L'INCHIESTA A PUNTATE - Nella città più grande del Sud Italia sono stati spesi milioni di euro per rinnovare il parco mezzi (treni, tram, bus, traghetti e metro) e renderli a misura di mobilità inclusiva, ma le fermate non sono state adeguate e rese accessibili, quindi lo sforzo è stato vano. Se hai storie o segnalazioni scrivi a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it
Il trasporto pubblico a Napoli non è ancora inclusivo in maniera soddisfacente per le persone con disabilità. Le principali criticità, secondo le associazioni che da decenni sono attive sul territorio, riguardano soprattutto la non accessibilità di tante fermate degli autobus causata dalle numerose barriere architettoniche che impediscono la salita sul mezzo, l’impossibilità di utilizzo delle linee funicolari inaccessibili, la quasi totale assenza di taxi idonei per il trasporto di passeggeri in carrozzina elettrica. L’approfondimento de ilfattoquotidiano.it sulla mobilità pubblica locale per donne e uomini disabili (se hai storie o segnalazioni scrivi a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it) si arricchisce di un’altra puntata che riguarda questa volta la più grande città dell’Italia del Sud.
Nuovi bus ma fermate non accessibili – “La situazione del trasporto pubblico locale a Napoli dall’entrata in vigore delle leggi (n. 104 del 1992 art. 26 e del DPR n. 503 del 1996 artt. 24,25,26) che regolano l’accessibilità ai servizi, non è molto migliorata per l’accessibilità a favore delle persone con ridotta capacità motoria, nonostante in tutti questi anni si sono profusi milioni di euro per l’acquisto di nuovi e moderni mezzi pubblici: autobus, treni e traghetti”. A denunciarlo è Luigi Montanaro, presidente dell’associazione SuperAbile di Napoli, socia della Federazione italiana per il superamento dell’handicap (Fish) Campania ed esperto di barriere architettoniche.
“Agli inizi dell’entrata in vigore della legge 104/92 grazie alla lotta delle associazioni territoriali di tutela delle persone con disabilità, si fece pressione per l’acquisto di autobus accessibili, anche perché l’allora giunta Bassolino emise i primi BOC per acquistare gli autobus e rinnovare il vetusto parco macchine”, racconta Montanaro che da 35 anni è una persona con disabilità a causa di un incidente stradale e da 23 anni lavora come impiegato del Comune di Napoli presso i servizi sociali del quartiere di Soccavo. “Furono acquistati circa 100 bus accessibili e creammo insieme all’A.N.M. (Azienda Napoletana Mobilità) dieci linee cittadine che coprivano buona parte della città. Purtroppo – aggiunge – non si sono mai adeguate le fermate e per questo motivo, chi utilizzava una carrozzina non poteva accedere agli autobus privi di barriere architettoniche. La situazione da allora è invariata, ci sono nuovi bus accessibili ma non ci si può salire sopra. Inoltre – sottolinea Montanaro che da anni promuove un progetto che si chiama Vivere il Mare per il turismo accessibile per tutti – in città vi sono 4 linee di funicolari tutte inaccessibili”.
“Abbiamo le stazioni della metropolitana più belle d’Italia, ma c’è un gradino” – Per Salvatore Leonardo, presidente della sezione dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare (Uildm) di Napoli con sede ad Arzano “la situazione dei trasporti per persone con disabilità è un po’ migliorata rispetto al passato, riescono a usufruire meglio dei mezzi pubblici, ma molto ancora deve essere fatto per rendere il trasporto pubblico al 100% accessibile a tutti”. Leonardo evidenzia le difficoltà per l’affollamento che riguardano tutti i passeggeri e il fatto che “persistono ancora delle criticità, come per esempio il disallineamento in metropolitana tra banchina e treno, problema risolto in parte con delle pedane mobili”. Tale servizio va richiesto sempre al momento dell’utilizzo del mezzo, chiedendo assistenza al personale presente. Il problema del gradino non esisterebbe se chi di dovere ci avesse pensato al momento della progettazione e realizzazione delle nuove linee della metro. Montanaro spiega che Napoli ha 2 linee metropolitane, una comunale e una F.S., inoltre ci sono 3 ferrovie (che hanno anche funzione di metropolitana) gestite dall’E.A.V. (Ente Autonomo Volturno a partecipazione Regionale) che dalla zona Flegrea portano a Napoli (Cumana e Circunflegrea) e dalla zona Vesuviana portano in città (Vesuviana).
Per l’esperto “la metro Linea 1 gestita dal Comune ha le stazioni più belle d’Italia e sono tutte accessibili, purtroppo non si può accedere ai treni in quanto vi è un dislivello tra banchina e treni di circa 14 centimetri”, problema poi risolto con l’uso di una pedanina mobile per consentire l’accesso. “La metro Linea 2 offre stazione e treni inaccessibili”, afferma il presidente di SuperAbile di Napoli, “per le altre tre ferrovie alcune stazioni sono accessibili ed i treni no e viceversa, cioè se si riesce a salire in una stazione non è garantita l’uscita in quella successiva”. Insomma un percorso a ostacoli che non agevola la libera mobilità per tutti.
“A Napoli sono introvabili i taxi accessibili”- La maggiore criticità infine arriva dalla mancanza di taxi adeguati alle esigenze di chi utilizza una carrozzina elettrica per spostarsi. “Quella dei taxi accessibili è la nota dolente a Napoli, perché sono pochissimi gli autoveicoli attrezzati per la salita di carrozzine a motore elettrico, quelle manuali sono più semplici da caricare”, dice Leonardo. “Nella nostra città è rarissimo vedere un taxi attrezzato, risultano ampiamente insufficienti a soddisfare i bisogni della popolazione e dei turisti con disabilità”, sottolinea il numero uno della Uildm Napoli che negli anni ha lavorato senza sosta anche durante i lockdown per l’inclusione a tutti i livelli delle persone con disabilità fornendo ai soci servizi di trasporto gratuito casa-lavoro-visite mediche presso il Centro Clinico NeMo Napoli. Della stessa opinione anche Montanaro: “Il servizio taxi non è accessibile a chi utilizza una carrozzina elettrica. Vi è un servizio di noleggio con autista dotato di pedana posteriore, ma i costi per ogni corsa diventano insostenibili per un utilizzo quotidiano”.
“Chiediamo maggiore ascolto e proponiamo un tavolo” – L’amministrazione comunale fornisce dei servizi dedicati ai passeggeri a ridotta mobilità? “Qualcosa si sta facendo. Il Comune, ad esempio, mette a disposizione auto attrezzate per il trasporto di persone che hanno bisogno di recarsi a visite mediche e non hanno possibilità di andare da sole”, risponde Leonardo. “Certamente si può ancora migliorare l’accessibilità e il servizio di trasporto specifico, ma abbiamo notato un impegno in tal senso”. Su questo punto Montanaro risponde assai più critico e chiede un maggiore confronto: “La Giunta del Comune di Napoli (sindaco Gaetano Manfredi, ndr) insediata ad ottobre del 2021 non ha affrontato la problematica in maniera adeguata alle esigenze reali del nostro territorio. Quando l’amministrazione avrà la volontà di insediare un tavolo di discussione, di proposte migliorative per il trasporto pubblico locale noi ne abbiamo a decine e saremo ben contenti di illustrarle. A cominciare, per esempio, dalla viabilità pedonale”, conclude.