Cronaca

“Stop a cessioni e sconti anche per il bonus barriere. Che fine hanno fatto gli impegni per i disabili?”. La lettera aperta delle associazioni

Quattordici sigle per l'inclusione delle persone con disabilità criticano la scelta del governo, "che agisce in discontinuità con la norma introdotta solo lo scorso anno, che favoriva il mantenimento a domicilio, la sicurezza in casa e uno stile di vita in grado di preservare l'integrazione sociale. Si poteva continuare a modernizzare il Paese, a restituire dignità e autonomia ai beneficiari, ad aiutare le famiglie meno abbienti, e invece è stato scelto di non farlo", attaccano

“Milioni di cittadini chiedono al Parlamento di valutare attentamente la decisione di non permettere più lo sconto in fattura e la cessione dei crediti. Decisione che agisce in discontinuità con la norma introdotta solo lo scorso anno, che favoriva il mantenimento a domicilio, la sicurezza in casa e uno stile di vita in grado di preservare l’integrazione sociale“. Così, in una lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera, 14 associazioni per il sostegno e l’inclusione delle persone con disabilità criticano la scelta del governo di eliminare lo sconto in fattura e la cessione dei crediti anche per il Bonus barriere architettoniche, con lo stesso decreto che è intervenuto sul Superbonus 110%. Anche per gli interventi in favore delle persone con ridotte capacità motorie, quindi, resta “solo la possibilità di portare in detrazione la spesa sostenuta integralmente. È questa la volontà del governo? Che fine hanno fatto le parole a supporto dei più deboli spese in campagna elettorale?”, scrivono le sigle.

La lettera aperta ricorda che “il Bonus, in vigore dal gennaio 2022, consentiva di ottenere il 75% di detrazione fiscale e sconto in fattura per gli interventi di superamento ed eliminazione degli ostacoli negli edifici, problematica che, secondo l’Istat, impatta su oltre cinque milioni di italiani e rispettive famiglie”. Un’agevolazione introdotta con l’obiettivo di “agevolare, in particolare per le persone anziane, il mantenimento a domicilio in condizioni di sicurezza” e “sostenere l’integrazione sociale e il diritto alla mobilità”: una grossa opportunità, secondo le associazioni, “per supportare anziani, disabili e famiglie in un progresso con impatti non solo economici e sociali, ma anche e soprattutto emotivi“. Che da oggi, però, non esiste più. “Si poteva continuare a modernizzare il Paese, a restituire dignità e autonomia ai beneficiari, ad aiutare le famiglie meno abbienti, e invece è stato scelto di non farlo“, conclude il documento.