La sanzione notificata a una persona che sarebbe personalmente responsabile dei festeggiamenti per il ritorno a Eraclea di Luciano e Adriano Donadio, scarcerati per decorrenza dei termini. Non è escluso che possa esservi qualche altra conseguenza, visto che un rapporto è stato inviato anche alla Procura della Repubblica
Costano una multa da 50 euro i fuochi d’artificio che hanno accompagnato il ritorno a casa, dopo oltre tre anni di carcere, di Luciano Donadio, accusato di essere il boss dell’infiltrazione camorristica in Veneto Orientale. La sanzione amministrativa è stata notificata a una persona che si sarebbe resa personalmente responsabile di un episodio che ha suscitato clamore a Eraclea, il paese già travolto dallo scandalo degli arresti del 2019. L’amministrazione comunale ha agito a seguito degli accertamenti svolti dai carabinieri che, dopo l’esplosione dei fuochi, avvenuta nei pressi della casa di Donadio, si sono recati per effettuare controlli. Per accendere fuochi, infatti, è richiesta una apposita autorizzazione comunale, senza la quale si incorre in una multa. Non è però escluso che possa esservi qualche altra conseguenza, visto che un rapporto è stato inviato anche alla Procura della Repubblica. A tornare a casa non era stato solo Luciano Donadio, ma anche il figlio Adriano, entrambi imputati in un processo per associazione di stampo mafioso, oltre a una lunga serie di reati. La decisione era stata presa dal collegio del processo in corso a Venezia, prima della scadenza effettiva dei termini di custodia cautelare.
Il sindaco Nadia Zanchin aveva già annunciato che il comando della Polizia locale si sarebbe occupato di quanto accaduto in via Sarpi dove i carabinieri avevano identificato le persone presenti alla festicciola di famiglia per il ritorno dei due Donadio. Il sindaco ha spiegato: “Abbiamo applicato il massimo previsto dalla normativa, si tratta della violazione di una norma del regolamento comunale. Di fronte a quella situazione non potevamo fare altro”. La preoccupazione del primo cittadino riguarda anche l’immagine del Comune. “Per quanto poco, il segnale è stato dato. Abbiamo già chiarito da che parte stiamo con l’incontro in Prefettura a Venezia, senza troppe strumentalizzazioni e senza alcuna marcia della legalità, per altro richiesta da chi nemmeno abita a Eraclea”. L’amministrazione comunale si era infatti detta contraria a una manifestazione pubblica di dissenso, intravvedendovi il rischio di speculazioni politiche.