Scontro durissimo a Otto e mezzo (La7) tra Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri di Siena, e Italo Bocchino, direttore editoriale de Il Secolo d’Italia, sull’aggressione di sei militanti (3 adulti e 3 minorenni) di Azione Studentesca, organizzazione di estrema destra vicina a Fratelli d’Italia, a danno di due studenti liceali di sinistra davanti al liceo classico Michelangiolo di Firenze.
Montanari spiega i fatti (il reato con cui la Digos ha denunciato i sei militanti di destra è di violenza privata a seguito di una manifestazione non autorizzata di volantinaggio) e precisa: “Non è stata una rissa, ma un episodio gravissimo che dimostra che il fascismo è sempre la stessa cosa, cioè violenza vigliacca. Da notare il silenzio del governo: Azione Studentesca è una realtà vicina a Fratelli d’Italia, quindi mi sarei aspettato che, anche solo per convienienza o per ipocrisia o per senso dello Stato, la presidente del Consiglio, il ministro dell’Istruzione e del Merito e il ministro dell’Interno dicessero qualcosa”.
Bocchino sbotta quando Montanari definisce Fratelli d’Italia “partito di matrice fascista”, interrompendo ripetutamente il suo interlocutore.
Montanari nota ironicamente che Bocchino è passato disinvoltamente dal ‘lei’ al ‘tu’ e aggiunge: “Avrei preferito che lo Stato non si confondesse col partito. Come ha scritto molto bene Paolo Berizzi su Repubblica, questa è la palestra in cui si formano i dirigenti di Fratelli d’Italia, quelli che chiamano ‘patrioti’. Di fronte a un atto così grave la condanna netta del governo sarebbe stata il minimo sindacale. E invece non c’è stata“.
L’ex parlamentare del Pdl borbotta quando viene citato il giornalista Berizzi. Poi difende Giorgia Meloni, che in quelle ore era in un ristorante, e attacca Montanari: “Fratelli d’Italia è tutto fuorché un partito fascista. Ma come fai a dire certe cose? Sono incredibili. Giorgia Meloni è del ’77. Che cosa è accaduto sabato scorso? Una rissa”.
A insorgere contro la definizione di “rissa”, che Bocchino ripete quasi ossessivamente, sono il direttore di Domani Stefano Feltri e lo stesso Montanari.
Bocchino poi accusa la trasmissione condotta da Lilli Gruber di parzialità: “Il video dei vostri mezzi di informazione è parziale, perché c’è anche il video che dimostra che c’è stata un’aggressione anche dall’altra parte. È stata una rissa”.
“Questo è un falso clamoroso – ribatte Montanari – Questa è la versione di Casapound ed è un falso dimostrabile“.
“Lo deciderà la questura – replica Bocchino – Non lo decidete tu, Berizzi e l’opposizione. Non era compito di Giorgia Meloni occuparsi di questa vicenda, si sono già espressi 4 esponenti di FdI. Era al ristorante? Ma una donna, una madre, una compagna ha diritto di farsi un pranzo a mare o deve chiedere l’autorizzazione?”.
Lilli Gruber ricorda che Meloni si espose lo scorso ottobre quando, davanti alla Università Sapienza di Roma, ci furono le proteste del collettivo Cambiare Rotta contro il governo. E Bocchino rilancia: “Ma quella non era una rissa. La polizia deve fermare questi collettivi di sinistra violenti“.
La conduttrice dà la parola a Montanari definendolo “il più autorizzato e credibile”, suscitando la reazione piccata di Bocchino. E il docente risponde: “Conosco direttamente quello che è successo. Non c’è stata nessuna rissa. È stata un’aggressione a freddo da una parte sola contro l’altra. Basta guardare i video. Questo sarà dimostrato in tutte le sedi. E il punto è proprio questo: il partito a cui appartengono i picchiatori fascisti sta cercando di cambiare la versione pur di non dover chiedere scusa e di ammettere la realtà”.