Riuscirà la nostra presidente del Consiglio a chiedere, anche solo a sussurrare, nelle orecchie del presidente Zelensky la richiesta di concedere la licenza per continuare a lavorare, in territorio ucraino, ai cronisti “bloccati” da quasi due settimane?
La loro legale, Alessandra Ballerini – che difende anche le famiglie Rocchelli, Paciolla, Regeni – ha lanciato un appello chiedendo al ministero degli Esteri, alle autorità istituzionali, alle rappresentanze dei giornalisti di denunciare quanto sta accadendo e di reclamare il rispetto delle regole e il ripristino del diritto di cronaca.
Sarà il caso di ricordare che stiamo parlando di tre – ma potrebbero essere di più – cronisti: Andrea Sceresini, Alfredo Bosco e Salvatore Garzilli, che da anni operano in quelle terre e hanno fornito contributi a testate diverse: dal Fatto a Fanpage, dall’Ansa a Mediaset, da Rai 3 a Rainews, per citarne solo alcune.
Nessuno ha mai avuto nulla da ridire, eppure si tratta di realtà editoriali molto diverse. Nessuno si è mai accorto di avere dato voce e spazio a “collaborazionisti, amici dei russi”? – perché questa sarebbe l’accusa.
Ci risiamo con gli elenchi degli amici di Putin? Quegli elenchi da dove, per mesi e mesi, hanno cancellato i nomi dei Berlusconi e dei Salvini, ma hanno inserito quelli di chi spesso si è limitato a riprendere gli appelli di Francesco a favore della pace e del negoziato.
Sarà il caso di ricordare che, nella “lista nera” dell’Ucraina, ci sono anche giornaliste e giornalisti, associazioni che hanno “osato” reclamare” verità e giustizia per Andrea Rocchelli e Andrej Mironov, uccisi da piombo ucraino nel 2014. Forse tra i capi di imputazione contro i cronisti italiani c’è anche quello di aver parlato di Rocchelli e di aver svelato bugie, pestaggi e depistaggi?
Essere alleati dell’Ucraina significa non porre interrogativi, “obbedir tacendo”, mettere tra parentesi qualsiasi domanda per non disturbare l’interlocutore?
La presidente Meloni, il governo, le autorità istituzionali possono proprio, perché alleati, sollecitare una risposta alle richieste della famiglia Rocchelli e magari consegnare copia della sentenza di appello agli interlocutori?
Mai come in questi giorni abbiamo sentito inni e appelli all’orgoglio italiano, alla Patria, alla Nazione, a Dio, Patria e Famiglia. A quando il passaggio dalle parole ai fatti? I sovranisti ristabiliranno la nostra sovranità anche in Ucraina, e magari anche in Egitto e in Colombia, dove stati uccisi Giulio Regeni e Mario Paciolla?
Restiamo in attesa della risposta, sperando di non conoscerla già…