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Ruby ter, Corrias a Bocchino su La7. “Santifichi Meloni ma ti ricordo che lei e La Russa nel 2011 votarono Karima el Mahroug nipote di Mubarak”

Botta e risposta a Otto e mezzo (La7) tra Pino Corrias, firma de Il Fatto Quotidiano, e Italo Bocchino, ex parlamentare del Pdl e direttore editoriale del Secolo d’Italia. L’argomento del dibattito è l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby Ter, per il quale Bocchino, che pure aveva abbandonato il partito dell’ex Cavaliere per le sue vicende giudiziarie, parla di “persecuzione”: “È evidente in maniera assoluta che c’è stata una persecuzione giudiziaria. Intentare 3 o 4 processi sul nulla è stato una persecuzione inutile”.

Dissente Corrias: “In realtà, le accuse non sono state smentite. Sono stati smentiti i testimoni, nel senso che andavano considerati persone indagate per il reato connesso e avrebbero dovuto avere diritto a un avvocato difensore durante l’interrogatorio e la facoltà di non rispondere alle domande. Queste due condizioni – continua – che sono peculiari per un indagato, non sono state rispettate. È un errore, una dimenticanza, un inciampo? Non lo sappiamo. Intanto, questo già dimostra che non si tratta della persecuzione giudiziaria di cui parla Bocchino. Non è che era la Spectre che stava indagando“.

La discussione poi si sposta sulla figura di Giorgia Meloni, riguardo alla quale la conduttrice Lilli Gruber avanza una provocazione: “Visto che stanno facendo passare Berlusconi per una vittima di un sistema giudiziario anomalo, vi immaginate se su Giorgia Meloni venisse fuori la metà della metà della metà di quello che è venuto fuori dei comportamenti privati di Berlusconi?”.
“Questo è da escludersi completamente – insorge Bocchino – L’alta moralità e la sobrietà dello stile di vita sono la cifra del suo successo come donna e come leader politico. Finalmente abbiamo un presidente del Consiglio che, oltre a essere donna, non è ricattabile da nessuno per niente. È una donna adamantina. E incassa anche gli effetti della mutazione di una sinistra che ha abbandonato i ceti deboli per abbracciare i ceti forti”.
Bocchino aggiunge: “Questa sinistra per sposare il politicamente corretto, cioè ‘viva il bacio tra Fedez e Rosa Chemical’, ha perso l’opportunità di difendere la libertà di espressione del pensiero, perché se tu oggi chiami un gay ‘frocio’ sei un delinquente in questo paese. La verità è che in Italia la cultura di destra è maggioritaria”.

La cultura di destra è maggioritaria – commenta Corrias – specialmente quando il Pd evapora come in questo momento è evaporato. Quando tornerà da Marte alla fine del congresso, forse ne potremo riparlare”.
Il giornalista, infine, smonta l’apologia che Bocchino ha fatto di Giorgia Meloni, menzionando la celebre seduta parlamentare del 5 aprile 2011, quando alla Camera si votò l’attribuzione del conflitto tra poteri dello Stato sul caso Ruby. In quell’occasione 314 deputati votarono che Ruby (cioè Karima el Mahroug) la notte del 27 maggio 2010 era per lo Stato italiano la nipote di Mubarak e che le 7 telefonate di Berlusconi in Questura a Milano per farla rilasciare erano, appunto, telefonate di Stato. Italo Bocchino, in quell’occasione, votò contro.
Corrias spiega, rivolgendosi a Bocchino: “A proposito della tua santificazione della Meloni, vorrei sommessamente ricordarti che tra quei 314 parlamentari italiani adulti c’erano Giorgia Meloni e Ignazio La Russa. Cioè tutti quelli che oggi sono ai vertici di questa nuova Italia, stavano dalla parte di Berlusconi, come lo sono adesso”.