In Germania la detrazione si ferma al 20% dei costi sostenuti. Parigi adotta la politica del bastone e della carota: aiuti consistenti a chi ristruttura ma divieto di affittare le case con bassa efficienza energetica. In entrambi i Paesi sono disponibili prestiti a tassi molto ridotti
Al netto della possibilità di cessione dei crediti, l’offerta italiana di bonus per l’edilizia rimane molto generosa, almeno se confrontata con quella dei due paesi più immediatamente paragonabili ovvero Francia e Germania. La politica degli incentivi di Parigi appare però un po’ più razionale e meglio organizzata. Per favorire un’evoluzione più ecosostenibile del suo parco abitativo Parigi usa la carota ma anche il bastone, con un approccio più severo di quello dell’Unione europea. Dal 2025 i proprietari di abitazioni di “classe G”, ovvero la categoria con l’efficienza energetica più bassa, non potranno più affittare i loro immobili. Già da quest’anno, inoltre, il canone viene congelato. Per le case meno “verdi” è obbligatorio, già dal 2022, effettuare una diagnosi energetica e, per i condomini, di mettere a punto un piano per interventi di efficientamento.
Il governo francese ha però anche stanziato una serie di aiuti, cumulabili tra loro, per aiutare i proprietari delle case che effettuano i lavori. L’entità delle agevolazioni sale al diminuire del reddito dei proprietari e arriva a coprire il 50% dei costi di lavori sull’impianto di riscaldamento, l’isolamento termico o la ventilazione. Ogni proprietario può usufruire dei sussidi fino a 3 volte, per differenti immobili. Ci sono poi sostegni indirizzati all’intero condominio per opere che riguardano le parti comuni. Se un proprietario si impegna a rispettare dei massimali di affitto accede anche ad un aiuto finanziario (non solo a crediti di imposta) per la ristrutturazione. In alcuni casi, sommando i vari incentivi, si arriva a coprire il 100% della somma spesa, inoltre ad accompagnare le sovvenzioni, c’è la messa a disposizione di prestiti a tasso zero per una parte dei lavori e una riduzione dell’Iva (al 5,5%) per alcune opere. L’erogazione di qualsiasi sovvenzione è subordinata alla condizione che i lavori siano effettuati da imprese certificate e incluse in un apposito registro.
Meno generose, nel complesso, le misure disponibili in Germania. Ci sono agevolazioni sia per l’acquisto (giovane coppie con figli, pensionati etc) sia per le ristrutturazione e l’efficientamento ma di dimensioni decisamente inferiori a quelle italiane o francesi. Per gli efficientamenti energetici la Kwf (una specie di Cassa depositi e prestiti tedesca) fornisce prestiti a tassi particolarmente vantaggiosi: intorno all’1% per prestiti fino a 100mila euro contratti per acquistare abitazioni ad alta efficienza energetica o per ristrutturare l’immobile. Il 20% dei costi dei lavori, fino a 40mila euro, è detraibile. Questa possibilità riguarda interventi come isolamento, nuove finestre e porte, nuovi impianti di riscaldamenti e areazione oltre all’installazione di sistemi digitali di gestione dell’energia, per una platea potenziale di circa 42 milioni di abitazioni.