di Michele Sanfilippo
Oggi ascoltando il telegiornale, mi ha colpito molto che in primo piano sia stata data la notizia che il nostro governo trovi eccessiva la proposta del Parlamento europeo di fissare al 2035 lo stop alla produzione dei motori a benzina e diesel e, poco dopo, una seconda notizia che denunciava la prossima crisi idrica a causa della scarsità delle piogge: se non pioverà molto nelle prossime settimane, soprattutto a nord, la scarsità idrica metterà a rischio la produzione agricola come e più dell’anno scorso.
A quanto pare i membri del nostro governo sembrano non vedere alcun nesso tra gli effetti dei cambianti climatici e la produzione di anidride carbonica e polveri sottili di cui i motori tradizionali sono tra i maggiori responsabili. Se non ho capito male per i nostri politici, Matteo Salvini in testa, la proposta europea sarebbe una follia. Il 2035, infatti, è una data troppo vicina per permettere ai produttori di automobili di riposizionarsi sul mercato. Pertanto, sembra che verrà varata una proposta italiana che prevede lo stop entro il 2035 e dovrà riguardare il 90% della produzione.
A parte il fatto che a me il 2035 sembra lontanissimo, mi chiedo quali siano i razionali scientifici che abbiano portato il governo a fare queste affermazioni. Perché il 2035 sarebbe troppo presto? E, soprattutto, perché proporre la soglia del 90%? Non sono stati forniti dati sulla produzione di Co2 e di micropolveri che si voglia raggiungere per quella data e neppure degli effetti che queste riduzioni potranno avere sull’ambiente. Mentre si sa benissimo che stiamo per affrontare una nuova crisi idrica che sarà certamente seguita da altre se non faremo nulla.
La mia sensazione è che non ci sia proprio alcuna visione d’insieme dei problemi che possono scaturire dai cambiamenti climatici e che ogni problema venga valutato singolarmente, senza pensare agli effetti che potrà determinare sulla collettività, ma piuttosto cercando di rispondere alle esigenze di qualche lobby economica. Come sempre il problema ambientale viene subordinato a quello economico anche se quello economico favorisce una parte esigua della popolazione mentre quello ambientale la coinvolge tutta. Sembra che la siccità stia asciugando anche il cervello delle persone.