La notizia della grande esplosione seguita al deragliamento di un treno merci del 3 febbraio negli Stati Uniti, in Ohio, si è fatta strada sui media italiani soltanto una decina di giorni dopo. Si è parlato di “apocalisse” per un disastro di cui ancora si sa molto poco, ma che potrebbe in effetti rivelarsi estremamente grave per un’ampia zona di territorio.

Vi ricordate certamente del disastro di Viareggio del 2009, quando un’esplosione generata dal deragliamento di un treno merci causò la morte di 32 persone e un centinaio di feriti. In quel caso, si trattava di gas di petrolio liquefatto (Gpl); infiammabile, ma non fortemente tossico di per sé. Nel caso del disastro dell’Ohio, invece, il danno più importante è stato fatto da quattro vagoni che contenevano cloruro di vinile, un materiale che serve a fare la comune plastica che chiamiamo “Pvc” (polivinyl chloride). E’ un liquido che evapora rapidamente ed è noto per essere fortemente cancerogeno.

Immaginatevi quattro vagoni pieni di cloruro di vinile sventrati dal deragliamento che stanno sparpagliando ovunque il liquido cancerogeno che contengono. E che questo stia succedendo in una zona abitata, per fortuna non ad alta densità di popolazione. Di fronte a questa situazione, gli operatori che gestivano l’emergenza hanno pensato che fosse opportuno dar fuoco al liquido, perlomeno per evitare l’effetto cancerogeno immediato.

Viene in mente il vecchio detto “cadere dalla padella nella brace”. Si sa poco degli effetti della combustione del cloruro di vinile liquido, ma ci sono dati sulla combustione del Pvc che ha la stessa formula chimica. Si sa che la combustione rilascia acido cloridrico (HCl) in grande quantità. Si ritiene che produca anche fosgene (cloruro di carbonile) e diossine, anche se non in grandi quantità (o almeno si spera). Entrambe sono sostanze molto tossiche. In sostanza, il risultato è qualcosa di simile alle nubi tossiche che si usavano durante la prima guerra mondiale per gassare le trincee avversarie. Per il momento, per fortuna, non si riportano vittime umane in Ohio, anche se gli animali domestici sembrano morire in gran numero.

E’ veramente un’apocalisse? Probabilmente no, ma di certo le immagini viste sul web di nuvole contenenti acido cloridrico che coprono l’orizzonte sono impressionanti. Una cosa del genere non era mai successa, perlomeno su questa scala. Ma, a questo punto, il danno è fatto e vedremo fra qualche anno se sarà permanente e quali effetti avrà sulla salute umana. Più che altro, queste cose danno una sensazione di sgomento. La sensazione è che le cose stiano andando fuori controllo. Sicuramente, ci sono treni carichi di cloruro di vinile anche in Europa e in Italia. E qui da noi la densità di popolazione è molto più alta che negli Stati Uniti. Vi immaginate cosa potrebbe succedere in caso un incidente come quello dell’Ohio?

Il cloruro di vinile serve a fare plastica. Finché c’è un mercato per la plastica, qualcuno la produrrà. E per produrla ci vogliono dei precursori, e quindi qualcuno produrrà cloruro di vinile che andrà in giro sui treni e sui camion, con tutti i rischi del caso. Ma non è nemmeno il problema principale. Al momento, al mondo si stanno producendo quasi 500 milioni di tonnellate di plastica all’anno, e la produzione continua ad aumentare. In Europa siamo a oltre 100 kg di plastica per persona all’anno. Impressionante, se pensate che cento anni fa si sapeva a malapena che cosa fosse la plastica.

Dove va a finire tutta questa plastica? In parte bruciata, in parte sparpagliata in giro, solo una piccola frazione viene riciclata. In forma di microparticelle di plastica finisce nel cibo e poi ce la mangiamo in una quantità che qualcuno ha calcolato come l’equivalente di una carta di credito alla settimana. Non si sa che effetto abbia sulla salute, ma non è probabile che sia un ricostituente. Non sarà l’apocalisse, ma forse sarebbe il momento di cominciare a pensare di mettere un freno a certe cose. Abbiamo veramente bisogno di tutta questa plastica?

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Lettera dal 2100: “In Sicilia c’è il deserto, Venezia non esiste più. Il clima è cambiato inesorabile”

next
Articolo Successivo

Siccità, il Trebbia è ridotto a un torrente: in volo con il drone sul letto quasi asciutto

next