Economia

Superbonus, il report di Nomisma: “Impatto di 195 miliardi sull’economia italiana. Chi ne beneficiato risparmia 964 euro sulla bolletta”

Le stime della società di consulenza (che è parte in causa perché fin dal 2020 offre servizi ad hoc per condomini e imprese): la misura ha avuto un effetto diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto. Sono stati 1,7 milioni gli italiani con reddito medio-basso ad aver beneficiato del provvedimento da quando è stato varato

A fronte di 70 miliardi di euro di investimenti si è prodotto un impatto economico pari a 195,2 miliardi. È stato questo l’effetto del Superbonus 110% sull’economia nazionale. Almeno secondo l’ultimo report di Nomisma. La società di ricerche di mercato bolognese – che vede tra gli azionisti banche, assicurazioni e aziende di vari settori tra cui la costruzioni ed è parte in causa perché fin dal 2020 offre un servizio di consulenza a condomini, imprese e finanziatori – stima un beneficio diretto di 87,7 miliardi, 39,6 miliardi di effetti indiretti e 67,8 miliardi di indotto. Quanto alle conseguenze finanziarie del provvedimento gli analisti segnalano che già nel 2021 un’analisi prodotta dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri (Cni) evidenziava che il disavanzo per le casse dello stato sarebbe stato compensato dalla generazione di Pil.

I cantieri avviati grazie al Superbonus e già chiusi “coprirebbero meno del 2% del parco edifici residenziali in Italia”, aggiunge Nomisma, per cui “dopo lo stop del governo” a cessione dei crediti e sconto in fattura “serve una strategia per riqualificare il 98% degli edifici residenziali esclusi” per proseguire nella strategia di riqualificazione delle abitazioni in coerenza con l’obiettivo della neutralità carbonica entro il 2050.

Risparmi in bolletta e per l’ambiente – Complessivamente, secondo la società di consulenza, l’incremento del valore degli immobili oggetto di riqualificazione, nell’ipotesi che tutte le unità immobiliari riqualificate rientrino nelle classi energetiche inferiori, supererebbe i 7 miliardi di euro. In uno scenario in cui si stima che in Italia il settore delle costruzioni consumi oltre il 30% dell’energia primaria (generata per il 93% da fonti non rinnovabili) e sia responsabile di circa un terzo delle emissioni di gas serra risulta particolarmente rilevante anche una valutazione dell’impatto positivo a livello ambientale: dai risultati dello studio emerge una riduzione totale delle emissioni di Co2 in atmosfera stimata in 1,42 milioni di tonnellate. Al riguardo, l’investimento per la transizione ecologica attraverso il Superbonus è di 59 euro per tonnellata di Co2, contro 52 euro per Trasporti e 95 per Industria. Questo per altro si riflette anche sul bilancio delle famiglie, con risparmi pari a circa 29 miliardi di euro (dati stimati da Nomisma sui cantieri già conclusi). Nello specifico, per chi ha beneficiato della misura il risparmio medio in bolletta, considerando anche il periodo straordinario di aumento dei costi dell’energia, è infatti risultato pari a 964 euro all’anno. Lo studio evidenzia anche una riduzione del 15,5% per un solo salto di classe energetica, 30,9% per un salto di 2 classi energetiche e del 46,4% per un salto di 3 classi.

Ne hanno usufruito 1,7 milioni a reddito basso – Le famiglie ancora interessate a un intervento, finalizzato all’efficientamento energetico di un immobile di proprietà, sono 10,3 milioni. Il 25% di coloro che hanno già usufruito della misura presenta un reddito familiare più elevato della media (oltre i 3.000 euro al mese) e nel 23% dei casi è proprietario di una seconda casa. Sono però stati 1,7 milioni gli italiani con reddito medio-basso ad aver beneficiato del provvedimento da quando è stato varato a conferma del fatto che la misura ha reso possibile l’accesso alla riqualificazione profonda delle proprie unità abitative a una porzione di popolazione meno abbiente che, altrimenti, non ne avrebbe usufruito. Il profilo dei beneficiari è prevalentemente rappresentato da impiegati (nel 28% dei casi), residenti in Comuni con un numero di abitanti compreso tra 40.000 e 100.000 abitanti (15%) e proprietario di un appartamento in condominio composto al massimo da 8 unità abitative (25% del totale).

Gli effetti sugli occupati – Da non trascurare, infine, l’impatto occupazionale che, sempre secondo Nomisma, ha visto un incremento di 641.000 posti nel settore delle costruzioni e di 351.000 occupati nei settori collegati, prosegue il report. La società di consulenza spiega che da una prima disamina è emerso come una produzione aggiuntiva di 1 miliardo di euro in costruzioni produce un incremento di 16.402 unità di lavoro nette di cui 10.602 direttamente nel settore delle costruzioni (pari ad una percentuale del 64%) e 5.800 nei comparti collegati.