“Viviamo un tempo straordinario che richiede un impegno straordinario, come ha detto Papa Francesco. Riteniamo che oggi la politica sia la grande assente. Manca uno sforzo diplomatico, si parla soltanto di armi. Ma non è questa la soluzione”. A rivendicarlo, nel corso di una conferenza stampa in Campidoglio, diverse associazioni (da Emergency, alla CGIL, passando per la Comunità di Sant’Egidio, Sbilanciamoci, Tavola della Pace, StopTheWarNow, Anpi e Acli e non solo) riunite nella sigla “Europe For Peace“, presentando una serie di iniziative in tutta Italia e all’estero dal 24 al 26 febbraio, a un anno dall’inizio dell’invasione della Russia in Ucraina.
“Marceremo di notte per la Perugia-Assisi“, spiega Flavio Lotti, storico coordinatore della stessa marcia, perché ‘”dopo nove anni dall’inizio della guerra, nel 2014, e nel tragico anniversario dell’invasione russa crediamo di essere vicini al punto di non ritorno. E la politica deve dirci qual è la sua strategia: continuare a dare armi su armi? Con quali risultati?”, ha rivendicato. E ancora: “L’alternativa non è abbandonare l’Ucraina, ma avviare un negoziato politico“. “Non dobbiamo dimenticarci della pace, che non è segno di debolezza”, ha aggiunto anche il segretario della Comunità di Sant’Egidio, Paolo Impagliazzo.
Ospiti delle iniziative (previste in tante città italiane e anche in alcune capitali europee, mentre a Roma si concluderanno con una fiaccolata fino in Campidoglio, ndr) saranno tre donne pacifiste provenienti da Ucraina, Russia e Bielorussia. “L’Europa parli di diplomazia e di cessate il fuoco, basta con le armi, sempre più pesanti, perché il rischio è di una guerra generale e di un conflitto nucleare“, ha avvertito pure Giulio Marcon di Sbilanciamoci, mentre Gianfranco Pagliarulo dell’Anpi ha ricordato come di fronte alle diverse posizioni dei partiti “noi abbiamo una voce che si è espressa in modo inequivocabile da un anno a questa parte, anche se è stata sottaciuta, che è quella del Vaticano“.
“Lula ha proposto un G20 per la pace portato avanti da Paesi neutrali che aprano una trattativa, mi pare una iniziativa importante e utile. Noi stiamo dando voce a un popolo di senza voce, un popolo che non condivide questa escalation della guerra e ci auguriamo che diventi sempre più esteso. Noi resistiamo alla guerra”, ha continuato Pagliaruolo.
“Il sindacato, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, è mobilitato per costruire la pace. La Cgil è contro la guerra perché la guerra è sempre orrore, morte, distruzione, perdita dei diritti, anche quelli sindacali”, ha aggiunto Francesca Re David, segretaria confederale della Cgil. “Sono benvenute le forze politiche che sposeranno la nostra piattaforma, ma questa è un’iniziativa della società civile“, ha infine rivendicato Sergio Bassoli della Rete Pace e Disarmo, dopo le polemiche legate alla manifestazione per la pace dello scorso novembre, tra M5s e Pd in particolare e il rischio di volersi ‘intestare’ la piazza. “Interlocutori politici? Chiaro che serve mantenere il dialogo, oggi c’è uno scollamento rispetto alla società civile”, ha concluso.