Superbonus? È una iniziativa che rivendichiamo, quello del governo è un errore grave. E noi saremo molto duri anche in Parlamento. Quell’intervento nel 2020, in un momento drammatico per il paese, ha salvato centinaia di migliaia di posti di lavoro e migliaia di imprese. È evidente che quel modello non piacesse a una parte della destra, né probabilmente a Draghi, ma ribadisco: il Superbonus ha salvato il paese in una fase drammatica”. Così il senatore del Pd Francesco Boccia, su Radio 24, risponde alla giornalista Maria Latella che lo incalza sulla posizione dei dem in merito al Superbonus dopo la decisione del governo Meloni di bloccare la cessione dei futuri crediti edilizi.

Boccia sottolinea: “Il problema è che, come succede spesso nel nostro paese, una quota di persone ha avvelenato i pozzi. Se su 100 persone ci sono 10 ladri, mentre gli altri 90 sono lavoratori che si spezzano la schiena ogni giorno per far funzionare le loro imprese, non vanno puniti anche i 90 ma solo i 10 ladri. Quando si aprì la discussione sulle truffe e sui raggiri, il Pd propose di mettere dei correttivi che punissero quei 10. E invece il governo Meloni punisce tutti“.

E aggiunge: “Il governo Meloni parla di buchi nel bilancio col Superbonus? Vedo che va improvvisamente di moda la destra rigorista. Di solito, in questi 25 anni che abbiamo alle spalle è stata la destra che al governo ha fatto buchi nel bilancio. Ed è poi toccato al centrosinistra affrontare le procedure di infrazione e i buchi di bilancio fatti dalla destra. Questo non lo dico io, ma lo dice la storia di questi 25 anni. La stessa presidente Meloni faceva gli spot contro le accise della benzina. Da 4 mesi – continua – è seduta lì e non mi pare che abbia ancora cancellato le accise. Però è diventata improvvisamente rigorista. In realtà, l’attenzione al bilancio dello Stato deve essere nel dna di qualsiasi rappresentante istituzionale. A sinistra bisogna far chiarezza tra il rigore passivo di chi per voler tenersi solo buona una parte dell’Europa diceva “Signorsì” e chi invece, come noi e a maggior ragione Elly Schlein che io sostengo in questo congresso, chiede redistribuzione. E questa può farla solo lo Stato. Non siamo tutti uguali, c’è gente che ha più bisogno di altra. Spacciare questa nostra posizione come la proposta della sinistra spendacciona è scorretto sul piano politico “.

Boccia spiega: “Lo stop alla cessione dei crediti non fa danni alle grandi imprese, ma a quelle piccole e piccolissime, che magari hanno già ristrutturato alcuni fabbricati e che oggi non hanno la liquidità perché avevano ipotizzato di poter scontare quei crediti. Magari, intanto, quei crediti sono stati scontati ai loro concorrenti. Non è che possiamo fare l’economia sulla base del Gratta e Vinci, cioè c’è chi ha preso il biglietto della lotteria giusto perché ha scontato il credito e c’è chi invece si è ritrovato il mese dopo dentro un provvedimento schizofrenico. E non è neanche vero coloro che hanno già presentato la domanda non rischiano di non veder accettato il Superbonus. Ancora oggi – conclude – coi Superbonus accettati le banche non li scontano e gli interventi fatti in Parlamento non consentono accelerazioni nello sconto in fattura. Quindi, serve un meccanismo automatico che questo provvedimento del governo non garantisce. Anzi, ferma pure quel po’ che c’era. In ogni caso, dentro il bilancio dello Stato c’è sempre la possibilità di alleviare le condizioni di alcuni, chiedendo a chi ha di più di dare un contributo a chi ha di meno. Qui mi pare che questa scelta non si faccia, il governo di destra non mi pare che apra una discussione sulle rendite finanziarie. Il loro problema sembra che siano i lavoratori e le piccole imprese“.

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