Per cinque indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Disposto anche il sequestro di novanta milioni di euro, somma ritenuta pari ai profitti illeciti dell’associazione criminale, che secondo le indagini venivano reinvestiti nello stesso traffico di rifiuti o in altre attività lecite, tra cui la scalata alla società di calcio piemontese da parte dell'ex proprietario
Sono 18 le misure cautelari emesse dal gip di Milano a seguito di un’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe), in collaborazione con le autorità giudiziarie e di polizia tedesche, su un presunto traffico di rifiuti in vari Paesi europei, con un giro di false fatturazioni e attività di riciclaggio. Le accuse sono di associazione a delinquere per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio, autoriciclaggio e altri reati. In 14 sono stati arrestati: per sei indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere, per otto gli arresti domiciliari. Altri quattro sono sottoposti all’obbligo di dimora.
Disposto anche il sequestro di novanta milioni di euro, somma ritenuta pari ai profitti illeciti dell’associazione criminale, che secondo le indagini venivano reinvestiti nello stesso traffico di rifiuti o in altre attività lecite. Tra queste l’acquisto di alcune quote del Novara calcio, società di Serie C dichiarata fallita il mese scorso, che sono state sequestrate: nell’inchiesta è coinvolto Maurizio Rullo, proprietario del club tra il 2019 e il 2022, uno dei sei indagati finiti in carcere. Nell’ordinanza di applicazione misure cautelari si legge che il finanziamento per l’acquisizione del Novara da parte di Rullo è avvenuto impiegando 797.500 euro provenienti dal traffico illecito di rifiuti ferrosi.
Le attività illecite, in base a quanto ricostruito, sono proseguite dal 2017 fino almeno al 2021, quando Rullo e un altro indagato decisero di mettere in liquidazione la Tm Commodities, la società su cui era incentrato il sistema. In Germania è aperta un’indagine per riciclaggio: stando all’ordinanza si erano creati una “contabilità parallela” e un “sistema di reingresso in Italia dei capitali illeciti” caratterizzato da “spericolate operazioni bancarie” che “non sono sfuggite all’attenzione degli operatori professionali” tedeschi.
L’operazione (denominata “Black shell”) si è svolta in Lombardia, Piemonte e Calabria e in Germania, rientra nell’ambito di un “Action day” coordinato da Eurojust per i profili internazionali (con il supporto di Europol) ed è condotta congiuntamente dal Gruppo Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica di Milano e dell’Ufficio federale di colizia criminale (Bka) di Monaco di Baviera. Le indagini sono state condotte dalle Procure di Milano, Monaco e Reggio Calabria attraverso una squadra investigativa comune, diretta dal procuratore aggiunto e capo dell’Antimafia milanese, Alessandra Dolci, e dal pm Francesco De Tommasi.