Le cifre sono ballerine, si va dai 130 miliardi stimati dal Cresme ai 124 calcolati da Nomisma, ma tutti gli studi realizzati sono concordi su una cosa: il Superbonus 110 ha contribuito in modo determinante alla ripresa post pandemia. Sulla misura, introdotta nel 2020 dal governo Conte 2, questa settimana è calata la scure di Palazzo Chigi, che ha bloccato le cessioni dei crediti e lo sconto in fattura, due meccanismi che sono stati alla base del successo dell’agevolazione. D’ora in avanti, dunque, il Superbonus sarà depotenziato. E così i suoi effetti sulla crescita economica.
Istat: “Costruzioni valgono il 16% della crescita economica” – Effetti che non sono stati magnificati solo dagli imprenditori, ovviamente interessati a una proroga dell’incentivo, ma anche dall’Istat. A settembre, l’istituto di statistica ha certificato come nel secondo trimestre 2022 solo il settore delle costruzioni, che non comprende né le attività immobiliari né le imprese che producono materie prime e semilavorati utilizzati nell’edilizia, ha contribuito per il 16% alla crescita dell’economia. Anche sul fronte dell’occupazione l’Istat ha attestato un impatto molto significativo del Superbonus: nel primo semestre dell’anno scorso gli occupati nel settore sono risultati in aumento di 293mila unità rispetto al 2019 (i servizi, invece, nello stesso periodo, ne hanno persi 163mila). Insomma, tra aumento del Pil e creazione di posti di lavoro, la misura è stata molto utile.
Nomisma: “Superbonus ha generato il 7,5% del Pil” – Per capire quanto abbia effettivamente inciso, però, è meglio fare riferimento ad alcuni studi, che hanno stimato nel dettaglio i benefici apportati dalla maxi detrazione al 110% da quando è stata introdotta nel 2020. Secondo la società di consulenza Nomisma, il Superbonus ha generato 124,8 miliardi di euro, pari al 7,5% del Pil italiano. Nel dettaglio, partendo dai dati Enea di giugno 2022, che segnavano una spesa di 38,7 miliardi di euro, Nomisma ha stimato un effetto diretto (quindi edilizia e settori collegati) pari a 56,1 miliardi di euro, uno indiretto (quello che, a cascata, passa dai primi ad altri comparti) pari a 25,3 miliardi di euro, mentre l’indotto (produzione attivata dai maggiori consumi delle famiglie stimolati da un aumento dei redditi) è stato di 43,4 miliardi. Inoltre, i 38,7 miliardi investiti in interventi di riqualificazione, quelli agevolati dal Superbonus, hanno fatto crescere gli occupati nel settore delle costruzioni di 634mila unità.
Cresme: “Dalla misura 130 miliardi” – Per il Cresme, l’incentivo ha avuto un effetto ancora maggiore: ben 130 miliardi di euro da quando è stato introdotto fino a ottobre dell’anno scorso. Solo di valore aggiunto, e cioè il valore della produzione al netto dei costi, gli investimenti attivati dal Superbonus hanno generato 42,7 miliardi di euro. Entrando nel dettaglio dello studio del centro di ricerca, dal novembre 2020 al 31 ottobre 2022 la spesa per gli interventi certificata da Enea è stata di 55 miliardi di euro (per un costo a carico dello Stato pari a 60,5 miliardi), dei quali 16 miliardi nel 2021 e 38,8 nei primi dieci mesi dell’anno scorso. Ebbene: nel 2022 gli investimenti realizzati grazie al Superbonus, che sono stati pari al 2,5% del Pil, hanno contribuito alla crescita dell’economia italiana per il 22%, lasciando in eredità al 2023 un tesoretto da 14 miliardi di euro (circa lo 0,7% del Pil). Nel 2021, invece, gli interventi fatti con il 110 (0,9% del Pil) hanno generato l’8,9% del totale della crescita.
“Mezzo milione di occupati” – Guardando agli effetti sul mercato del lavoro, il Cresme calcola che l’anno scorso siano stati attivati 587mila occupati, dei quali 311mila direttamente nel settore delle costruzioni. Nel 2021, a fronte di investimenti minori (16 miliardi contro 38,8), le assunzioni sono state 242mila (128.300 solo nell’edilizia). Uno studio molto dettagliato è stato poi realizzato dalla Fondazione nazionale dei commercialisti. Sulla base dei dati Istat, gli autori calcolano che, a fronte di un valore aggiunto complessivo che nel 2021 è stato pari a 1.518 miliardi di euro, quello generato dalle costruzioni si sia attestato a 78,2 miliardi di euro, il 5,2% del totale, in aumento del 21,6% sull’anno prima. Se si esclude l’edilizia, la crescita italiana nel 2021 si sarebbe fermata al 6% (invece che al 6,7%). In altre parole, le costruzioni hanno contribuito all’aumento del Pil per il 10,5%. Si tratta di un dato importante dal momento che il settore aveva patito in modo molto pesante la doppia recessione del periodo 2008-2014. Dal 2007 al 2019, in dodici anni, le costruzioni hanno perso il 35,7% del valore aggiunto, mentre in soli due anni, il 2020-2021, hanno recuperato il 14,7%.
Nessun incremento delle importazioni – Ma il Superbonus ha avuto un impatto significativo soprattutto sugli investimenti. Nel 2021, quelli fissi lordi – ovvero gli acquisti e le riparazioni di macchine, impianti, attrezzature, fabbricati – effettuati dalle imprese non finanziarie sono stati pari a 334 miliardi di euro, dei quali 158,6 miliardi realizzati dal settore delle costruzioni. La crescita totale registrata quell’anno, +17% sul 2020, è stata determinata per oltre il 60% dall’edilizia, i cui investimenti sono incrementati del 22,3%. Se si pensa che tra il 2015 e il 2019, primo periodo di ininterrotta crescita dopo sette anni di calo, gli investimenti sono complessivamente aumentati di 38,5 miliardi di euro (7,7 miliardi all’anno), mentre soltanto nel 2021 di 48,6 miliardi, risulta evidente il contributo apportato dal settore delle costruzioni. Insomma, il Superbonus ha permesso di riportare gli investimenti al loro livello fisiologico. Non è un caso, del resto, che l’edilizia sia considerata uno volano dell’economia. Stando a uno studio dell’Ance, una spesa aggiuntiva di un miliardo di euro nel settore genera sul sistema economico una ricaduta di 3,513 miliardi di euro e produce un aumento di 15.555 occupati, dei quali 9.942 nelle costruzioni e 5.613 nei settori collegati. Ma soprattutto non determina un incremento delle importazioni: il 95,8% dei beni acquistati dalle imprese edili, provenienti da 31 settori produttivi su un totale di 36, è realizzato in Italia.
Economia
Così il Superbonus ha contribuito alla ripresa post pandemia: gli studi sull’aumento del Pil e dei posti di lavoro (non solo nell’edilizia)
Dopo la decisione del governo a essere depotenziata non sarà solo la misura introdotta dal governo Conte 2 ma anche gli effetti provocati sulla crescita economica. Secondo l'Istat nel secondo trimestre 2022 solo il settore delle costruzioni ha contribuito per il 16% alla crescita dell’economia. Per la società di consulenza Nomisma, invece, ha generato 124,8 miliardi di euro, pari al 7,5% del Pil. Il Cresme, invece, calcola che l’anno scorso siano stati attivati 587mila occupati, dei quali 311mila direttamente nel settore delle costruzioni
Le cifre sono ballerine, si va dai 130 miliardi stimati dal Cresme ai 124 calcolati da Nomisma, ma tutti gli studi realizzati sono concordi su una cosa: il Superbonus 110 ha contribuito in modo determinante alla ripresa post pandemia. Sulla misura, introdotta nel 2020 dal governo Conte 2, questa settimana è calata la scure di Palazzo Chigi, che ha bloccato le cessioni dei crediti e lo sconto in fattura, due meccanismi che sono stati alla base del successo dell’agevolazione. D’ora in avanti, dunque, il Superbonus sarà depotenziato. E così i suoi effetti sulla crescita economica.
Istat: “Costruzioni valgono il 16% della crescita economica” – Effetti che non sono stati magnificati solo dagli imprenditori, ovviamente interessati a una proroga dell’incentivo, ma anche dall’Istat. A settembre, l’istituto di statistica ha certificato come nel secondo trimestre 2022 solo il settore delle costruzioni, che non comprende né le attività immobiliari né le imprese che producono materie prime e semilavorati utilizzati nell’edilizia, ha contribuito per il 16% alla crescita dell’economia. Anche sul fronte dell’occupazione l’Istat ha attestato un impatto molto significativo del Superbonus: nel primo semestre dell’anno scorso gli occupati nel settore sono risultati in aumento di 293mila unità rispetto al 2019 (i servizi, invece, nello stesso periodo, ne hanno persi 163mila). Insomma, tra aumento del Pil e creazione di posti di lavoro, la misura è stata molto utile.
Nomisma: “Superbonus ha generato il 7,5% del Pil” – Per capire quanto abbia effettivamente inciso, però, è meglio fare riferimento ad alcuni studi, che hanno stimato nel dettaglio i benefici apportati dalla maxi detrazione al 110% da quando è stata introdotta nel 2020. Secondo la società di consulenza Nomisma, il Superbonus ha generato 124,8 miliardi di euro, pari al 7,5% del Pil italiano. Nel dettaglio, partendo dai dati Enea di giugno 2022, che segnavano una spesa di 38,7 miliardi di euro, Nomisma ha stimato un effetto diretto (quindi edilizia e settori collegati) pari a 56,1 miliardi di euro, uno indiretto (quello che, a cascata, passa dai primi ad altri comparti) pari a 25,3 miliardi di euro, mentre l’indotto (produzione attivata dai maggiori consumi delle famiglie stimolati da un aumento dei redditi) è stato di 43,4 miliardi. Inoltre, i 38,7 miliardi investiti in interventi di riqualificazione, quelli agevolati dal Superbonus, hanno fatto crescere gli occupati nel settore delle costruzioni di 634mila unità.
Cresme: “Dalla misura 130 miliardi” – Per il Cresme, l’incentivo ha avuto un effetto ancora maggiore: ben 130 miliardi di euro da quando è stato introdotto fino a ottobre dell’anno scorso. Solo di valore aggiunto, e cioè il valore della produzione al netto dei costi, gli investimenti attivati dal Superbonus hanno generato 42,7 miliardi di euro. Entrando nel dettaglio dello studio del centro di ricerca, dal novembre 2020 al 31 ottobre 2022 la spesa per gli interventi certificata da Enea è stata di 55 miliardi di euro (per un costo a carico dello Stato pari a 60,5 miliardi), dei quali 16 miliardi nel 2021 e 38,8 nei primi dieci mesi dell’anno scorso. Ebbene: nel 2022 gli investimenti realizzati grazie al Superbonus, che sono stati pari al 2,5% del Pil, hanno contribuito alla crescita dell’economia italiana per il 22%, lasciando in eredità al 2023 un tesoretto da 14 miliardi di euro (circa lo 0,7% del Pil). Nel 2021, invece, gli interventi fatti con il 110 (0,9% del Pil) hanno generato l’8,9% del totale della crescita.
“Mezzo milione di occupati” – Guardando agli effetti sul mercato del lavoro, il Cresme calcola che l’anno scorso siano stati attivati 587mila occupati, dei quali 311mila direttamente nel settore delle costruzioni. Nel 2021, a fronte di investimenti minori (16 miliardi contro 38,8), le assunzioni sono state 242mila (128.300 solo nell’edilizia). Uno studio molto dettagliato è stato poi realizzato dalla Fondazione nazionale dei commercialisti. Sulla base dei dati Istat, gli autori calcolano che, a fronte di un valore aggiunto complessivo che nel 2021 è stato pari a 1.518 miliardi di euro, quello generato dalle costruzioni si sia attestato a 78,2 miliardi di euro, il 5,2% del totale, in aumento del 21,6% sull’anno prima. Se si esclude l’edilizia, la crescita italiana nel 2021 si sarebbe fermata al 6% (invece che al 6,7%). In altre parole, le costruzioni hanno contribuito all’aumento del Pil per il 10,5%. Si tratta di un dato importante dal momento che il settore aveva patito in modo molto pesante la doppia recessione del periodo 2008-2014. Dal 2007 al 2019, in dodici anni, le costruzioni hanno perso il 35,7% del valore aggiunto, mentre in soli due anni, il 2020-2021, hanno recuperato il 14,7%.
Nessun incremento delle importazioni – Ma il Superbonus ha avuto un impatto significativo soprattutto sugli investimenti. Nel 2021, quelli fissi lordi – ovvero gli acquisti e le riparazioni di macchine, impianti, attrezzature, fabbricati – effettuati dalle imprese non finanziarie sono stati pari a 334 miliardi di euro, dei quali 158,6 miliardi realizzati dal settore delle costruzioni. La crescita totale registrata quell’anno, +17% sul 2020, è stata determinata per oltre il 60% dall’edilizia, i cui investimenti sono incrementati del 22,3%. Se si pensa che tra il 2015 e il 2019, primo periodo di ininterrotta crescita dopo sette anni di calo, gli investimenti sono complessivamente aumentati di 38,5 miliardi di euro (7,7 miliardi all’anno), mentre soltanto nel 2021 di 48,6 miliardi, risulta evidente il contributo apportato dal settore delle costruzioni. Insomma, il Superbonus ha permesso di riportare gli investimenti al loro livello fisiologico. Non è un caso, del resto, che l’edilizia sia considerata uno volano dell’economia. Stando a uno studio dell’Ance, una spesa aggiuntiva di un miliardo di euro nel settore genera sul sistema economico una ricaduta di 3,513 miliardi di euro e produce un aumento di 15.555 occupati, dei quali 9.942 nelle costruzioni e 5.613 nei settori collegati. Ma soprattutto non determina un incremento delle importazioni: il 95,8% dei beni acquistati dalle imprese edili, provenienti da 31 settori produttivi su un totale di 36, è realizzato in Italia.
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Milano, 12 feb. (Adnkronos) - Il conto in Olanda dove sono stati sequestrati i soldi versati da Massimo Moratti, nell'ambito di una truffa in cui è stato usato il nome del ministro della Difesa Massimo Crosetto, risulta intestato a più persone straniere su cui ora sono in corso gli accertamenti per verificarne l'esistenza e anche per capire eventuali collegamenti con altri soggetti. E' quanto si apprende da fonti investigative.
In particolare, da quanto emerge, sul conto olandese risultano versati i 980mila euro della truffa al presidente di Saras, soldi che il gruppo avrebbe tentato di spostare altrove, ma la tempistica non ha giocato a loro favore e il 'congelamento' del denaro è arrivato prima.
In attesa degli esiti delle rogatorie, si attendono già domani, in procura a Milano si continua a lavorare anche sui numeri telefonici usati per mettere a segno i plurimi tentativi di truffa - ora usando il nome del ministro o del suo staff - nei confronti del gotha dell'imprenditoria e della finanza.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Sicurezza negli stadi, contrasto alla criminalità e prevenzione dei comportamenti illeciti. Sono le tematiche al centro del tavolo presieduto dai ministri dell’Interno e per lo Sport e i giovani, Matteo Piantedosi e Andrea Abodi che hanno incontrato i presidenti di Figc Gabriele Gravina, Lega serie A, Ezio Simonelli, Lega nazionale professionisti serie B, Paolo Bedin, Lega italiana calcio professionistico, Matteo Marani, Lega nazionale dilettanti, Giancarlo Abete. Presenti anche il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, il capo della Polizia, Vittorio Pisani e il presidente dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Mario Improta.
La riunione è stata l’occasione per proseguire il confronto già avviato su proposte e iniziative da mettere in campo congiuntamente. L’obiettivo rimane quello di tutelare le tifoserie sane e di individuare in maniera chirurgica coloro che vanno allo stadio per attuare comportamenti criminali e violenti, assicurando un ambiente più sicuro e vivibile per tutti gli appassionati. Il tavolo ha anche discusso di azioni concrete per contrastare le scommesse illegali e per arginare il fenomeno della pirateria audiovisiva, sanzionando i fruitori dei contenuti illegali. Prossimo incontro tra un mese. Così una nota congiunta dei ministri dell'Interno e per lo Sport e i giovani.
Londra, 12 feb. (Adnkronos) - Non sarà consentito l'alcol ai Mondiali del 2034 in Arabia Saudita. Lo ha dichiarato l'ambasciatore saudita nel Regno Unito, il principe Khalid bin Bandar Al Saud. I tifosi che assisteranno al torneo non potranno trovare bevande alcoliche negli hotel, nei ristoranti o negli stadi. L'Arabia Saudita è un paese differente dal Qatar, dove l'alcol era disponibile in alcuni posti durante i Mondiali del 2022, e non ci saranno eccezioni per questo torneo. "Al momento, non consentiamo l'alcol", ha detto Al Saud a LBC.
"Ci si può divertire molto senza alcol, non è necessario al 100% e se vuoi bere dopo essere andato via, sei il benvenuto, ma al momento non abbiamo alcol. Un po' come il nostro clima, è un paese secco". L'Arabia Saudita è stata confermata come paese ospitante della Coppa del Mondo a dicembre, nonostante le preoccupazioni sui diritti umani. Alla domanda se i tifosi gay di calcio sarebbero stati al sicuro nel paese, Al Saud ha aggiunto: "Daremo il benvenuto a tutti in Arabia Saudita. Non è un evento saudita, è un evento mondiale. E in larga misura, daremo il benvenuto a chiunque voglia venire".
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - Le attiviste del Referendum Cittadinanza hanno lanciato un appello via social alle artiste e agli artisti che in questi giorni si esibiranno sul palco del Festival di Sanremo: dire Sì all’Italia che riconosce tutte le sue figlie e tutti i suoi figli direttamente dall’Ariston. La cantante Giorgia e Brunori Sas sono stati i primi a rispondere all'appello e, insieme alle attiviste di ActionAid Utibe Joseph e Kejsi Hodo, hanno cantato il celebre brano di Toto Cutugno L'Italiano.
Gli artisti, poi, hanno ricevuto in dono un ciuccio con un nastrino tricolore da portare con sé sul palco, come simbolo di tutti quei figli e figlie d'Italia che non hanno ancora il riconoscimento della cittadinanza. Il referendum cittadinanza ha ricevuto l'ok dalla Corte Costituzionale lo scorso 20 gennaio insieme agli altri 4 quesiti sul lavoro promossi dalla Cgil. Andrà al voto in primavera.
Dopo la bocciatura del quesito sull'Autonomia la sfida del quorum si fa più ardua, ed è per questo che i promotori partono proprio dal più popolare spettacolo televisivo italiano per richiamare l'attenzione del Paese sull'appuntamento referendario. Il referendum cittadinanza è stato promosso da +Europa, Possibile, Dalla Parte Giusta della Storia, ActionAid, Libera, Arci, Italiani senza Cittadinanza, Conngi, insieme a una grande rete di oltre 70 organizzazioni.
Milano, 12 feb. (Adnkronos) - La competenza territoriale si radica a Milano, da qualunque lato si inquadri la questione. Lo sostiene la Cassazione nelle motivazioni sul caso Visibilia che vede indagata, tra gli altri, la ministra del Turismo Daniela Santanchè con l'ipotesi di truffa aggravata all'Inps in relazione alla cassa integrazione nel periodo Covid. Nel provvedimento, che segue la decisione dello scorso 29 gennaio, si rigetta la richiesta della difesa di considerare singole ipotesi di truffa (e non una truffa continuata) e di radicare la competenza a Roma.
Per il collegio della seconda sezione penale presieduta da Anna Petruzzellis - chiamato a rispondere alla questione sollevata dalla giudice delle indagini preliminari di Milano Tiziana Gueli - dato che la procura meneghina ha rilevato che l'ultima erogazione dei contributi è stata pagata a un dipendente in una banca nel Milanese, "deve essere affermata la competenza territoriale del Tribunale di Milano". Nell'indagine, coordinata dai pubblici ministeri Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, risultano coinvolti 13 dipendenti delle due società indagate, Visibilia Concessionaria srl e Visibilia Editore spa, che sarebbero stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo (e quindi continuando a lavorare) causando un 'danno' di oltre 126 mila euro versati dall'Inps.
"La soluzione - si legge nella decisione della Cassazione - non cambia nel caso in cui si voglia ancorare la competenza territoriale al momento della richiesta della cassa integrazione, posto che dalla documentazione prodotta in atti risulta che la richiesta è stata inviata alla sede Inps di Milano e che sempre la sede Inps di Milano ha autorizzato la cassa integrazione". Infine, a rafforzare la competenza territoriale il fatto che "avendo le società sede a Milano, il delitto di truffa si è comunque consumato a Milano, al momento della acquisizione dell’ingiusto profitto da parte delle società, che si realizza in concomitanza con la percezione dei contributo da parte dei lavoratori". L'udienza preliminare sul caso Visibilia riprenderà come da calendario il 26 marzo prossimo.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - L'aula della Camera ha approvato la proposta di legge recante 'modifiche alla disciplina della Fondazione Ordine costantiniano di San Giorgio di Parma'. I voti favorevoli sono stati 140, 84 quelli contrari e 3 gli astenuti.
Roma, 12 feb. (Adnkronos) - "Ho visto Sanremo ieri sera, erano anni che non lo vedevo, ma sono rimasto sveglio fino alle 2 per vedermelo tutto. Mi è piaciuto per la qualità espressa, è una vetrina italiana vera. Come ha detto Jovanotti è un po’ come Natale, capodanno, carnevale". Filippo Ricci, direttore creativo della Stefano Ricci Spa, ha commentato così con l'Adnkronos la prima serata del 75esimo Festival di Sanremo e gli outfit del conduttore Carlo Conti creati dalla maison.
Che emozione è stata vedere Carlo Conti con i vostri abiti in apertura del 75esimo Festival della Canzone italiana?
"Siamo abituati a palcoscenici internazionali, ma è la prima volta che saliamo con rispetto sul palco dell'Ariston, tra l'altro con il conduttore e direttore, e quindi è stata una bella emozione. Ero un po' in apprensione che questo outfit gli tornasse bene addosso in una serata movimentata. E' fatto tutto al 100% in Italia, su misura per Carlo, e c'è stato dietro un lavoro di ricerca, insieme a lui, dei tessuti e della costruzione dei modelli in questi mesi, quindi è stato parte proattiva della ricerca e dello sviluppo degli outfit per queste cinque serate", ha spiegato Filippo Ricci.
Che idea avete avuto nello sviluppo degli outfit? Ne utilizzerà uno a serata?
"L'idea che abbiamo avuto, sin dall'inizio, è stata quella di fare un percorso di sartorialità. Noterete che sono tutti outfit abbastanza rigorosi, anche se la qualità dei tessuti conferisce un senso di morbidezza. L'idea era di dare un concetto di eleganza senza tempo perché Sanremo appartiene alla cultura del Paese. Poi ieri sera abbiamo giocato con il colore, il midnight blu, questo blu notte che è ben diverso dal classico nero, anche se ci saranno degli outfit scuri in seguito. Non conosco la sequenza, visto che la deciderà lui con il proprio staff ogni sera. Sono tutti pronti e a disposizione, con un nostro sarto dedicato dietro le quinte. Carlo ha più scelte, ma credo userà un outfit a serata perché da quello che ho visto ieri, nel movimento veloce tra uno spazio e l'altro credo che voglia mantenere un ritmo serrato per le tempistiche sceniche sue".
Quali emozioni ci sono state durante la prima serata del Festival?
"E' stato bello vedere Papa Francesco e ascoltare il suo messaggio, credo che sia la prima volta nella storia del Festival, quindi anche solo quella è stata un'immagine potente. Poi Jovanotti ha provocato una scarica d’energia positiva, da re dell'entertainment", ha spiegato il direttore creativo della Stefano Ricci Spa.
Carlo Conti era preoccupato di non riuscire a valorizzare la classe e la modernità degli smoking, ci è riuscito?
"Ci è riuscito assolutamente, ha un bel portamento, e gli ho detto 'sei proprio un bel modello'. E' un uomo che sa stare sul palcoscenico e vestire dei capi sartoriali. Quello di ieri non era un capo semplicissimo, è una giacca smoking in velluto blu, tra l'altro quello è un jersey di velluto, quindi più morbido, ma lo vestiva molto bene, con i tre pezzi, e sotto aveva un gilet in lana coordinato con il pantalone mohair. Abbiamo voluto fare proprio il tocco estremo di sartorialità con tutto il bordino in raso che è stato fatto su tutto il revere. L'idea era quella di rispettare un percorso abbastanza classico della sartorialità italiana e fiorentina, perché se si va a vedere la spalla, è una vecchia scuola fiorentina il modo di realizzarla in maniera morbida, quindi la giacca è molto leggera".
Queste sera la seconda serata con nuove sorprese?
"Gli abiti sono smoking oppure giacche da cocktail, quindi ci sarà un'alternanza dove Carlo ha possibilità di scelta anche tra cravatta o papillon. Ci hanno scritto in molti sui social, anche dall’estero a conferma di una vetrina internazionale come Sanremo, proprio per avere questa informazione, ed è molto divertente. La cosa interessante è che ci arrivano messaggi da tutto il mondo, perché è il Festival della canzone italiana, è italianissimo, ma lo guardano in America, lo guardano gli italo-americani, lo guardano in Sud America, lo guardano a Est, e comunque la visibilità internazionale è importante. Questo è un palcoscenico di italianità che richiama la musica italiana in generale ma non solo", ha spiegato Filippo Ricci la cui maison vende in tutto il mondo.
I nostri mercati principali?
"Noi produciamo tutto in Italia, ma in Italia vendiamo poco. Noi vendiamo a clienti in tutto il mondo, con le nostre 82 boutique e in Italia ne abbiamo due a Firenze dove è anche la sede dell'azienda, due a Milano, uno a Porto Cervo. Tra i mercati più importanti gli Stati Uniti, le capitali del continente europeo come Londra e Parigi, al Middle East, Dubai, fino alla Cina. A Carlo Conti abbiamo fornito tutto l'outfit, dalle scarpe, alle camicie, e abbiamo anche fatto diversi capi sportivi per le conferenze stampa e gli altri impegni del Festival. Dalle giacche in maglia sportive con le sneaker più casual e abbiamo lavorato insieme per fargli provare un po' di tessuti anche particolari"ha concluso Filippo Ricci. (di Emanuele Rizzi)