E adesso? Dopo che il governo ha sancito lo stop alla cessione dei crediti riguardanti tutti i bonus edilizi a partire da ieri, la domanda se la stanno ponendo in tanti e non senza qualche legittima preoccupazione. Il tema riguarda principalmente, ma non solo, il bonus 110%(già ridotto al 90% salvo alcuni casi). Cedendo il credito nei confronti del fisco alle imprese che effettuavano i lavori o ad altri soggetti, naturalmente a una cifra un po’ più bassa di quello che vale, chi eseguiva i lavori riusciva in sostanza a non anticipare nulla di tasca propria. D’ora in poi questa possibilità non ci sarà più mentre rimane l’opzione della semplice detrazione. A questo punto scatta però un altro problema. L’entità delle detrazioni deve infatti essere compatibile con la dichiarazione dei redditi dei contribuenti (non si puà detrarre una cifra superiore a quella che si paga in tasse) il che rende i bonus utilizzabili solo da soggetti con redditi relativamente elevati.
Tornando al caso specifico del superbosus chi i lavori li ha già avviati dovrebbe essere in salvo. La certezza scatta se si sono realizzate almeno il 30% delle opere ed è quindi stato possibile eseguire almeno una cessione in base alla Sal (la documentazione che attesta lo stato di avanzamento dei lavori). Meno chiara la situazione di chi non ha ancora avviato i cantieri pur avendo già depositato la Cilas, la comunicazione di inizio dei lavori. Per i condomini, tutti quelli che hanno adottato la delibera assembleare sull’esecuzione dei lavori e hanno presentato la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (Cila) potranno ancora cedere all’impresa il credito di imposta. Anche per le villette il decreto del governo salva lo sconto in fattura solo per chi ha presentato la Cila.
Oltre alle ricadute sui conti pubblici l’altro grande problema è che le banche hanno già assorbito una quantità cospicua di questa “moneta fiscale” e non possono acquistarne altre anche se le nuove regole sulla responsabilità potrebbero fluidificare le operazioni. Il che inceppa tutto il meccanismo. Per di più il decreto di ieri sancisce il divieto per le pubbliche amministrazioni di entrare in questo “business” e quindi di acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Uno stop che ferma di fatto un fenomeno che aveva preso piede da poco, ma che aveva avuto un certo seguito. Proprio questi acquisti, come ha evidenziato l’ente di statistica europeo (Eurostat), “avrebbero impatto diretto sul debito pubblico”. Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari. Che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. In sostanza si viene puniti soltanto in caso di dolo e non più in quello di colpa grave.