il “nodo” giuridico è molto più complesso di così.
Il ritiro della costituzione di parte civile – Infine con una decisione senza precedenti, il governo Meloni decide, a 48 ore dal verdetto, di far ritirare dall’Avvocatura dello Stato la costituzione di parte civile nel processo. Cancellando in un sol colpo quel “discredito planetario” che il caso della 17enne marocchina, spacciata per nipote dell’ex presidente egiziano Mubarak, aveva generato. Perché quando una notte di maggio del 2010 in Questura a Milano arrivò la telefonata al capo di Gabinetto per “liberare” la ragazzina, con troppo denaro addosso che si sospettava fosse una prostituta, dall’altro capo del telefono dalla Francia c’era il presidente del Consiglio dei ministri dell’Italia.