Avevano iniziato ad agitarsi quando i ministri stavano per entrare a Palazzo Chigi con le bozze sotto braccio, chiedendo di trovare una soluzione equilibrata. Sorpresi dal blitz e nervosi per la formulazione del decreto sul Superbonus, dentro Forza Italia erano iniziate le richieste direttamente ai ministri. Ammorbidire, smussare, stare attenti ai crediti. Quando dal Consiglio dei ministri è uscito un tema che ha stravolto i bonus edilizi, i berlusconiani sono andati in tilt. Costretti, dopo la battaglia sulle concessioni balneari, a sgomitare nuovamente in difesa di una fetta di elettorato molto chiara. Stando attenti a non strappare con i compagni di governo. E a trovare la giusta misura per dare una spiegazione all’intervento a gamba tesa.
Maurizio Gasparri la riassume così: “Dobbiamo evitare danni ai conti pubblici causati da norme demagogiche sbagliate fatte dai grillini e dal Pd, ma dobbiamo anche salvaguardare le imprese e le famiglie che hanno fatto ricorso al bonus”, dice il senatore nel day after. “Forza Italia vuole perseguire questo obiettivo, garantendo le iniziative assunte ma, nello stesso tempo, vuole mettere riparo ai danni degli incapaci. Bisogna salvaguardare i conti pubblici e chi ha utilizzato il bonus”, spiega davanti ai microfoni dopo l’approvazione del decreto che, cancellando sconto in fattura e cessione dei crediti fiscali, rade al suolo il Superbonus dalle fondamenta.
Il partito di Silvio Berlusconi è l’anello debole dentro la maggioranza sulla difesa di una misura per la quale – a parte i ministri Giorgetti e Tajani, oltre al fedelissimo meloniano Lollobrigida – nessuno si è speso pubblicamente. Prima del voto in Consiglio dei ministri gli azzurri erano già stati individuati dalle opposizioni come la possibile testa d’ariete per alleggerire il provvedimento, tanto da ricevere l’appello del senatore M5s Stefano Patuanelli: “Ministri di Fi, fermate il vostro governo. Così condannate a morte migliaia di imprese, volutamente, andando contro anche alle associazioni di categoria e ai lavoratori”, aveva detto l’ex ministro. Un buco nell’acqua.
L’insofferenza per il modus operandi dentro il partito è palpabile: “Non si fa così, non è questo il metodo. Non va bene”, dice il vicepresidente della Camera Giorgio Mulè. Così adesso da Forza Italia, per bocca della deputata Erica Mazzetti, componente della commissione Lavori pubblici, avvisano: “Serve un confronto parlamentare”. E sottolineano che il governo “non deve mettere la fiducia” sul decreto quando arriverà in Aula per la conversione. “Serve una nuova norma che introduca incentivi ragionati e studiati, non possiamo lasciar morire un settore fondamentale dell’economia”, è l’appello della parlamentare all’Adnkronos. Per Mazzetti il superbonus 110%, introdotto dal governo Conte 2, è stato “un provvedimento eccellente, perché arrivato dopo dieci anni di crisi del settore edilizio”, ma “allo stesso tempo scellerato nei tempi e nei modi e “oggi ne paghiamo tutti le conseguenze”.
Come a dire: bisognava puntellarlo, non smantellarlo. “Come Forza Italia ci siamo immediatamente riuniti alle 14 di ieri, assieme ai capigruppo. Abbiamo capito dal Mef che non c’era possibilità di modificare il provvedimento e abbiamo cercato nell’immediato di risolvere il problema della cessione del credito, togliendo la responsabilità solidale”, ricostruisce la deputata rivendicando quel passaggio nel decreto “grazie al nostro vicepremier Tajani che ha portato in Consiglio dei ministri le nostre richieste”. Definendo uno “shock” quanto accaduto giovedì, mette in chiaro che ora “bisogna essere razionali e ragionare su come affrontare i prossimi passaggi”.
Il carico ce lo mette il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo: “Non ne sapevo nulla, proprio nulla. Speriamo di poter approfondire, di capire meglio il decreto”. In altri termini, dice Mazzetti, ora serve un “confronto parlamentare concreto e strutturale sul superbonus”. E avverte: “Questo lo possiamo fare solo se non viene messa la fiducia”. Intanto in Parlamento arriva una mozione, a firma proprio di Mazzetti, che impegna il governo a trovare soluzioni sullo sblocco dei crediti e ad adottare nuovi provvedimenti per il rilancio delle politiche di efficientamento energetico e sismico degli edifici. “Il centrodestra ha promesso che avrebbe messo in sicurezza gli imprenditori e i cittadini che avevano fatto investimenti importanti. Noi siamo stati coerenti”, rimarca sottolineando quindi come questo impegno faccia parte del programma elettorale di tutto il centrodestra: “E gli alleati di Fdi devono ricordarlo”. Perché, conclude: “Non si può dire alle imprese, dalla sera alla mattina, ‘datevi fuoco’…”.