Mihaela Dinica, 36 anni, ex operaia, oggi vive e alleva galline a Monteriggioni, comune di 10mila abitanti nella provincia senese. E nel 2022 ha vinto anche un importante riconoscimento. "Spero di essere un esempio per tanti, soprattutto donne". E a chi vuole fare la sua stessa scelta dice: "Rimboccatevi le maniche. E tenete duro”
“Ho deciso di cambiare vita nel 2020, nel periodo del lockdown. Volevo avere un lavoro tutto mio”. Mihaela Dinica, 36 anni, ex operaia, oggi vive e alleva galline a Monteriggioni, comune di 10mila abitanti nella provincia senese. Ha lasciato il suo lavoro per investire tutte le sue risorse nella sua azienda agricola e agrituristica.
Tutto è iniziato con la pandemia. “Abbiamo avviato i lavori appena è terminato il lockdown, acquistando gli animali e le attrezzature, aiutata solo dalla mia famiglia”. Mihaela si ritiene fortunata, perché i familiari le sono sempre stati da appoggio. Al contrario dello Stato, aggiunge, “che non mi ha mai aiutato in alcun modo, finora”. Le difficoltà più grandi, infatti, sono state quelle economiche: “Gli aiuti arrivano solo per le grandi ditte – spiega l’allevatrice –. Quelle piccole devono rimboccarsi le maniche e fare tutto da soli. È una verità triste per tanti”.
Mihaela è nata in Romania ed è in Italia da vent’anni. “Ho la terza media – spiega –. Ho iniziato a fare i primi lavori fin da quando ne avevo 18”. La sua azienda oggi ha una dimensione di dieci ettari e conta oltre 300 animali, tra cui 200 galline, un cavallo, due asini, tre alpaca, papere, quaglie, pavoni. La produzione passa da uova, aglione, ortaggi di stagione, verdure. La giornata inizia prendendosi cura degli animali, dando da mangiare alle galline, pulendole e perché no, sorride Mihaela, “prendersi qualche momento per godersi la loro compagnia”. Lavorare in mezzo agli animali è “una cosa bellissima”, aggiunge.
Tra le razze allevate sulle colline toscane da Mihaela c’è l’Araucana, originaria del Cile, frutto di un incrocio tra le Colloncas e le Quetero, che producono uova dal colore blu. Il nome deriverebbe dagli indigeni Mapuche – detti appunto Aruacani – un popolo amerindo originario del Cile centrale e del sud dell’Argentina, che volevano avere un esemplare con molto piumaggio, capace di resistere alle temperature rigide delle Ande. Mihaela le ha scoperte su internet ed è andata personalmente a recuperarne qualche esemplare per iniziare l’allevamento. È oggi l’unica ad avere questa particolare razza nella sua regione. Il colore delle loro uova non è dovuto agli Ogm o a qualche stramba sperimentazione ma è contenuto nel Dna di questa specie. Le uova sono buone e contengono più proteine rispetto alle razze ovaiole e “oltre ad essere più saporite hanno anche un basso contenuto di colesterolo”, spiega Mihaela.
Nel 2022 l’impresa agricola di Mihaela è stata selezionata come vincitrice dell’Oscar Green 2022 promosso da Giovani Impresa Coldiretti Toscana, esaltando lo spirito di adattamento della nuova generazione contadina nell’era post Covid e la valorizzazione dei prodotti del territorio. La Toscana, d’altronde, è la prima regione italiana per imprese agrituristiche al femminile, secondo i dati di Coldiretti. Ha il maggior numero di agriturismi condotti da donne con 1.734 strutture su 5.406 attive (con una quota del 20% sul totale nazionale). Sono 4.336, inoltre, le aziende agricole con a capo un giovane imprenditore con età fino a 40 anni: un dato che fa la Toscana la seconda regione italiana (dietro l’Umbria) con la maggior quota di aziende agricole guidate da giovani imprenditori laureati o diplomati.
Un consiglio da dare a coloro che vogliono tornare alla terra? “Rimboccarsi le maniche. E tenere duro”, risponde Mihaela. “Spero di essere un esempio per tanti, soprattutto donne. Sono convinta che nei prossimi anni si tornerà a lavorare la terra come ai vecchi tempi. E il numero delle persone che farà questa scelta aumenterà ancora di più”.
Nel futuro l’obiettivo è quello di cominciare a fare rete con gli altri allevatori della zona. Ma anche aumentare il numero degli animali e sviluppare un progetto di fattoria didattica, coinvolgendo le scuole e le altre istituzioni del territorio. L’uovo dalla colorazione blu è diventato in poco tempo ricercato dagli chef del territorio, che lo propongono nel loro menu. Ma Mihaela non si sbilancia e guarda agli impegni di ogni giorno. Non ha rimpianti, è felice della sua scelta e non tornerebbe indietro. “Gli animali a volte – conclude – danno più amore e soddisfazioni degli esseri umani”.