“A seguito delle osservazioni di Silvio Berlusconi sull’Ucraina abbiamo deciso di annullare le nostre giornate di studio a Napoli. Il supporto per l’Ucraina non è facoltativo”. Non ammette repliche la comunicazione via Twitter del capogruppo dei Popolari Europei Manfred Weber, che ha deciso di annullare l’evento partenopeo in programma a giugno. Il motivo è, neanche a dirlo, evitare di creare nuove polemiche e trovarsi con problemi ancora maggiori, visto che dopo gli attacchi dell’ex premier al presidente ucraino molte delegazioni del Ppe, soprattutto del Nord ed Est Europa, avevano minacciato di boicottare le giornate di studio se dovesse essere presente Berlusconi. Che in serata è intervenuto sui social per difendersi. “Con il mondo sull’orlo di una guerra nucleare tra Russia e i Paesi della Nato – ha detto l’ex premier – io vengo criticato perché sto chiedendo che insieme ai sostegni per l’Ucraina, da sempre condivisi e votati da Forza Italia, si apra immediatamente un tavolo per arrivare alla pace. Questo è un dovere per un partito come il Ppe. Ritengo – ha concluso – che il tema non sia più rinviabile e chiedo che venga messo subito all’ordine del giorno nelle riunioni del Ppe“.
Weber, in precedenza, aveva però cercato di smorzare il conflitto con il partito azzurro: “Antonio Tajani e Forza Italia hanno il nostro sostegno e proseguiamo la collaborazione con il governo italiano sui temi dell’Ue”. Carezza finale che non è bastata a frenare la reazione di Tajani: “Berlusconi è Forza Italia. Forza Italia è Berlusconi. Non condivido la decisione di rinviare la riunione di Napoli. Anche perché Berlusconi e Fi hanno sempre votato come il Ppe sull’Ucraina, come dimostrano gli atti del Ppe”, ha scritto sui social il ministro degli Esteri e vicepremier del governo Meloni.
Negli scorsi giorni il ministro degli Esteri e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni hanno chiarito più volte nei giorni scorsi il loro supporto a Kiev, dopo – e nonostante – le controverse dichiarazioni dell’ex cavaliere. Posizione che sarà ribadita sabato alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, da decenni un appuntamento cruciale di politica internazionale, che quest’anno ha decisamente le sembianze di un vertice degli amici di Kiev, visto che i russi non sono stati invitati.Ci saranno fra gli altri il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Rishi Sunak, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, il capo della diplomazia del Partito comunista cinese Wang Yi. E non si esclude che partecipi – almeno con un videomessaggio – anche Volodymyr Zelensky.