"Accetterei con dispiacere la notizia. Perché credo che una persona come me, eterosessuale, voglia che il figlio gli assomigli. Ma se non succede, pazienza", dice il presidente del Senato a Belve, la trasmissione di Francesca Fagnani, rispondendo alla domanda su come reagirebbe a un figlio che gli dicesse di essere omosessuale. E sul busto del Duce in casa: "Mi rimprovero di averlo mostrato, ma non ce l'ho più. Lo ha voluto mia sorella"
“Se mio figlio mi dicesse di essere gay? Accetterei con dispiacere la notizia. Perché credo che una persona come me, eterosessuale, voglia che il figlio gli assomigli. Ma se non succede, pazienza”. L’ultima uscita discutibile di Ignazio La Russa arriva in un’intervista a Francesca Fagnani, nella registrazione del programma Belve in onda martedì sera su Rai 2. Un figlio omosessuale “sarebbe un figlio che non mi assomiglierebbe. Sarebbe come se fosse milanista, è un paragone preciso quello che faccio”, dice il presidente del Senato, noto tifoso nerazzurro. Spostando ancora un po’ più in là la frontiera del “politicamente scorretto” accettabile da parte della seconda carica dello Stato, dopo aver esibito a tutta Italia un busto del Duce esposto in casa propria, appartenuto al padre. Che ora afferma di non possedere più: “Lo vuole mia sorella, perché si è rotta le scatole. Mi ha detto che papà l’ha lasciato a noi, e non a me. Non ce l’ho più”. Ma ammette: “Mi rimprovero di averlo mostrato”.
Sul fascismo, dice La Russa a Fagnani, “il mondo non separa le cose importanti dal contesto in cui si dicono le cose, quindi ci devo stare attento”. E aggiunge: “A volte sarebbe bello fare battute, odio questo politically correct“. Poi risponde sul caso delle informazioni riservate passate da un suo compagno di partito, il sottosegretario Andrea Delmastro, a un altro, il deputato Giovanni Donzelli, che le ha usate per attaccare il Pd in Aula: “Visto quello che è ne è derivato, se non l’avessero fatto la discussione si sarebbe incentrata in maniera chiara sulla visita dei parlamentari del Pd al detenuto Cospito. Così invece abbiamo guardato il dito e non la luna, e non è stato utile. È sbagliato accostare il Pd alla mafia. Commentare alcuni parlamentari che fanno un gesto che potrebbe non essere chiaro, si può fare”, dice.
Ad accogliere le frasi dell’esponente di FdI sul proprio (immaginario) figlio omosessuale arrivano in breve numerose critiche dall’opposizione. Tra gli altri, il deputato Pd Alessandro Zan (padre del disegno di legge contro l’omotransfobia affossato nella scorsa legislatura) commenta con una battuta al vetriolo: “Avere un padre con i busti di Mussolini in camera da letto è sempre un dispiacere”, scrive su Twitter. Sul tema è anche intervenuto Arcigay, che da sempre si batte non solo per i diritti delle persone lgbt ma anche per offrire sostegno alle persone omosessuali da ogni forma di discriminazione (anche in famiglia). “Solo lo scorso novembre – ha dichiarato il segretario generale Gabriele Piazzoni – il presidente La Russa inviava al congresso di Arcigay un inatteso messaggio di saluto in cui si dichiarava ‘sempre in prima linea nella difesa dei diritti‘. Oggi scopriamo che dietro quel singolare fervore, c’era la compassione di saperci, noi omosessuali, diversi da lui, un eterosessuale. La compassione – ha aggiunto – e quel dispiacere che ne è l’origine, sono sentimenti tossici che vediamo di frequente e che producono molta infelicità. Ci sono luoghi in cui i genitori possono imparare a non vergognarsi e a non dispiacersi dei propri figli, facendosi aiutare da altri genitori, o medici e professionisti. Il pre-requisito è capire che quel dispiacere è un errore, la zavorra di una tara culturale. E questo è un pre-requisito urgentissimo se parliamo di una persona che ricopre la seconda carica dello Stato”.
Condanna le parole di La Russa anche Elly Schlein, candidata alla Segreteria del Pd. “L’unica sciagura – ha scritto in un post su Twitter – per le famiglie italiane è avere la seconda carica dello Stato che fa dichiarazioni omofobe, sessiste, e nostalgiche dimostrando la totale inadeguatezza al ruolo istituzionale che ricopre”. Sulla stessa linea l’altro candidato alla segreteria, Stefano Bonaccini, secondo il quale si tratta di “affermazioni gravi e del tutto inadeguate al ruolo che ricopre. Ogni rappresentate delle istituzioni dovrebbe servire lo Stato con disciplina e onore. La Russa invece fa l’opposto”. Il leader di Azione Carlo Calenda si è rivolto direttamente alla premier con un tweet ironico: “Domanda: ma uno un pelo più istituzionale e meno fascio non lo avevate a disposizione, Giorgia Meloni?”.
In mattinata il presidente del Senato si è difeso e ha aggiustato il tiro: “Leggo di tante critiche che vengono da chi non ha neanche visto il programma, visto che va in onda stasera, senza capire il contesto. A una domanda specifica ho risposto che avere un figlio gay sarebbe un piccolo dispiacere, ma non un problema. Poi mi è capitato sul serio: uno dei miei figli andava allo stadio a vedere il Milan, e per me è stato un piccolo dispiacere, nulla di più”. La senatrice di Alleanza Verdi Sinistra, Ilaria Cucchi, ha invece postato una foto con suo figlio e sua figlia: “Scegliete in base a quello che vi detta il cuore, amate e siate felici”, ha scritto nel post a corredo della foto.
Avere un padre con i busti di Mussolini in camera da letto è sempre un dispiacere.#LaRussa
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) February 21, 2023