Assoluzione nel merito per il reato di corruzione in atti giudiziari perché il cantante e il musicista avevano rapporti professionali pagati nel corso degli anni molto prima dello scandalo Ruby. A Siena, dove il pm aveva chiesto oltre 4 anni, la sentenza è stata appellata
Prima dell’assoluzione – per una interpretazione giuridica – nel processo Ruby ter a Milano dove 26 imputati, Silvio Berlusconi in primis, sono stati assolti perché il fatto non sussiste e altri tre hanno incassato la prescrizione per l’accusa di falsa testimonianza, altri due procedimenti per corruzione in atti giudiziaria e falsa testimonianza si sono conclusi in primo grado. Con un’assoluzione invece nel merito per Berlusconi e i suoi coimputati. Si tratta dei dibattimenti in cui l’ex premier era sotto accusa a Roma con il musicista Mariano Apicella e quello a Siena in cui l’ex Cavaliere rispondeva dei due reati con il pianista Danilo Mariani. Processi non sovrapponibili a quello milanese perché i due musicisti con il leader di Forza Italia avevano rapporti lavorativi pagati molto prima delle serate che terminavano con il bunga-bunga. Anche se quei pagamenti fanno comunque emergere come scrivono i giudici della Capitale “più che un sospetto sull’esistenza di un tacito e implicito “patto” tra gli imputati”.
Il caso Apicella e le sue dichiarazioni smentite dai fatti – Il 17 novembre 2022, come richiesto dal pm Roberto Felici, il Tribunale di Roma ha assolto Apicella e Berlusconi dal corruzione in atti giudiziari e dichiarato la prescrizione per la falsa testimonianza. “La strenua affermazione, reiterata in entrambi i processi in cui aveva deposto quale testimone, che si fosse trattato di “cene normalissime”, prive di qualsivoglia connotazione sessuale è clamorosamente ed oggettivamente smentita dalle risultanze processuali enucleate nelle sentenze passate in giudicato e dalla logica considerazione che, avendo egli partecipato alla fase delle serate successiva alla cena tout court non poteva non aver visto le lascive ed inequivocabili condotte che ivi si erano consumate” hanno scritto nelle motivazioni della sentenza i giudici della II sezione penale di Roma (Pazienza, Bennato, Rubera). Per i magistrati era emersa “piena prova del fatto contestato, della cui valenza nel processo principale non può dubitarsi” ma avevano dichiarato la prescrizione. Non raggiunta invece la prova “oltre ogni ragionevole dubbio” della responsabilità per la corruzione “dal momento che le pur copiose acquisizioni documentali e le prove orali assunte sul punto non hanno offerto alcuna prova diretta dell’ipotizzato accordo corruttivo. Ed invero, le emergenze processuali, pur destando più che un sospetto sull’esistenza di un tacito e implicito “patto” tra gli imputati, non consentono di descrivere le condotte con le connotazioni fenomenologiche idonee ad integrare l’illecito contestato…”.
Questo perché Apicella, con cui Berlusconi è stato autore di diverse canzoni, dal 2002 al novembre del 2011 – quando poi aveva testimoniato nel processo Ruby che il presidente neanche si avvicinava alle ragazze – aveva ricevuto dallo stesso poco meno di 500mila, due prestiti fruttiferi da 40mila euro e 100mila euro nel 2008 e successivamente bonifici mensili da 3100 euro. Paragonabile allo stipendio da 25oo euro che ricevano le cosiddette Olgettine per i danni subiti dallo scandalo. Fino al 28 gennaio 2016 per Apicella la cifra aveva superato i 655mila euro. Anche sull’acquisto da parte di Berlusconi di una casa dell’amico chansonnier, pagata 280mila euro, benché un’operazione insolita non è stata considerata una prova. E il “rapporto personale di lunga data, non strettamente correlabile alle false deposizioni testimoniali rese da quest’ultimo nell’ambito dei processi Ruby l e Ruby 2” non consente di provare la corruzione. “Tale rapporto, secondo quanto è dato sostenere dalle evidenze documentali e dalle stesse affermazioni rese da Mariano Apicella, è incisivamente connotato da plurimi “favoritismi” provenienti da Silvio Berlusconi che, a titolo di liberalità, prestiti infruttiferi e quant’altro, aveva storicamente sostenuto economicamente il musicista, alla stregua di un inossidabile patto di solidarietà. Da ciò consegue che – ancorché Mariano Apicella abbia dichiarato il falso nel corso delle deposizioni testimoniali rese alle udienze del 19 ottobre 2012 e 22 marzo 2013 – l’esistenza di tale mendace testimonianza non è univocamente indicativa dell’esistenza di un pregresso e/o successivo accordo corruttivo tra gli imputati”.
Il caso Mariani e la condanna dopo lo stralcio delle posizioni – A Siena il processo si spaccato in due perché andava a rilento a causa dei continui rinvii per motivi di salute di Berlusconi. Quindi Mariani è stato giudicato e condannato a due anni per falsa testimonianza. Per poi essere assolto con il leader di Forza Italia, il 21 ottobre 2021, dall’accusa di corruzione in atti giudiziari. Cosa aveva raccontato Mariani delle 15-20 serate a cui aveva partecipato come musicista? “”Ballavano, è logico che il personaggio … allora, c’è sempre un tentativo di mettersi in mostra a una persona magari più importante. Però non sono atteggiamenti che sfociano in sesso, in cose… atteggiamenti che si possono vedere in qualsiasi locale. Io è trent’anni che vado in giro per piano bar, locali, discoteche, se ne vedono di peggio, ma molto peggio”. Mentre lì i contatti fisici erano perlopiù “strette di mano”. Ma i magistrati hanno ricordato, nelle motivazioni, che esistevano sentenze passate in giudicato, cioè Ruby e Ruby bys, che invece hanno certificato cosa avveniva qualificandolo come “prostituzione”. Nelle motivazioni i giudici (Mosti, Minerva, Cavaciocchi) spiegano che è “del tutto evidente che rapporti di tal genere con un personaggio come Berlusconi… costituiscono un movente più che consistente, quasi scontato, per dichiarare il falso su circostanze, quali quelle relative ai rapporti sessuali dallo stesso consumati, con giovanissime donne, perciò stesso retribuite, in occasione dei ricevimenti nella villa di Arcore che, oltre a poter avere rilevanza sul piano delle responsabilità penali, avrebbero comunque arrecato, quanto meno, imbarazzo ad uno degli uomini più potenti d’Italia”.
Con un collegio diverso – Spina, Pollini, Cerretelli – Mariani e Berlusconi sono stati assolti dall’accusa di corruzione. Anche in questo caso l’amicizia e i rapporti di lunga data e precedenti all’inizio dell’affaire della giovane marocchina, spacciata per la nipote di Mubarak, hanno portato i magistrati a non considerare provata l’accusa perché proprio per “un consolidato rapporto di natura professionale, a tratti colorato da venature di sostegno ‘amicale'” che risale al gennaio del 2006. Per le toghe né nelle intercettazioni, né nelle prove documentali c’è traccia dell’accordo corruttivo, né prova è arrivata dai testimoni. Tra il 2006 e il 2009 Mariani ha ricevuto oltre 289mila euro e anche lui, come Apicella, ha ricevuto prestiti infruttiferi. In dieci anni – a partire dal 2006 – il conto totale è di 453mila euro. Compreso il prestito per aiutarlo nell’acquisto della “casa dei suoi sogni” come ha testimoniato in dibattimento il ragionier Giuseppe Spinelli. Per i giudici “l’esistenza di tale mendace testimonianza non è affatto univocamente indicativa dell’esistenza di un pregresso e/ o successivo accordo corruttivo intercorso tra gli imputati”. Il pianista mentì quindi per amicizia non per soldi. La procura, che aveva chiesto 4 anni e 2 mesi, però ha presentato ricorso.