La piccola Angela scomparve a Vico Equense il 10 agosto del 1996 e la cosiddetta “pista sudamericana” che riguarda la modella 31enne venezuelana a cui è stato sottratto un campione di Dna è solo l’ultima in ordine di tempo che ha coinvolto una mai doma ricerca delle tracce della bambina da parte dei genitori e del loro avvocato, Luigi Ferrandino
I risultati del Dna sul caso Angela Celentano saranno pronti lunedì 20 febbraio o al massimo martedì 21 mattina. Lo ha affermato il generale Luciano Garofano durante l’ultima puntata di Quarto grado. In maniera piuttosto inattesa, Garofano ha spiegato agli ospiti del programma condotto da Gianluigi Nuzzi che il responso sul caso Celentano è quindi questione di ore. “L’esame è già in corso, siamo oltre metà del percorso. La quantità di Dna prelevato alla ragazza in questione era sufficiente per l’esame e tra lunedì sera e martedì mattina avremo la risposta”, ha ripetuto più volte l’ex generale dei Ris che si sta occupando di persona dell’analisi in laboratorio del campione. “La somiglianza somatica tra la ragazza venezuelana e le sorelle della Celentano è, al di là di tutto, una questione soggettiva, mentre il Dna è una prova concreta. Dal confronto del campione in nostro possesso con quello dei genitori di Angela Celentano avremo o la certezza totale, sottolineo al 100%, di un rapporto filiale, o la sua esclusione”.
Incalzato da Nuzzi, Garofano ha fatto trasparire anche la conferma che le tracce di Dna della ragazza venezuelana Celeste Ruiz, che somiglia moltissimo ad Angela, sarebbero state raccolte a sua insaputa (probabilmente attraverso qualche oggetto usato dalla ragazza come una tazzina, un bicchiere o una posata ndr) da un investigatore privato e non da organi di polizia internazionali. “Quando verranno accertati i rapporti filiali, possibili o meno, della ragazza le autorità giudiziarie, in caso positivo, interverranno rispetto all’attuale famiglia della ragazza venezuelana”, ha concluso Garofano. La piccola Angela scomparve a Vico Equense il 10 agosto del 1996 e la cosiddetta “pista sudamericana” che riguarda la modella 31enne venezuelana a cui è stato sottratto un campione di Dna è solo l’ultima in ordine di tempo che ha coinvolto una mai doma ricerca delle tracce della bambina da parte dei genitori e del loro avvocato, Luigi Ferrandino.