È vero: l’assessorato al Welfare – gestisce l’80% del bilancio della Regione – è il più ambito. Ma non lo è in termini elettorali. Per garantirsi l’appoggio di una categoria che in Lombardia, storicamente – e, si è visto, anche nelle recenti elezioni – sposta un mucchio di voti, i tre principali partiti del centrodestra stanno trattando, ciascuno per sé, l’assessorato all’Agricoltura. Per quale motivo? Perché è l’assessorato che si occupa anche di caccia. E il favore dei cacciatori, per chi desidera una solida carriera politica (e tanti voti), è una priorità.

E così a pochi giorni dalla tornata elettorale che ha consegnato il trionfo – il bis – di Attilio Fontana e la sconfitta del centrosinistra e del sedicente Terzo polo, è partita la caccia – ehm, la corsa – di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia all’assessorato che, dal punto di vista del consenso politico, “pesa” più di tutti gli altri. Non è un caso, infatti, considerando soltanto il recente passato, che l’ex numero uno alla Sanità, Giulio Gallera, sia rimasto fuori – al momento, ma probabilmente verrà “ripescato” – dal Consiglio regionale (quando nel 2018 era stato recordman di preferenze); che chi ha risollevato le sorti della Giunta – sic dicunt – nella gestione della pandemia, subentrando a Gallera, sia stata bocciata senza appello dagli elettori (Letizia Moratti); e che, infine, chi della ex sindaca di Milano ha preso il posto (Guido Bertolaso) sia in bilico nel Fontana II. Chi mette le mani sulla caccia, al contrario, ha lunga vita. E allora vediamo sta succedendo a Palazzo Lombardia.

FDI SCALZA LA LEGA – Fontana si è preso una breve vacanza dopo la campagna elettorale. E la partita per la composizione della Giunta inizierà, ufficialmente, la settimana prossima. Ma i partiti, naturalmente, sono già al lavoro. Partiamo dai dati: Fratelli d’Italia ha preso il 25,1% e può ambire, su un totale di 16, a sette-otto assessorati; la Lega ha “resistito” con un buon 16,5% e avrà, verosimilmente, cinque posti in Giunta; Forza Italia è al 7,2% con due assessorati e la lista di Fontana (6,1%) uno o due. FdI – ed è abbastanza scontato – occuperà la vicepresidenza con Romano La Russa (fratello del presidente del Senato, Ignazio). E buona parte della distribuzione delle caselle dipenderà dalla persona che verrà indicata per il Welfare (si stanno facendo i nomi dell’uscente Bertolaso, del deputato-farmacista di FdI, Carlo Maccari e dell’altro farmacista, sempre di FdI ed ex Forza Italia, Marco Alparone).

Sia come sia, le segreterie dei partiti stanno ragionando su come mettere le mani sull’assessorato all’Agricoltura. Gli indizi, almeno sin qui, spingono a considerare Fratelli d’Italia come favorito. Il motivo è presto detto: al governo c’è Francesco Lollobrigida. E l’asse tra assessore e ministro piace al partito di Giorgia Meloni. In questo senso, chi ha già detto, pubblicamente, che gradirebbe l’incarico è Barbara Mazzali. Mantovana (nata a Reggio Emilia), capogruppo uscente, viene da una famiglia di cacciatori: lei stessa lo è (in campagna elettorale è ritratta mentre imbraccia un fucile al poligono) ed è stata eletta in provincia di Brescia ottenendo un gran numero di preferenze (6.738), molte delle quali proprio dalle doppiette. Prima del voto ha fatto “coppia” con Carlo Bravo, anch’egli entrato al Pirellone, presidente dell’Associazione cacciatori lombardi.

LE TRATTATIVE NEL CENTRODESTRA – Sulla strada di Mazzali, però, c’è Forza Italia, che ha proposto il nome di Simona Tironi. Eletta a Brescia (8671 preferenze, quinta candidata più votata in Lombardia) può contare sull’appoggio di uno sponsor decisamente di peso: la Coldiretti. Forte dei voti ottenuti e della spinta dell’associazione, ha le carte in regola per occupare uno dei due posti che probabilmente verranno assegnati al partito di Silvio Berlusconi (l’altro dovrebbe andare a Gianluca Comazzi che, una volta in Giunta, liberebbe il posto in Consiglio a Gallera). Debole, a questo punto, che si faccia strada l’ipotesi dello stesso presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, come tecnico in quota FdI.

Ma la partita non si chiude qui. Seppur consapevole di avere la strada più in salita, anche la Lega, che prima dell’exploit di Fratelli d’Italia in Lombardia poteva contare sulla quasi totalità dei voti dei cacciatori, guarda all’Agricoltura. E qui i nomi, potenzialmente, sono due. Da una parte c’è l’assessore uscente Fabio Rolfi. Il bis nello stesso assessorato è cosa rara, tuttavia Rolfi (ex vicesindaco di Brescia e al Pirellone dal 2013) ha annunciato di volersi candidare a sindaco di Brescia, Fratelli d’Italia e Daniela Santanchè permettendo. Il ragionamento che si fa è che col “titolo” da assessore e con l’appoggio politico della Regione potrebbe avere più chance per vincere e strappare la città al centrosinistra. Infine c’è il re delle preferenze, sempre in provincia di Brescia, Floriano Massardi (10.485). Cacciatore della Valle Sabbia, al Pirellone, lo scorso anno, aveva portato un disegno di legge sullo spiedo bresciano (piatto a base di uccellini, che vengono cacciati in deroga e che piacciono molto ai ristoratori e a chi organizza le sagre).

Chi la spunterà, tra i tre partiti, avrà la possibilità di saldare l’alleanza coi cacciatori lombardi. E di assicurarsi, in futuro, il loro sostegno politico.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it

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