Ogni dettagli era stato preparato dallo staff del presidente durante un lavoro durato mesi e curato fin nei minimi dettagli, a cominciare dal depistaggio dei media. Fondamentale la parte logistica. Esempio: almeno due caccia Usa controllavano che ogni cosa andasse come da programma
Una sorpresa preparata da mesi. La visita di Biden a Kiev era organizzata sin nei minimi dettagli da molte settimane, come è giusto che sia per un viaggio istituzionale di tale rischio e importanza strategica. Solo venerdì, tuttavia, è arrivato il via libera definitivo che ha dato la possibilità alla macchina logistica della Casa Bianca di mettere a posto ogni tassello e permettere al presidente degli Stati Uniti di incontrare in sicurezza il suo omologo Zelensky nel centro di Kiev, col sottofondo sonoro degli allarmi aerei a ricordare il pericolo. Che, però, non era tale: nel cielo di Kiev, infatti, almeno due caccia Usa controllavano che ogni cosa andasse come da programma. A terra, le strade vicino all’ambasciata Usa e quelle verso la stazione ferroviaria centrale erano completamente bloccate. Il motivo? Biden è arrivato in Ucraina in treno dal confine con la Polonia, dettaglio rimasto segreto fino all’ultimo per motivi di sicurezza.
Il presidente Usa, si diceva, ha deciso solo venerdì di procedere con la visita a Kiev, dopo essersi riunito con i vertici del suo Consiglio di Sicurezza Nazionale nell’Ufficio Ovale. Poche ore prima della partenza Washington ha quindi informato Mosca domenica mattina circa i piani del presidente di visitare la capitale “per deconflittualizzare”, secondo il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. La riunione venerdì all’interno dell’Ufficio ovale è stata il culmine di mesi di lavoro ad opera di un piccolo gruppo di consiglieri di Biden. Che ha lasciato Washington senza preavviso dopo che lui e sua moglie Jill hanno cenato fuori in un ristorante sabato sera e dopo che i funzionari avevano negato che il presidente avrebbe visitato l’Ucraina durante il suo viaggio programmato nell’Europa orientale. Alla pianificazione del viaggio hanno preso parte l’ufficio del capo dello staff, il Consiglio di Sicurezza nazionale e l’Ufficio militare della Casa Bianca. Hanno dato il loro contributo un certo numero di funzionari del Secret Service, del Pentagono e della comunità di intelligence. Biden è stato regolarmente tenuto al corrente sui piani del viaggio.
Le discussioni tra Casa Bianca e “i più alti livelli del governo ucraino” hanno contribuito a portare il viaggio a buon fine. Anche con qualche espediente, come ad esempio il depistaggio dei media. Domenica sera, infatti, la Casa Bianca aveva diffuso un programma ‘falso’, secondo cui il presidente avrebbe tenuto il suo briefing quotidiano alle 10 locali (le 16 in Italia) e sarebbe partito per Varsavia alla 19 (l’1 di notte in Italia), arrivando in Polonia il giorno dopo. A bordo dell’Air Force One ci sarebbe stato un ‘gaggle‘ della portavoce di Biden, Karine Jean-Pierre, e del consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. Per motivi di sicurezza, il pool ristretto di giornalisti che segue quotidianamente il presidente ha accettato di non condividere aggiornamenti in tempo reale sui suoi movimenti. Anche i dettagli completi su come è arrivato a Kiev e sui mezzi di trasporto sono stati tenuti nascosti fino a quando Biden non è uscito incolume dal paese. La conferma del depistaggio è arrivata direttamente dal New York Times: “In effetti domenica sera la Casa Bianca ha emesso un programma pubblico per lunedì che mostra il presidente ancora a Washington e in partenza la sera per Varsavia, quando in realtà era già dall’altra parte del mondo”.
Tutto per evitare ogni tipo di fuga di notizie e prevenire possibili intoppi nella visita. In tal senso, non è da considerarsi un intoppo l’allarme aereo scattato a Kiev durante il faccia a faccia, sos dovuto al decollo di un Mig dalla Bielorussia. Come detto, infatti, almeno due aerei di sorveglianza dell’aeronautica degli Stati Uniti hanno sorvolato il confine tra Polonia e Ucraina durante la visita di Joe Biden. Si tratta di due Boeing E-3B Sentry, che operano come sistemi di preallarme e controllo. Il velivolo monitora le minacce in arrivo, come i missili, utilizzando la sua caratteristica parabola radar, e può anche eseguire altri compiti di sorveglianza e comunicazione. Entrambi gli aerei hanno girato probabilmente vicino al confine ucraino per rilevare eventuali minacce mentre il presidente degli Stati Uniti era a Kiev. Hanno iniziato a monitorare l’area ieri sera alle 22 ora ucraina, potenzialmente quando è iniziato il viaggio di Biden nel Paese. I dati di tracciamento per entrambi i voli non mostrano da dove sono partiti, ma gli aerei sono diventati visibili per la prima volta sopra la Polonia.
Per quanto riguarda le mosse del presidente, invece, l’Air Force One ha lasciato la Joint Base Andrews sotto la copertura dell’oscurità alle 4,15 di domenica, ora locale (10,15 ora italiana), facendo tappa alla base aerea di Ramstein, in Germania, prima di dirigersi verso l’Ucraina. Ai giornalisti a bordo dell’aereo non è stato permesso di portare con sé i propri dispositivi. Come detto, il programma pubblico di Biden non rivelava il viaggio e la scorsa settimana i funzionari della Casa Bianca hanno ripetutamente escluso una visita in Ucraina affermando che non era in programma. Del resto l’Ucraina è in una zona di guerra in cui l’esercito americano non ha alcun controllo, rendendo la visita di lunedì diversa dai precedenti viaggi presidenziali in Iraq o in Afghanistan. Biden ha viaggiato con un entourage relativamente piccolo, tra cui il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, il vice capo dello staff Jen O’Malley Dillon e l’aiutante personale Annie Tomasini.