Le autorità di Kiev hanno privato degli accrediti stampa i due giornalisti Alfredo Bosco e Andrea Sceresini, entrambi collaboratori di FqMillennium, e in Ucraina dall’anno scorso per documentare il conflitto. Il provvedimento, come hanno spiegato in una lettera, impedisce loro di muoversi liberamente nel Paese “specie nelle zone vicino al fronte, e il rischio concreto di essere arrestati al primo posto di blocco”. In un primo momento le autorità avevano comunicato che sarebbero stati interrogati dallo Sbu, il servizio di sicurezza ucraino, a Kramatorsk. Poi, a Kiev. Ma da allora non hanno ricevuto nessuna comunicazione e sono tuttora bloccati. Al momento non si conoscono le motivazioni ufficiali della notifica delle autorità, ma Bosco e Sceresini hanno spiegato “che le voci che si sono sparse tra i fixer ucraini che lavorano nel Donbass – e di cui abbiamo prova scritta – ci indicano come “collaboratori del nemico”, un’accusa che in zona di guerra può avere conseguenze molto serie”.
A chiedere alla Farnesina di attivarsi per risolvere il caso è Carlo Bartoli, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, che invita il Ministero degli Esteri ad “accertare la situazione e garantire ai due connazionali condizioni di sicurezza e agibilità per poter svolgere il loro lavoro”. Bartoli riferisce inoltre che “secondo l’avvocato Alessandra Ballerini – che li assiste e che ha pubblicato una lettera sul sito Articolo21 – i due giornalisti dovrebbero essere interrogati dai servizi di sicurezza” ucraini “avendo svolto alcuni reportage sulla situazione nel Donbass“. Sul caso è intervenuta anche Sabrina Pignedoli, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, che definisce “la revoca degli accrediti da parte delle autorità ucraine una grave violazione alla libertà di stampa”. E ricorda che “lo scorso 14 febbraio a un altro giornalista italiano, Salvatore Garzillo, è stato impedito di entrare in Ucraina dalla Polonia e una simile esperienza era toccata nel 2022 al reporter Lorenzo Giroffi. Da due settimane i due reporter si trovano bloccati a Kiev. Chiediamo alle istituzioni dell’Unione Europea – conclude – di far sentire la propria voce su questo caso, che riguarda la libertà di stampa e quella di essere informati”. Insieme a Giroffi, Sceresini ha pubblicato nel 2015 Ucraina. La guerra che non c’è (Baldini+Castoldi). Per FqMillennium, dopo l’uscita del volume, i due autori hanno raccontato le origini della guerra. Bosco ha collaborato anche con Il Fatto Quotidiano.