La recentissima scoperta della ennesima maxi discarica occulta di rifiuti tossici industriali identificata nel territorio del Comune di Tufino solo grazie alle innovative tecniche di indagine del territorio (droni e sensori termici) rendono ormai sempre più chiari non solo i dati epidemiologici per quanto riguarda il danno sanitario da causa ambientale in Campania, ma anche la consecutio temporum del disastro campano.
“Terra dei Fuochi” è un termine inappropriato con il quale si indica soltanto uno dei metodi di smaltimento occulto della eccezionale quantità di rifiuti industriali e tossici, prodotti prevalentemente in Campania in regime di evasione fiscale. Ormai da decenni questa quota di rifiuti tossici, danno certo alla salute pubblica, viene stimata in non meno di 6mila (!) tonnellate al giorno, ogni giorno che passa!
Patetici risultano quindi gli altrettanto quotidiani proclami del Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che afferma che i problemi di inquinamento da rifiuti in Campania sono risolti. Sono risolti semplicemente perché sono e continuano ad essere volutamente ignorati! E non sono certo solo i roghi tossici! Quando De Luca afferma che non più dell’1% dei terreni agricoli della Campania risulta pesantemente inquinato dice un dato corretto, ma omette di specificare che sta parlando quindi di non più del 10% di tutto il territorio campano di 13550 kmq, quindi di non più di 1350 kmq su 13550!
Tutto il resto del nostro territorio – a partire dalla cave dismesse come anche ieri scoperto a Tufino – è oggetto a partire dagli anni Settanta del secolo scorso di un pesantissimo e ingravescente inquinamento con danno certo alla salute pubblica attraverso l’inquinamento delle falde acquifere superficiali, perché innanzitutto negato oltre ogni correttezza gestionale e scientifica. A partire dagli anni ’70 in Campania l’incremento costante di produzione di rifiuti industriali in regime di evasione fiscale, nella assenza totale e perdurante di qualunque impianto finale a norma per tali rifiuti, rende progressiva e ingravescente la perdita di aspettativa di vita nella Provincia di Napoli rispetto a dove questo scempio non è accaduto e non accade – come la provincia di Firenze.
Abbiamo perso sinora non meno di sette anni di aspettativa di vita media nella sola Provincia di Napoli vs Provincia di Firenze a partire dagli anni Settanta per questa ignavia e omissione gravissima e perdurante! Ed è ormai sempre più chiaro ed evidente grazie ai dati di mortalità comunale che tutto ha inizio, parte e si aggrava nella piana del Nolano, laddove medici non ignavi sin dal 2004 (Lancet Oncology) avevano identificato il primo “Triangolo della morte” in Provincia di Napoli. I camorristi casalesi renderanno il sistema industriale e di import-export con il nord, ma tutto ha inizio e ancora oggi uccide innanzitutto nel nolano-vesuviano, come raccontano tutte le indagini della magistratura, cui si aggiunge la strage da polveri sottili con sforamenti maggiori, che in pianura padana sono dovuti proprio anche all’eccezionale quanto incontrollato traffico di tir anche assassini!
In conseguenza di quanto sopra, il sito inquinato Agrimonda nel Comune di Mariglianella (Na) rappresenta quindi un unicum tra i siti inquinati all’interno della Regione Campania: al contrario di tutti gli altri, dove praticamente mai si è certi degli inquinanti tossici presenti senza complicatissime indagini, nel sito in oggetto, conseguente a un rogo avvenuto nell’agosto del 1995, sono perfettamente noti i tossici presenti e combusti, sia nelle quantità che nelle proprie caratteristiche tossicologiche.
Intervenire nel 2023 su un sito di tossici combusti nel 1995 significa dovere accettare, e purtroppo le analisi sia Arpac che città metropolitana anno 2021 lo hanno confermato, che una notevole quota dei tossici all’epoca presenti e combusti abbia percolato nel terreno e si sia distribuita nel territorio circostante seguendo i flussi almeno della falda superficiale, come confermato dalla analisi eseguite nel 2021, lasciando quindi dedurre che tale situazione si estenda ben oltre i limiti geografici del sito, andando a danneggiare la salute pubblica attraverso il flusso della falda superficiale. I dati epidemiologici ormai noti della zona (Atlante di mortalità Regione Campania 2006-2014, febbraio 2020) certificano i Comuni di Marigliano e Mariglianella tra i peggiori Comuni per mortalità per tutte le cause tra tutti i comuni della intera regione Campania, obbligando quindi a meglio inquadrare la situazione ambientale che vede il territorio nolano registrare da decenni i dati peggiori in termini di polveri sottili tra tutti i comuni di Italia. Ancora troppo poco sappiamo su quanto l’inquinamento di falda possa incidere nel danno complessivo alla salute pubblica.
Per il sito orfano Agrimonda, avendo noi a disposizione con certezza i tipi di tossici presenti che si sono diffusi secondo flussi di falda le cui vie pure sono note, oltre ai dati di mortalità anche per particelle censuarie comunali da parte della Asl 3 sarebbe sufficiente interfacciare i dati già esistenti di incidenza e mortalità per zone censuarie in relazione ai flussi di falda, per avere un’idea più chiara ed essenziale della più importante via di penetrazione di inquinanti nelle matrici umane (aria o acqua? o entrambe?) in grado di spiegarci al meglio il dato – ormai acquisito – che vede questi Comuni del nolano registrare i peggiori dati di mortalità comunale in regione Campania.
Tracciare i rifiuti industriali in maniera certificata e satellitare, evidenziare quanto l’inquinamento di falda da rifiuti industriali incida nel danno alla salute in Provincia di Napoli, dotarsi di impianti finali ma prioritariamente per rifiuti industriali e tossici (esempio amianto e rifiuti ospedalieri) sarebbero le priorità ineludibili per fermare effettivamente il danno alla salute dei cittadini campani in termini di Prevenzione Primaria. Ma, purtroppo, anche i cittadini di Marigliano non sono pummarole San Marzano…