“Non mi candiderò più”, così dice Totò Cuffaro dopo la riabilitazione incassata la scorsa settimana dal Tribunale di sorveglianza di Palermo che ha dichiarato estinta l’interdizione perpetua dai pubblici uffici per l’ex presidente della Regione siciliana. L’ex ras di consensi, dunque, ha ricevuto il via libera per tornare a candidarsi ma sceglie di non farlo. Questo è perlomeno quanto dichiarato e ribadito in un’intervista a Livesicilia: “La mia scelta è definitiva e motivata – ha detto – la riabilitazione è una cosa importantissima che debbo, innanzitutto, alla mia famiglia. Ma io non vivo nell’iperuranio, sono consapevole della pesantezza della mia sentenza di condanna che ho sempre rispettato. E rispettare qualcosa che ti graffia le carni non è agevole, ma è segno di sincerità”.
Questo dunque l’annuncio dell’ex presidente della Sicilia che a gennaio del 2008 fu costretto a dimettersi dopo avere festeggiato con l’ormai famoso vassoio di cannoli la condanna per favoreggiamento alla mafia. Tre anni dopo, nel gennaio del 2011, si costituì in carcere a Rebibbia, dove restò fino al dicembre del 2015. Cuffaro è stato accusato di aver rivelato informazioni riservate su indagini in corso favorendo così tra gli altri anche il boss Giuseppe Guttadauro. E finora, come ha sottolineato Giuseppe Pignatone, ex capo della procura di Roma, all’epoca dei fatti procuratore aggiunto a Palermo, nel corso della requisitoria “non è stato possibile ricostruire l’intera catena degli autori delle rivelazioni e non è stato possibile accertare chi fosse la fonte che ha rivelato a Salvatore Cuffaro l’esistenza dell’attività d’indagine e di intercettazione a carico dei marescialli Ciuro e Riolo, e chi era quella persona, “in diretto collegamento con Roma” — testuale dell’intercettazione — con cui Cuffaro aveva commentato l’andamento delle indagini”.
Dopo essere uscito dal carcere a fine 2015, Cuffaro si è dedicato alla viticoltura e alla solidarietà in Burundi. Cinque anni dopo però, ha deciso di tornare ad occuparsi di politica costituendo La Nuova Dc, partito con cui ha partecipato – non in prima persona – prima alle amministrative e poi alle elezioni Regionali. Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, eletto lo scorso giugno, così come l’attuale presidente della Regione, Renato Schifani, eletto a settembre, hanno avuto l’appoggio politico di Cuffaro che ha ottenuto anche due assessori al Comune e due alla Regione. Nonostante il grande impegno politico, l’ex ras di consensi giura che non si ricandiderà: “È giusto che non mi candidi più”, ha detto oggi. Ma anche quando uscì di prigione disse: “Basta con la politica”. Non andò così.